Pulizie sul piccolo schermo :
Miniserie “Maid” di Netflix – Usa -2021
Eccoci di nuovo con la nostra rubrica dedicata al mondo delle pulizie raccontato al cinema o in tv, inaugurata l’anno scorso con l’articolo sulla docuserie Discovery “Ti Spazzo In Due” dedicate all’impresa di pulizie tutta al femminile della famiglia Paglionico.
Dato che il nostro settore è davvero poco raccontato (altro che “storytelling”), e dall’esterno va ammesso anche scarsamente conosciuto nelle sue dinamiche, ci è sembrata una buona idea quella di offrire ai nostri lettori qualche spunto.
E’ vero che la narrazione di una docufiction, di un film o di una serie TV solo marginalmente possa raccontare la realtà per quello che è, ma, per chi come noi è nel settore da oltre 25 con pulizie e sanificazioni di uffici e appartamenti a Monza e a Milano, fa comunque piacere che vengano raccontati alcuni aspetti del nostro lavoro.
A volte le storie raccontate servono a sfatare luoghi comuni, come ad esempio che fare le pulizie sia facile e non richieda professionalità e competenza specifica (come prova invece a dimostrare la serie Discovery), altre ne rafforza alcuni, come il fatto che si tratti di un lavoro avaro di soddisfazioni e ricco di frustrazioni, come emerge almeno in parte dalla storia di “Maid”.
La serie Netflix, tratta dal fortunato liro dell’autrice Stephanie Land (edito in Italia da Astoria con il titolo “Donna delle pulizie”) segue le vicende di una madre single piuttosto giovane che, spinta dalle necessità e per sostentare la propria figlioletta di soli 2 anni, decide di cercare un lavoro qualunque per sbarcare il lunario trovando una possibilità nel settore delle pulizie domestiche per l’agenzia “Value Maids”, che offre servizi di colf in lussuosi appartamenti di famiglie molto agiate della città.
L’impatto con il lavoro della povera Alex, la protagonista del film interpretata dalla giovane Margaret Qualley, sarà da subito molto amaro, perchè la donna che sul conto corrente ha poco più di dieci dollari dovrà spenderne parte per il kit di prova che l’agenzia le impone a proprie spese, oltre a dover acquistare l’uniforme ufficiale per poter lavorare, riducendosi difatto a non potersi permettere nemmeno un affitto finendo letteralmente in mezzo a una strada
Il giorno in cui la giovane donna finisce “a spasso” senza potersi permettere neppure un panino per il pranzo, dovrà comunque recarsi al lavoro in una lussuosa villa con giardino e piscina nella quale svuoterà, ironia della sorte, dal frigorifero grosse quantità di cibo pregiato lasciato a scadere e marcire dai ricchi proprietari, per i quali evidentemente quello economico è l’ultimo dei problemi.
E’ essenzialmente questa la distanza che la serie vuole raccontare, l’incomunicabilità quasi assoluta tra due mondi nei quali da una parte c’è chi ha tutto e da oramai per scontata ogni cosa vivendo in un’anaffettività che porta diritta alle dipendenze, siano da droghe, alcool, medicine, shopping compulsivo o relazioni umane senza senso, e chi è costretto a fare i conti ogni giorni con la sfida per la sopravvivenza e rimane appeso ad un filo sottile che potrà determinare il suo futuro immediato, se basta un guasto all’auto che non puoi permetterti di pagare a restare senza lavoro.
La fredda ospitalità delle “case dei ricchi” dal punto di vista di chi le frequenta solo per pulirne bagni, cucine e pavimenti facendo attenzione a non creare il minimo danno, evento potenzialmente tragico per esistenze condannate all’infelicità permamente del lusso cronico e del benessere mai goduto, marmi e ottoni che luccicano ma non illuminano nulla, se non una bianca distesa di medicine e pillole in ogni cassetto per curarsi da tutto, forse dalla vita stessa.
Nel suo diario Alex annota che i suoi clienti “hanno solo corridoi più lunghi e armadi più grandi per nascondere le cose che temono”.
Allo stesso tempo però la protagonista ben interpretata dalla Qualley è fortemente attratta proprio da quella sensazione di piena solidità e stabilità economica e dalla serenità che le infondono persone sicure di sè in ambienti nei quali non esiste bisogno ma solo certezza delle proprie possibilità; in alcune case Alex si fa tentare e prova i costosi abiti delle clienti o assaggia i loro vini pregiati e si offre addirittura come tata per una delle clienti in dolce attesa sognando una permanenza più stabile, magari permanente, in un ambiente familiare ricco ed accogliente.
La donna, per le rigide regole americane in termini di sovvenzioni, ha bisogno di un lavoro per avere diritto all’assistenza sociale integrale, ma non può permettersi un lavoro senza assistenza economica e sociale (incredibile ?) che la metta nelle condizioni di “ingranare” per davvero; un paradosso non così estremo in un paese di grandi contraddizioni difficili da risolvere.
I problemi di Alex, come per tutte le persone che lavorano, non si limitano però purtroppo alla sfera professionale, ma la donna dovrà guardarsi dall’incombente presenza del suo ex marito e dei problemi con sua madre (interpretata da una ottima Andie McDowell) che, invece di essere preziosa risorsa nella situazione della protagonista, è suo malgrado (a causa di una patologia psichiatrica in peggioramento) ulteriore elemento destabilizzante nella già troppo complicata vita della ragazza protagonista della storia.
Non vogliamo fare spoiler con altri dettagli sulla miniserie, e vi lasciamo il gusto di scoprirla in autonomia, anche se anticipiamo che la serie non è scevra da imperfezioni e da alcune esagerazioni, come è normale che sia in un format che punta sul coinvolgimento e sul colpo di scena sacrificando la plausibilità delle storie e la struttura dei personaggi, difettando proprio nei particolari che fanno la differenza.
La serie è ambientata a Washington, ma nelle scene in esterna è girata nella regione canadese della British Columbia, approfittando di uno scenario naturalistico di eccezionale bellezza che esaspera le contraddizioni e le sofferenze della storia narrata.
Senza patetismo o eccessive esagerazioni, la serie si lascia guardare molto volentieri, grazie ad una ottima regia, una buona sceneggiatura ed un cast di primo livello, restituendo piena dignità ai personaggi in tutte le loro contraddizioni.
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