In due storici settori dell’artigianato, ovvero l’edilizia e pulizie, durante il fatidico anno 2020 si è verificato uno storico quanto oramai inevitabile sorpasso; le ditte individuali gestite da imprenditori stranieri hanno superato in percentuale quelle gestite da italiani, e rappresentano oramai rispettivamente il 52% e il 63% del totale delle aziende attive.
Sono questi i dati che saltano subito all’occhio da una recente relazione del Centro Studi di Unione Artigiani per quanto riguarda le province di Milano e Monza-Brianza; i dati aggregati segnalano un significativo -1% (dunque una sostanziale ottima tenuta) del numero delle ditte registrate e ancora attive in Camera di Commercio, anche dopo lo tsunami economico del 2020 che si temeva lasciasse strascichi ancora più gravi, ma dietro l’apparente continuità si cela un cambiamento di lunga data ed inesorabile nell’effetto finale.
“Un dato storico per Milano” secondo le dichiarazioni del Segretario di Unione Artigiani Milano Monza-Brianza Marco Accornero, “un fenomeno comunque inarrestabile e che non si può fermare con le mani; ma anche una spinta agli italiani affinché tornino ad amare e sostenere l’artigianato, perché nel mercato c’è posto per la qualità e le associazioni di categoria sostengono la concorrenza leale nel rispetto delle regole”
Una vera e propria rivoluzione, culturale e lavorativa, che obbliga da un lato le amministrazioni e i rappresentanti di categoria a mettere in campo ogni iniziativa che possa difendere dall’estinzione l’artigianato di qualità e di rilanciare l’innovazione, ma che d’altro canto rende necessario un forte investimento in progetti e strumenti di sostegno ed integrazione che accompagnino la crescita e lo sviluppo, nella piena regolarità, delle imprese straniere.
La Cmz, impresa di pulizie e di sanificazione storica delle province di Monza e Milano fa del suo meglio per assicurare la continuità di un’azienda a conduzione familiare presente da oramai 30 anni sul mercato, aperta costantemente all’innovazione dei propri servizi anche grazie all’apporto di maestranze di differente origine, cultura e tradizioni.
Se ad esempio nei settori delle pulizie e dell’edilizia lo storico passaggio è già avvenuto, e anche in maniera piuttosto abbondante nelle proporzioni (come avviene proprio nel nostro settore del “cleaning”), nello specchietto retrovisore si possono già intravedere quali siano i comparti oramai “in corsia di sorpasso”, ovvero l’alimentare (con il 47% di aziende straniere) e del tessile (43%) mentre colpisce quanto sta avvenendo in uno dei settori più tipicamente lombardi, come quello della falegnameria, dove i “non italiani” sono già più di uno su quattro (27%), con una crescita esponenziale e costante.
A Milano città sono attive i tutto 26.752 imprese, 42.095 nell’area metropolitana e 22.184 nella provincia a Monza Brianza, ma gli artigiani sono concentrati soprattutto nell’area nord-est di Milano (con il 27%) e in misura assai limitata nel centro città (6%), oramai vocata quasi interamente al terziario e ai servizi.
In provincia di Milano sono la zona della Martesana ed il Nord Ovest più prossimo alla Brianza le aree che vivono ancora nel piano la tradizione artigiana, mentre il Sud Est Milano è il territorio che registra il minor numero delle imprese di questo genere, con solo l’8% del totale.
Per quanto riguarda la Brianza, i soli comuni di Desio, Seregno e Cesano Maderno ospitano oltre un’impresa artigiana su due (54%) dell’intera provincia di Monza, a riprova di un distretto vero e proprio di mini imprese ancora assolutamente diffuso e strategico nonostante il trascorrere degli anni.
Per quanto riguarda le aziende artigiane gestite da stranieri, in generale, Milano città ne rappresenta un significativo 46% del totale, nell’area metropolitana la percentuale è del 39%, mentre solo il 15% in Brianza, a riprova di un “sorpasso” complessivo ancora molto lontano man mano che si allontana dalla metropoli del capoluogo meneghino per andare verso la provincia.
Ma da dove arrivano gli imprenditori di origine non italiana?
Per quanto riguarda i continenti, i titolari d’impresa sono africani per il 41%, europei per il 31% e asiatici (sorprendentemente) solo per il 15%, sudamericani per 12%, 1% nord e centro americani, poche unità dal continente australiano.
Gli egiziani sono attivissimi nell’edilizia, nelle pulizie e nel settore degli alimentari, mentre la comunità cinese risulta molto attiva nel tessile, nel settore dell’abbigliamento e nei servizi alla persona come parrucchieri, centri estetici e centri benessere.
Nelle imprese straniere le donne titolari sono in maggioranza nel settore del tessile e dei servizi alla persona. Gli stranieri imprenditori, uomini e donne, sono mediamente più giovani.
Le ditte individuali rappresentano il 78% delle imprese artigiane sia a Milano che in Brianza. e i titolari sono uomini per l’83% della totalità (un “plebiscito” dovuto certamente alla tipologia di attività, spesso manuale, ma anche la riprova di un gap difficile da colmare).
Considerando invece le fasce d’età, gli imprenditori artigiani uomini over 50 sono in maggioranza relativa con una media del 32% del totale; allo stesso modo le donne imprenditrici artigiane sono al 31% presenti nella fascia d’età intermedia tra i 40 e i 49 anni.
Come sostengono da Unione Artigiani, gli imprenditori stranieri che fanno impresa qui in Italia dimostrano una grande dose di coraggio, perché sono costretti a sfidare una burocrazia rigida, a volte ostile e a dir poco complicata anche per gli italiani, resa ancora più un ostacolo dalla barriera linguistica e culturale.
L’associazione di categoria offre per tutti corsi e attestati di riqualificazione professionali che hanno l’obiettivo di guidare non solo gli imprenditori, ma anche i lavoratori destinati loro malgrado ad essere “estromessi” dall’industria, dal commercio e dai servizi.
La sfida, per una impresa di pulizie moderna e strutturata come la Cmz, che offre i suoi servizi a Milano, Monza e in tutte le province della Lombardia, è quella di conservare il meglio della tradizione e della conoscenza del tessuto imprenditoriale locale, patrimonio solo di chi ha esperienza quasi trentennale in ambito servizi, e metterlo a disposizione dell’entusiasmo, della dedizione al lavoro e della buona volontà di tutti i colleghi, collaboratori, dipendenti ed artigiani, che pur nella differenza di lingua, origine e cultura sposano e sposeranno in pieno il nostro concetto di lavoro serio e professionale e la visione aziendale di lungo periodo della nostra impresa.