Quando si viene a conoscenza, o ci si rende finalmente conto di un nuovo caso di barbonismo domestico tra i propri cari o conoscenti, la situazione che si è costretti a fronteggiare è già fortemente critica a causa di un accumulo spesso già stratificato ed aggravato da anni di lenta e nascosta crescita.
Quando, spesso dopo molteplici sforzi da parte dei familiari, si riesce ad entrare nella casa di un accumulatore per effettuare il lavoro di pulizia di “barbonismo domestico” che ci viene richiesto, ci troviamo a procedere in stretti cunicoli ricavati tra mucchi di oggetti, in ambienti nei quali talvolta la funzionalità dei servizi fondamentali (come quelli elettrici..) è quasi compromessa , con odori pungenti che rendono l ‘aria irrespirabile per non citare la presenza, oramai radicata, di topi e insetti di diversa specie, oltre a tutto ciò che è invisibile agli occhi ma ancor più pericoloso come parassiti e batteri che consigliano interventi di sanificazione e disinfestazione a conclusione dell’intervento.
L’aggravamento delle condizioni di vita domestiche e di relazione sociale di chi è colpito da tale disturbo è un processo che si sviluppa in maniera lenta e progressiva fino a “deragliare”, arrivando a raggiungere livelli fino a poco prima inimmaginabili da parenti e stretti congiunti, che hanno percepito solo vaghe avvisaglie del totale isolamento sociale oramai consolidato del proprio caro .
Ci possono però essere segnali quasi inequivocabili che permettono di identificare il disagio e affrontarlo, e ne citiamo
- L’accumulatore seriale non tollera invasioni della propria privacy e non consente neppure ai proprio familiari l’accesso alla propria stanza, o se indipendente, addirittura all’intera casa; rifiuta da mesi o anni inviti di amici e conoscenti ed accampa scuse sempre più difficili da rappresentare, scegliendo spesso la strada della completa solitudine. Chi accumula cerca inutilmente di nascondere il proprio disagio, e prova vergogna per la situazione in cui ha finito per trovarsi; teme più di ogni altra cosa che qualcuno possa anche solo riordinare, se non addirittura permettersi di spostare i suoi oggetti, e non contempla minimamente la possibilità che vengano buttati senza il suo permesso.
- L’argomento diventa un completo tabù, e in famiglia non si può più discutere apertamente dei disturbi da accumulo del proprio caro. Mentre nella fase iniziale della disposofobia i familiari riescono ancora ad offrire, seppure fortemente ostacolati, un supporto alla gestione della casa e delle problematiche all’apparenza ancora ordinarie, col tempo le discussioni sono sempre più accese ed esasperate fino provocare reazioni inaudite come quella “tipica” di interrompere i rapporti familiari in caso di intromissioni eccessive o addirittura quella di fare intervenire le forze dell’ordine per scongiurare ogni attenzione non gradita.
- La percezione del tempo e dell’impegno è completamente alterata
Per l’accumulatore seriale immaginare di ripulire o riordinarie anche piccolo spazi sembra richiedere uno sforzo ingestibile, e i tempi e le risorse che l’isolato sociale immagina di dover dedicare alle più semplice attività di pulizie sembrano spropositate rispetto ad ogni logica comune. Le sue preoccupazioni, secondo una modalità pienamente ossessivo/compulsiva si riducono ad un continuo rimestare di pensieri su come organizzare le fasi della pulizia senza mai riuscire a mettere in atto nulla di concreto proprio per la sfiducia (reale o simulata per convenienza..) nei propri mezzi
- Trovare qualunque cosa diventa un serio problema.
Nella grande confusione, e nell’infinità degli oggetti accumulati in ogni dove, nella maggior parte dei casi è davvero molto difficile trovare ciò che serve in casa, perchè tutto è mescolato e ammucchiato in pile di oggetti senza alcun ordine razionale almeno dal punto di vista esterno. Questo provoca prima di tutto un serio disagio nella gestione della vita quotidiana di un soggetto, perchè vengono spesso a mancargli a portata di mano beni ed oggetti fondamentali per l’alimentazione, l’igiene personale e la cura della persona, così come spesso diventano introvabili preziosi ed oggetti di valore, oltre al denaro accumulato in contanti chissà dove. Quanto descritto innesca, come è facile immaginare, una triste spirale di sfiducia nella persona affetta dal disturbo, ma anche tensioni e dispiaceri nei confronti dei familiari che spesso temono la dissipazioni totale dei beni di famiglia, oltre a prestarsi a maliziose manipolazioni e truffe da parte di terzi estranei interessati ad approfittarne.
- La mania del controllo visivo degli oggetti
Chi è colpito da una forma severa di disposofobia o di “barbonismo domestico” ha reso la propria casa una sorta di enorme esposizione di oggetti perché ha l’assoluta necessità di tenere tutto contemporaneamente sott’occhio e a portata di mano. Ha la necessità di disporre di nuove e numerosi superfici orizzontali, in ogni angolo e spazio raggiungibile, per poter vedere e possedere visivamente quanto nella propria disponibilità. In questo senso, molto difficile da cogliere per chi non è affetto da tale problematica, la persona accumula gli oggetti e con essi crea un vero ed inscindibile legame, più sicuro e stabile rispetto al rapporto creato con le altre persone. Molto spesso i legami affettivi con le persone vengono del tutto interrotti e sostituiti con l’attaccamento ai soli oggetti.
- In casa non si tocca nulla ; nemmeno quello che non si vede
L’accumulatore seriale non ha la possibilità e non è in condizioni di far effettuare alcun tipo di intervento su servizi ed elettrodomestici di casa. Per mantenere il proprio perfetto isolamento nel corso degli anni ha sempre rimandato ogni intervento di routine che necessitasse la presenza di tecnici e professionisti esterni, e con il tempo la situazione è quasi sempre degenerata fino al completo malfunzionamento di cucina, servizi igienici (con tutte le drammatiche conseguenze del caso), impianto elettrico, piccoli e grandi apparecchi tv e radio, frigorifero e ventilatori compresi. Facile immaginare come la casa diventi così totalmente invivibile e con disagi gravi destinarsi ad acuirsi per sè e per gli altri a seconda del ciclo delle stagioni, in maniera sempre più inesorabile col trascorrere degli anni
Quando si viene a conoscenza, o ci si rende finalmente conto di un nuovo caso di barbonismo domestico tra i propri cari o conoscenti, la situazione che si è costretti a fronteggiare è già fortemente critica a causa di un accumulo spesso già stratificato ed aggravato da anni di lenta e nascosta crescita.
Quando, spesso dopo molteplici sforzi da parte dei familiari, si riesce ad entrare nella casa di un accumulatore per effettuare il lavoro di pulizia di “barbonismo domestico” che ci viene richiesto, ci troviamo a procedere in stretti cunicoli ricavati tra mucchi di oggetti, in ambienti nei quali talvolta la funzionalità dei servizi fondamentali (come quelli elettrici..) è quasi compromessa , con odori pungenti che rendono l ‘aria irrespirabile per non citare la presenza, oramai radicata, di topi e insetti di diversa specie, oltre a tutto ciò che è invisibile agli occhi ma ancor più pericoloso come parassiti e batteri che consigliano interventi di sanificazione e disinfestazione a conclusione dell’intervento.
L’aggravamento delle condizioni di vita domestiche e di relazione sociale di chi è colpito da tale disturbo è un processo che si sviluppa in maniera lenta e progressiva fino a “deragliare”, arrivando a raggiungere livelli fino a poco prima inimmaginabili da parenti e stretti congiunti, che hanno percepito solo vaghe avvisaglie del totale isolamento sociale oramai consolidato del proprio caro .
Ci possono però essere segnali quasi inequivocabili che permettono di identificare il disagio e affrontarlo, e ne citiamo
- L’accumulatore seriale non tollera invasioni della propria privacy e non consente neppure ai proprio familiari l’accesso alla propria stanza, o se indipendente, addirittura all’intera casa; rifiuta da mesi o anni inviti di amici e conoscenti ed accampa scuse sempre più difficili da rappresentare, scegliendo spesso la strada della completa solitudine. Chi accumula cerca inutilmente di nascondere il proprio disagio, e prova vergogna per la situazione in cui ha finito per trovarsi; teme più di ogni altra cosa che qualcuno possa anche solo riordinare, se non addirittura permettersi di spostare i suoi oggetti, e non contempla minimamente la possibilità che vengano buttati senza il suo permesso.
- L’argomento diventa un completo tabù, e in famiglia non si può più discutere apertamente dei disturbi da accumulo del proprio caro. Mentre nella fase iniziale della disposofobia i familiari riescono ancora ad offrire, seppure fortemente ostacolati, un supporto alla gestione della casa e delle problematiche all’apparenza ancora ordinarie, col tempo le discussioni sono sempre più accese ed esasperate fino provocare reazioni inaudite come quella “tipica” di interrompere i rapporti familiari in caso di intromissioni eccessive o addirittura quella di fare intervenire le forze dell’ordine per scongiurare ogni attenzione non gradita.
- La percezione del tempo e dell’impegno è completamente alterata
Per l’accumulatore seriale immaginare di ripulire o riordinarie anche piccolo spazi sembra richiedere uno sforzo ingestibile, e i tempi e le risorse che l’isolato sociale immagina di dover dedicare alle più semplice attività di pulizie sembrano spropositate rispetto ad ogni logica comune. Le sue preoccupazioni, secondo una modalità pienamente ossessivo/compulsiva si riducono ad un continuo rimestare di pensieri su come organizzare le fasi della pulizia senza mai riuscire a mettere in atto nulla di concreto proprio per la sfiducia (reale o simulata per convenienza..) nei propri mezzi
- Trovare qualunque cosa diventa un serio problema.
Nella grande confusione, e nell’infinità degli oggetti accumulati in ogni dove, nella maggior parte dei casi è davvero molto difficile trovare ciò che serve in casa, perchè tutto è mescolato e ammucchiato in pile di oggetti senza alcun ordine razionale almeno dal punto di vista esterno. Questo provoca prima di tutto un serio disagio nella gestione della vita quotidiana di un soggetto, perchè vengono spesso a mancargli a portata di mano beni ed oggetti fondamentali per l’alimentazione, l’igiene personale e la cura della persona, così come spesso diventano introvabili preziosi ed oggetti di valore, oltre al denaro accumulato in contanti chissà dove. Quanto descritto innesca, come è facile immaginare, una triste spirale di sfiducia nella persona affetta dal disturbo, ma anche tensioni e dispiaceri nei confronti dei familiari che spesso temono la dissipazioni totale dei beni di famiglia, oltre a prestarsi a maliziose manipolazioni e truffe da parte di terzi estranei interessati ad approfittarne.
- La mania del controllo visivo degli oggetti
Chi è colpito da una forma severa di disposofobia o di “barbonismo domestico” ha reso la propria casa una sorta di enorme esposizione di oggetti perché ha l’assoluta necessità di tenere tutto contemporaneamente sott’occhio e a portata di mano. Ha la necessità di disporre di nuove e numerosi superfici orizzontali, in ogni angolo e spazio raggiungibile, per poter vedere e possedere visivamente quanto nella propria disponibilità. In questo senso, molto difficile da cogliere per chi non è affetto da tale problematica, la persona accumula gli oggetti e con essi crea un vero ed inscindibile legame, più sicuro e stabile rispetto al rapporto creato con le altre persone. Molto spesso i legami affettivi con le persone vengono del tutto interrotti e sostituiti con l’attaccamento ai soli oggetti.
- In casa non si tocca nulla ; nemmeno quello che non si vede
L’accumulatore seriale non ha la possibilità e non è in condizioni di far effettuare alcun tipo di intervento su servizi ed elettrodomestici di casa. Per mantenere il proprio perfetto isolamento nel corso degli anni ha sempre rimandato ogni intervento di routine che necessitasse la presenza di tecnici e professionisti esterni, e con il tempo la situazione è quasi sempre degenerata fino al completo malfunzionamento di cucina, servizi igienici (con tutte le drammatiche conseguenze del caso), impianto elettrico, piccoli e grandi apparecchi tv e radio, frigorifero e ventilatori compresi. Facile immaginare come la casa diventi così totalmente invivibile e con disagi gravi destinarsi ad acuirsi per sè e per gli altri a seconda del ciclo delle stagioni, in maniera sempre più inesorabile col trascorrere degli anni