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La categoria news ti tiene aggiornato sulle ultime novità e tendenze nel mondo delle pulizie. Scopri i nuovi prodotti e tecnologie per le pulizie, le iniziative e i progetti della nostra azienda di pulizie con sede a Monza, e le notizie sulle attività e gli eventi a tema pulizie. Questa sezione ti permette di restare sempre informato e all'avanguardia nel mondo delle pulizie, e di scoprire come possiamo aiutarti a mantenere la tua casa o il tuo ufficio sempre puliti e ordinati.

Articolo pubblicato il 19/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 19/01/2024.

Il Barbonismo Domestico In Alcuni Casi Della Recente Cronaca (parte 1)

Il Barbonismo Domestico In Alcuni Casi Della Recente Cronaca (parte 1)

Come già visto in altri articoli del nostro blog, le cronache giornalistiche e televisive hanno finalmente trovato il coraggio di dare spazio al racconto di vicende che hanno a che fare con l’accumulo compulsivo e l’isolamento tra le mura di casa.

Quello del cosiddetto “barbonismo domestico” non è più un argomento tabù e viene trattato sia dal punto di vista sociologico, come una malattia degenerativa dell’alienazione e del consumismo, che da quello più legato alla cronaca quotidiana, specie quando emergono casi che colpiscono profondamente l’opinione pubblica.

Non sono poche le vicende balzate agli onori delle prime pagine dei giornali negli ultimi tempi riguardanti persone affette da Sindrome di Diogene e completamente isolate dal contesto familiare e sociale ; case ridotte a discariche con ogni genere di oggetto e rifiuto accumulato fino a riempirne ogni anfratto, con il contorno di disagio e totale solitudine che ne è la più naturale conseguenza.

Di recente la trasmissione “Chi l’ha visto?” si è occupata di un caso davvero drammatico avvenuto a Foggia e riguardante la misteriosa scomparsa di casa di un anziano che viveva da anni in isolamento e condizioni di igiene domestica davvero precarie, dovute all’accumulo di rifiuti, costringendo i vicini di casa a convivere con miasmi insopportabili e la presenza di roditori e insetti di ogni genere, senza la possibilità di risolvere la situazione.

L’uomo risultava effettivamente scomparso da settimane e, ironia della sorte, nello stallo i vicini si trovavano nella paradossale situazione di dover sopportare odori e disagi chissà per quanto tempo ancora dato che, in assenza del proprietario di casa, non era possibile ipotizzare alcun intervento ; il caso era ulteriormente complicato dal fatto che l’anziano fosse seguito da tempo da un amministratore di sostegno e dai servizi sociali che, pur avendo più volte valutato un intervento di sgombero dell’appartamento, non erano mai riusciti ad eseguirlo per le numerose complicazioni burocratiche ed economiche (leggi lo sblocco dei fondi necessari) della pratica.

Nonostante varie piste sulla scomparsa e qualche incerto avvistamento, nelle settimane successive alla sua sparizione del signor Raffaele non si era avuta più traccia e la preoccupazione dei conoscenti era crescente ; spinti dalla sempre più accesa protesta dei vicini e dal clamore mediatico creato sulla vicenda da “Chi l’ha visto?” l’amministrazione comunale si era finalmente decisa ad ordinare lo sgombero e lo smaltimento dei rifiuti per assicurare ai residenti del condominio delle condizioni di vita più accettabili, e sarà proprio questo intervento a rivelarsi decisivo, in maniera del tutto imprevista, per risolvere il caso ad oltre due mesi dalla scomparsa.

Uno degli operai dell’impresa incaricata dal Comune, infatti, mentre è impegnato nel liberare alcuni arredi voluminosi della camera da letto fa la più macabra e inattesa delle scoperte ; l’anziano giace esanime sotto un enorme catasta di rifiuti e oggetti, evidentemente cadutigli addosso mentre cercava forse di ritrovare qualcosa rimasto più in basso, soffocandolo senza lasciargli la possibilità di chiedere aiuto.

Nonostante fossero trascorse oramai diverse settimane l’odore acre ed impenetrabile dei miasmi dei rifiuti accumulati aveva coperto quello del corpo in avanzato stato di decomposizione, tanto nascosto da non essere visto in nessuno dei precedenti sopralluoghi svolti sul posto dalle forze dell’ordine.

L’impresa di sgomberi, che probabilmente non si era mai trovata davanti ad uno scenario di barbonismo domestico nella propria esperienza professionale, non era stata preparata a gestire uno scenario del genere già soltanto dal punto di vista della tipologia di rifiuti da smaltire (carcasse di topi, cibo scaduto, pietre di ogni dimensione, vermi ed escrementi), tant’è che l’operaio, senza alcuna colpa, lavorava senza particolari protezioni quando, per puro caso, ha urtato con un braccio quella sagoma che poco dopo si è rivelata un cadavere.

Alcuni dei vicini e spettatori della trasmissione avevano espresso si la propria opinione sulla possibilità che l’anziano fosse ancora in casa ma l’ipotesi non era stata presa in grande credito ; uno degli indizi in tal senso era, oltre alla porta di casa lasciata aperta, la presenza all’interno delle stampelle che per lo scomparso erano necessarie per deambulare all’esterno e che, dunque, erano per molti la prova che non potesse essere uscito.

Per aiutare tutti a riflettere su quanto sia complicato ragionare in termini logici in casi di accumulo compulsivo e barbonismo domestico, l’obiezione principale a questa pista era però proprio il fatto che l’anziano ne accumulasse talmente tante di stampelle da non lasciare elementi certi per stabilire se ne mancassero due o meno.

Questa vicenda racchiude in sé, con l’esito più drammatico possibile, molte delle caratteristiche più classiche dei casi che abbiamo già affrontato ; isolamento sociale, interruzione di ogni contatto con familiari ed amici, rapporti complessi col vicinato e quasi solo in una dinamica di scontro o indifferenza, accumulo compulsivo di ogni genere di oggetto a prescindere dalla necessità e l’incapacità di separarsene fino alle estreme conseguenze, interventi inefficaci e tardivi delle figure preposte alla tutela del soggetto in difficoltà.

Si tratta forse del primo caso di barbonismo domestico di cui la televisione italiana si sia occupata in prima serata e per un tempo davvero lungo, approfondendo sia la singola vicenda umana che la malattia in senso generale, con contributi di specialisti ed esperti, ed un corredo di immagini e video davvero importante e che ha indubbiamente colpito l’opinione pubblico con centinaia di post e commenti sui social network.

Un passaggio importante e forse decisivo per rendere più naturale affrontare questa patologia, molto meno rara di quanto si possa immaginare e insidiosa perché nascosta, spingere più persone a chiedere aiuto per sé o i propri cari, ed evitare l’aggravarsi di vicende umane che oltre ad un disagio profondo e certo possono sfociare anche in tragedia.

Articolo pubblicato il 19/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 19/01/2024.

FIERA INTERCLEAN 2024 E 2025

FIERA INTERCLEAN 2024 E 2025

ISSA Interclean Amsterdam 2024

ISSA Interclean Amsterdam si terrà in Amsterdam RAI Amsterdam dal prossimo 14 al 17 maggio 2024 presentando le novità di aziende in Paesi Bassi e internazionali riguardanti i settori di Arredamento per la casa, Pulizia industriale, Manutenzione, Materiali, Attrezzature e Tecnologia, Servizi

Domande frequenti

Quando si tiene ISSA Interclean Amsterdam?

ISSA Interclean Amsterdam si terrà dal 14 maggio 2024 al 17 maggio 2024. ISSA Interclean Amsterdam è una fiera bienal che si tiene a Amsterdam. di solito nel mese di maggio.

Dove si terrà ISSA Interclean Amsterdam?

ISSA Interclean Amsterdam si terrà a Amsterdam, Paesi Bassi presso Amsterdam RAI in via Europaplein 24 di city.

Cosa si espone a ISSA Interclean Amsterdam?

A ISSA Interclean Amsterdam si danno appuntamento espositori nazionali ed internazionali del settore Arredamento per la casa, Pulizia industriale, Manutenzione, Materiali, Attrezzature e Tecnologia, Servizi

ISSA Interclean quartiere Fieramilano a Rho 2025

Dal 27 al 29 maggio 2025 il quartiere Fieramilano a Rho ospita la più importante fiera italiana interamente dedicata al cleaning professionale. Sono moltissime le novità che saranno presentate a ISSA PULIRE 2025 dai protagonisti di un comparto sempre più ricco e strategico: quello della pulizia professionale.

Partecipare a ISSA PULIRE, evento sostenuto dalle associazioni di categoria ISSA e Afidamp, è un’opportunità imperdibile per arricchire le proprie competenze, trovare nuovi partner commerciali e scoprire le ultime tendenze.

Durante l’evento, avrai l’occasione di partecipare anche a numerosi seminari, workshop e presentazioni per approfondire i temi chiave del settore, come la sostenibilità e il green cleaning, la digitalizzazione nel comparto della pulizia e la sicurezza sul lavoro.

ISSA PULIRE non è solo una fiera, è una comunità di professionisti che condividono la stessa passione.

Articolo pubblicato il 19/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 19/01/2024.

Nuova raccolta differenziata a Monza: Le novità per i condomini

Nuova raccolta differenziata a Monza: Le novità per i condomini

Ha ovviamente destato molto disorientamento, oltre alle inevitabili polemiche, la nuova raccolta differenziata partita con puntualità il 1 Marzo dopo tutta una serie di valutazioni, proposte e incontri a tema gestione rifiuti, non un ultima una importante assemblea che a metà Febbraio ha riunito attorno allo stesso tavolo esponenti dell’amministrazione comunale, dirigenti dell’Impresa Sangalli e rappresentanti degli amministratori di condominio monzesi.

Il Comune di Monza si è posto obiettivi di raccolta differenziata piuttosto ambiziosi ma raggiungibili,  portando la percentuale di raccolta dall’attuale 67 ad un auspicato 80% nel giro di quattro anni.

L’impresa incaricata del servizio ha concluso per tempo, a metà Febbraio circa, la faticosa consegna porta a porta di tutte le attrezzature ed i materiali di utilizzo condominiale, così come quelli per le attività individuali come negozi e singole abitazioni: chiunque non fosse presente presso l’immobile al momento della consegna ha comunque potuto, e potrà anche in futuro, far da sè recandosi presso lo sportello aziendale Sangalli di via Fermi.

Una parte della confusione da parte dei cittadini monzesi è forse dovuta, paradossalmente, alla puntualità delle consegne e al pieno rispetto delle date di partenza, fattori ai quali non siamo abituati in un paese abituato a vivere di eterni rinvii, continue deroghe e immancabili proroghe.

Molte delle imprese di pulizie attive nei condomini monzesi non si sono informate e preparate a dovere, a volte per la scarsa dimestichezza con la lingua italiana e, talvolta, anche il confronto con gli amministratori di condominio è stato tardivo o fonte di incomprensioni di forma e sostanza.

Gli amministratori stessi, purtroppo, in alcuni casi hanno mal compreso la nuova normativa e diffuso informazioni errate e preoccupanti, che non hanno fatto altro che complicare la situazione.

Questo ha gettato nello scompiglio molti residenti che, nei giorni appena prima e appena dopo il passaggio al nuovo sistema di raccolta rifiuti, sono stati piuttosto confusi e disorientati, con una variegata gamma di atteggiamenti che sono andati da una sostanziale indifferenza sconsolata al panico ansiogeno, con numerosi errori sia nel conferimento dei rifiuti che sulla esposizione dei sacchi stessa.

Anche per questo è importante rivolgersi ad imprese che, come la Cmz che si occupa di pulizie in condominio a Monza, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, siano dotate di referenti d’ufficio e funzionari in grado di raccogliere e gestire ogni esigenza dei propri clienti dando le opportune spiegazioni col giusto anticipo, oltre ad addetti formati e preparati presenti sul campo.

Una impresa come la nostra è in grado di svolgere compiti di consulenza per gli amministratori di condominio che vogliano confrontarsi o essere aggiornati, prevendendo situazioni spiacevoli che andranno poi a influire negativamente nei rapporti con il proprio condominio.


Ma andiamo a vedere nello specifico che cosa è cambiato nel conferimento dei rifiuti e partiamo da quello che resta invariato ; nulla cambia in sostanza per materiali come vetro, carta e cartone e umido, che possono continuare ad essere conferiti nei soliti sacchi a disposizione degli utenti e negli stessi bidoni di sempre.

La differenza evidente per questo genere di rifiuti è solo in un “restyling” estetico dei bidoni, che l’Impresa Sangalli ha cambiato sostituendo gran parte dei vecchi e usurati contenitori con nuovi bidoni carrellati più capienti, maneggevoli e più gradevoli alla vista, grazie ad scelta di colori meno appariscente (grigio scuro con colori diversi solo attorno alla scritta che li differenzia per genere) ma più adeguata e uniforme, mentre nulla cambia per quanto concerne le modalità di conferimento.

I cambiamenti sostanziali riguardano invece la plastica ed il residuo secco dell’indifferenza, con l’ormai “famigerato” sacco rosso dotato di microchip che permetterà sostanzialmente di individuare e, potenzialmente, sanzionare il singolo che non si attenga fedelmente alle modalità di differenziata corrette anzichè penalizzare l’intero condominio in caso di errato conferimento.

Questo dunque dovrebbe favorire comportamenti virtuosi e corretti da parte dei singoli, ora responsabilzzati ed individuabili, invitando anche ad una azione di “moral suasion” condominiale dato l’interesse collettivo ad una maggiore attenzione

Partiamo allora della plastica, per cui i cambiamenti seppure rilevanti non determinano novità  di peso nel comportamento degli utenti.

In buona sostanza i rifiuti della differenziata in latta e plastica andranno conferiti direttamente nei sacchi gialli consegnati a famiglie e negozi, dalla capianza di 110 lt/cadauno, e non dovrà essere usato nessun altro sacchetto o contenitore, in quanto non interamente riciclabili come plastica.

I cittadini dovranno dunque suddividere questi rifiuti nell’apposito sacchetto, e poi conferirlo o nell’isola ecologica condominiale o esporlo in strada negli orari e giorni di raccolta, che sono di norma due per settimana variabili di zona in zona.

Leggermente più complessa la questione dei sacchi rossi dell’indifferenziata.

Dal 1 Marzo i residenti in condominio non troveranno più i classici bidoni dell’indifferenziata all’interno della propria isola ecologica, ma avranno a disposizione una dotazione di sacchi di colore rosso per il secco residuo, con TAG-RFID personalizzato da 70 lt/cadauno, che dovranno tenere in casa fino al riempimento (non per forza completo) o quantomeno per un utilizzo da fabbisogno di circa una settimana (dato che ne vengono consegnati 52 a famiglia per ogni anno).

Questo ha dato origine ad equivoci ed incomprensioni perchè molte imprese male informate ed alcuni amministratori hanno comunicato ai condomini che i sacchi rossi andassero tenuti per forza in casa fino al riempimento ed esposti singolarmente solo una volta alla settimana, mentre invece il Comune stesso ha ben chiarito che i condomini possono organizzarsi come meglio credono per lo stoccaggio dei rifiuti senza divieto  alcuno di collocare i sacchi gialli e rossi nel deposito adibito (l’isola ecologica condominiale).

Una volta pieni, dunque, questi sacchi potranno essere condotti nel locale rifiuti per la successiva esposizione da parte dell’addetto alle pulizie senza particolari restrizioni.

Sarà dunque solo l’esposizione su strada a dover avvenire soltanto nel giorno ed entro l’orario previsto, con un unico turno di raccolta settimanale.

Quello che dunque sta accadendo nella gran parte dei condomini di Monza, è che i residenti stiano conferendo come prima direttamente nel locale immondizie i loro sacchi rossi e gialli e che sia l’impresa  di pulizie a metterli in strada nei giorni e negli orari previsti ; molte imprese che prima non ne avevano a disposizione si sono ora dotate di un comodo carrellato che consente un più agevole trasporto, e hanno riorganizzato almeno in parte i turni per poter rispettare date e orari ma senza particolari traumi o motivi di polemica o revisioni contrattuali.

Certamente, specie in condomini con parti comuni ristrette o anguste, può sorgere un concreto problema di spazi ed igiene data che con un solo turno settimanale di raccolta del residuo secco il rischio di riempire per intero l’isola ecologica risulta un fatto concreto, e sta all’assemblea di condominio valutare alternative o modalità più sostenibili, specie con l’arrivo della bella stagione e con l’aumento delle temperature che aumenta il rischio di miasmi e cattivi odori in genere.

Stesso timore che i residenti in condominio hanno per i giorni di “permanenza” del sacco in casa o sul balcone, per i cattivi odori ma anche per la presenza di insetti e altri infestanti.

E’ pur vero che da una più accurata differenziata la quantita di rifiuti da sacco rosso dovrebbe diminuire di un buon 15/20 % ed è questa fondamentalmente l’aspettativa del Comune.

Torneremo nuovamente sull’argomento per fare maggiore chiarezza, ma consigliamo ai cittadini, agli amministratori e a chi amministra società e negozi in città di dare un occhio alle FAQ predisposte dalla ditta Sangalli e pubblicate sul sito Monza Pulita che sono state ben scritte per anticipare e chiarire dubbi dei cittadini sul nuovo sistema di raccolta differenziata.

La Cmz, impresa che gestisce pulizie in condominio da oltre 30 anni a Monza, Milano e in tutta la Brianza, è a vostra completa disposizione per una consulenza completa in materia.

Articolo pubblicato il 18/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 18/01/2024.

Animal Hoarding – L’accumulo compulsivo di animali in casa

Alcuni recenti fatti di cronaca hanno messo nuovamente in luce, sui media locali e nazionali, il problema della sindrome da accumulo compulsivo, che può riguardare sia oggetti, cibo e rifiuti che gli animali domestici.

Una sottocategoria di quella drammatica situazione di isolamento domestico e infinito disagio che abbiamo oramai imparato a descrivere in breve come “barbonismo”, e che la nostra azienda segue da anni avendo maturato una specifica competenza in trattamento di pulizie e disinfezioni speciali in tutto il Nord Italia.

Durante il mese di Dicembre 2021 l’Enpa di Brescia, che svolge alcuni delicati compiti anche in questo ambito, è stata contattata dal proprietario di un appartamento per intervenire d’urgenza in una situazione di lungo e profondo disagio causata proprio dall’ accumulo di animali da parte del precedente inquilino dello stesso, oramai sfrattato.

All’interno di un’abitazione privata, infatti, l’inquilino teneva in condizioni igieniche e di salute davvero indicibili, oltre 60 gatti stipati in ogni stanza ed anfratto dell’immobile, con conseguenze sull’igiene e sulla sicurezza non soltanto per se stesso ma anche per il vicinato, esasperato per i miasmi e gli ovvi pericoli per l’incolumità generale ; i felini, difatti, erano per la gran parte positivi alla FIV, la sindrome da immunodeficienza che può colpire questi splendidi animali, oltre che molto denutriti e disidratati, quasi scheletrici.

Solo l’intervento congiunto di forze dell’ordine e volontari delle associazioni animaliste ha potuto consentire di svolgere il lavoro di recupero dei malandati gatti in maniera efficace, smistandoli poi in molti rifugi e gattili della Regione che si sono prestati ad ospitarne una parte, oltre a prestare le cure veterinarie urgenti e necessarie fin dall’immediato.

La grave situazione di disagio sociale si protraeva oramai da parecchi anni e soltanto con la fase dello sfratto, giunta oramai ad esecuzione, il proprietario dell’immobile ha potuto rendersi conto di quanto compromessa fosse la situazione all’interno del proprio appartamento.

L’enorme numero di animali accumulati, come quasi sempre in questi casi, non era il frutto della continua “raccolta” di nuovi cuccioli o adulti, magari sottratti a vicini o da colonie feline, ma l’esito della mancata sterilizzazione dei gatti di casa protratta per anni e anni e divenuta col tempo del tutto incontrollabile.

I felini infatti erano tutti privi di microchip, obbligatorio in Lombardia oramai da due anni anche per questa specie e, da una rapida analisi, è emerso chiaramente che si trattasse di consanguinei che hanno continuato a riprodursi tra loro senza alcun argine e senza controllo con tutti i rischi del caso.

Pochi mesi fa le cronache hanno raccontato di un fatto analogo a Monza, nel quartiere di San Rocco ; una persona teneva in casa circa una trentina di felini, che vivevano sostanzialmente in una discarica sommersa da rifiuti, deiezioni e anche, purtroppo, da carcasse di animali defunti; un caso di accumulo seriale forse ancora più grave di quello di Brescia, date le condizioni igieniche e di salute dello stesso individuo che non si separava neppure dalla propria immondizia e del cibo scaduto da molti anni.

In questo caso, invece dello sfratto, è stata una malattia ad essere in qualche maniera provvidenziale; la persona colpita da “Sindrome di Diogene”, o “barbonismo domestico” ha dovuto farsi ricoverare in ospedale per una seria malattia che ha finito, tragicamente, per ucciderlo e poco prima di lasciare casa ha chiesto ad un conoscente di badare alla casa e ai suoi animali.

Nessuno tra i vicini e tra i pochi amici era a conoscenza della sconcertante situazione che il conoscente si è trovato davanti ai propri occhi ; in casa non erano presenti soltanto gatti ma anche un gran numero di animali da cortile di varia specie, molti altri dei quali confinati in un “giardino” oramai avvolta da una vegetazione spessa e impenetrabile, oramai fondale ad una discarica all’aperto in miniatura, ricca non solo di ordinari rifiuti domestici ma anche di rottami di vario genere e in materiali pericolosi, oltre ad altre numerose carcasse di animali accumulate in giro.

In considerazione dei miasmi e della quantità di oggetti accumulati anche all’esterno è difficile pensare che davvero nessuno possa essersi accorto di quanto stesse accadendo, e anche in questo caso possiamo parlare di un dramma consumato nella solitudine e nell’indifferenza più o meno generale, pur sapendo noi stessi bene per esperienza quanto sia complicato affrontare questo discorso con persone che, pur colpite da una grave forma di disagio, negano l’esistenza del problema e ancor peggio rifiutano quasi ogni rapporto con l’esterno e dunque anche la possibilità di un minimo confronto.

L’animal hoarding è una forma piuttosto estrema ma diffusa più di quanto si potrebbe immaginare, di “disturbo da accumulo”, che riguarda appunto la raccolta incontrollata e senza alcun limite di ragionevolezza di un grande numero di animali, senza che a questi ultimi venga al contempo offerto un livello minimo accettabile di nutrizione, igiene e al bisogno adeguate cure veterinarie.

Questo accade anche perché spesso, gli “animal hoarders”, non sono economicamente e socialmente  in grado di provvedere in caso di peggioramento delle condizioni dei propri animali, quando ad esempio si ammalano, né di curare l’ambiente in cui vivono qualora dovesse essere necessario svolgere lavori (ad esempio agli impianti, o di sgombero e trasloco) rendendo i locali di casa decisamente insalubri ; una connotazione, quella delle precarie condizioni economiche, che spesso contraddistingue questa tipologia di accumulatori da altri, spesso in una situazione più florida dal punto di vista della possibilità di spesa pur nel proprio infinito disagio.

Da recenti studi, emerge come oltre il 70 % degli “animal hoarders” siano di sesso femminile e quasi sempre persone di età adulta, dai 40 anni in su; Il numero medio di animali accumulati da chi soffre di questa patologia è impressionante, stagliandosi attorno ai 30, ma incredibili picchi oltre i 100 per abitazioni di campagna o ville e case indipendenti ; gli accumulatori, pur ritenendosi “innamorati” dei propri animali e maniacalmente attaccati ad essi, sono spesso ignari e, di fatto, indifferenti di fronte alle sofferenze degli stessi, ritirandosi da qualunque contatto sociale davanti alle prime rimostranze o critiche da parte di parenti, vicini di casa e amici, con tutte le conseguenze che questa tipologia di isolamento avrà in seguito.

Un attaccamento estremo che ha però la paradossale conseguenza di una totale e completa negligenza nei confronti delle cure minime essenziali necessarie per la salute, una compulsione che rende ciechi anche quando viene offerta assistenza gratuita e supporto da parte di associazioni di volontari del territorio.

Questo disturbo è infatti caratterizzato, più di altri, dalla totale mancanza del cosiddetto “insight, ovvero l’auto-percezione, anche parziale, che i propri comportamenti e il proprio stile di vita siano disfunzionali e problematici.

Tratto caratteristico dei soggetti affetti da questa tipologia di disagio mentale è infatti la necessità di esercitare un poter di controllo, come prima ed istintiva reazione di fronte a paure ed incertezze, al timore dell’abbandono, alla solitudine se non al pensiero della morte stessa.

Se l’assenza, la scomparsa o la morte di un animale può creare totale sconforto, se non ansia patologica, accumularne molti significa in qualche maniera “tutelarsi” dall’infausto evento che dovrà prima o poi verificarsi; l’atto estremo che consegue a questa forma di disagio è la non accettazione della morte degli animali stessi, anche nel caso di accumulo, e spesso i malati non riescono a liberarsi neppure dei corpi morti tenendoli con sé, nelle intenzioni, per sempre.

Articolo pubblicato il 18/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 18/01/2024.

La sanificazione e disinfezione degli ambienti domestici

La sanificazione e disinfezione degli ambienti domestici

Una situazione piuttosto tipica in questi mesi di impennata dei casi di Coronavirus dovuti alla più recente e aggressiva variante Omicron; è il momento di consultare l’esito del tampone effettuato da uno dei vostri familiari e la brutta notizia è che qualcuno tra voi risulta positivo al test effettuato. Una situazione delicata e del tutto nuova, nella quale è facile farsi prendere dal panico e più difficile prendere le decisioni più corrette, anche per quanto riguarda il mantenimento di condizioni di igiene e sicurezza ideali all’interno della propria abitazione

Avete sentito parlare tante volte di “sanificazione” in questi due anni, vorreste far qualcosa per reagire alla situazione ma non sapete come muovervi?

Questo articolo farà al caso vostro con informazioni obiettive e qualche utile consiglio per i vostri cari e conoscenti, dato che molti clienti di Monza e Milano ci hanno contattato in questi mesi per la sanificazione di appartamenti, ville e studi professionali.

Partiamo dalla prima notizia utile; il coronavirus pare resista fino a 3 giorni sugli oggetti, soprattutto se in plastica, mentre la sua sopravvivenza risulta più difficile sull’acciaio (48 ore) e si riduce a poco più di 4 ore su elementi come il rame.

Per quanto riguarda i tessuti, come i vestiti che portiamo addosso, una risposta definitiva dalla scienza ancora non c’è perché le variabili sono numerose e non danno certezze.

Fermo restando tutto ciò siamo tutti ben consapevoli, e lo siamo già dalla primavera del 2020, che purtroppo il Covid 19 è una tremenda malattia proprio perché si diffonde da persona a persona prima di tutto attraverso le vie respiratorie ed è dunque del tutto improbabile, e quasi un caso “di scuola”, l’ipotesi che avvengano contagi attraverso il mero contatto con superfici o tessuti contaminati non accompagnato da stretto contatto fisico con un positivo.

Fatta questa doverosa premessa, che deve servire a non farsi prendere da “manie di sanificazione”, resta comunque importante attenersi ai principi di una corretta igiene, lavandosi spesso le mani e disinfettandole, e ancor più assicurare ai propri familiari un ambiente quanto più pulito e sicuro per scongiurare situazioni di maggior rischio e non avere rimorsi o rimpianti.

Quali sono allora gli elementi fondamentali per una corretta disinfezione degli ambienti di casa per rendere la vita più difficile al virus se abbiamo in casa un familiare positivo?

Partiamo da un presupposto; non ha alcun senso fare effettuare interventi di sanificazione in casa fintanto che abbiamo un familiare positivo all’interno di essa, e affinché il lavoro di disinfezione sia efficace occorre dunque attendere che il caro sia negativo a seguito di un tampone che ne attesti il superamento della fase critica.

Se difatti l’elemento “contaminante” è proprio una persona che vive in casa, e ne frequenta l’ambiente da “positiva”, come potrà mai essere efficace l’intervento di sanificazione fino a quando perdura la condizione di “infetta” della stessa ?

Sappiamo bene che ci sono imprese di sanificazione di Monza e Brianza poco serie che propongono questo genere di trattamento in qualunque condizione per meri fini “speculativi”; per carità, non si tratta di una frode ma di un intervento sostanzialmente inutile, che crea false aspettative perché potrà tuttalpiù può avere un impatto sulle condizioni attuali di igiene dell’ambiente ma non certo sulla disinfezione delle superfici e dei punti di contatto !

Che consigli ci sentiamo di dare allora a chi vive oggi una situazione del genere?

L’opzione ideale, ma purtroppo non sempre praticabile, sarebbe che il membro della famiglia potesse trasferirsi in un altro appartamento per la durata del periodo di isolamento, disponendo per sé di toilette e bagno dedicati, quasi sempre appoggiandosi a parenti o amici nell’impossibilità per molti di disporre di più case libere.

Qualora “separarsi” non fosse possibile sarebbe consigliabile quantomeno che il positivo dormisse e soggiornasse in una stanza dedicata (qualcuno dovrà arrangiarsi su un divano) e mantenere una distanza minima di 1,5/2 metri dagli altri familiari anche durante il giorno, in un ambiente domestico che andrà ovviamente arieggiato frequentemente per la massima tutela di tutti , dato che recenti studi provano come al chiuso bastino anche solo pochi minuti in una stanza con una persona positiva perché il contagio si verifichi.

Per chi, come gran parte dei “comuni mortali”, ha solo un bagno che forzatamente andrà utilizzato in comune con il familiare positivo al Covid 19, la più efficiente arma contro il contagio sarà quella di un’accurata disinfezione ogni volta che il soggetto positivo ne farà utilizzo, in modo da prevenire il contagio degli altri conviventi.

Questo andrà fatto utilizzando un presidio medico chirurgico disinfettante e sanificante in special modo sui principali punti di contatto all’interno del bagno, ovvero maniglie, interruttori, rubinetti, tasti di accensione e spegnimento, distributori di sapone liquido, e ovviamente lavandini, sanitari e specchi, in maniera particolarmente attenta.

Questo è un genere d’intervento di disinfezione che un’impresa di pulizia e sanificazione come la Cmz svolge settimanalmente per i propri clienti di Milano e Monza e garantisce massima tutela per gli ambienti domestici di lavoro.

Ogni volta che si pulisce e si disinfetta casa per sanificare gli ambienti da eventuali agenti patogeni è necessario utilizzare sempre un prodotto che sia Presidio Medico Chirurgico, ovvero un buon detergente ideato e testato per uccidere germi e batteri annullandone la carica virale. La disinfezione ha infatti lo scopo di distruggere o inattivare i microrganismi patogeni e necessita di prodotti idonei in grado di agire su di essi; questa attività, è giusto sottolinearlo, a rigor di logica e di buonsenso dovrebbe essere soltanto successiva ad una buona pulizia di casa, perché polvere e sporcizia devono necessariamente essere rimossi prima dell’applicazione del disinfettante, che altrimenti sarà solo parzialmente efficace.

Anche all’interno delle altre stanze risulta fondamentale una maggiore protezione di oggetti e superfici con cui il paziente positivo entra normalmente in contatto.

Non dimenticate quindi di disinfettare regolarmente le maniglie delle porte, gli interruttori, i piani dei tavoli, telefoni cellulari, termometri o persino il telecomando TV; se inevitabilmente avete toccato uno dei tanti oggetti che potrebbero risultare “infetti” è buona abitudine quella di non toccarsi le parti sensibili e più a rischio contagio, ovvero il ​​viso e in special modo le zone attorno alla bocca, al naso e agli occhi, prima di essersi ben lavati le mani e averle protette con un gel disinfettante.

Le maniglie sono indubbiamente tra gli elementi di casa che vengono toccati con maggiore frequenza e da più persone sia all’interno che all’esterno dell’abitazione; non ci riferiamo solo a quelle di porte e finestre, ma anche di quelle di elettrodomestici come frigorifero, forno e lavastoviglie, che maneggiamo più volte quotidianamente e quasi mai con le mani ben pulite.

Anche pomelli ed erogatori dei rubinetti, sia in bagno che in cucina, vengono toccati piuttosto spesso, e, vista la collocazione in luoghi così delicati della casa, andrebbero disinfettanti anche a prescindere dalla presenza di un caso Covid così come gli interruttori della luce delle stanze.

Inutile sottolineare quanto nel bagno non possano essere sottovalutate aree come lavandino, doccia e sanitari (compreso lo scopino, spesso trascurato!) così come del resto in cucina risulta fondamentale essere attenti a tenere bene igienizzati lavello, frigo e superfici di lavoro in genere; gli strofinacci della cucina e gli asciugamani del bagno, o salviette che dir si voglia, vanno cambiati con buona frequenza e lavati in maniera accurata.

Consigliamo di non trascurare la pulizia e disinfezione della pattumiera in cucina e in bagno, prima di tutto lavando i bidoncini con acqua calda e sapone, asciugando con la carta e infine completando il lavoro utilizzando un disinfettante a contatto.

Alcune buone abitudini possono risultare davvero importanti per questo genere di pulizia accurata ; utilizzare panni e spugne differenti per ogni singolo ambiente (magari utilizzando il “codice colore”) di casa favorisce una migliore igiene, così come il lavaggio e (quando non più sufficiente) la sostituzione frequente degli stessi strumenti per la pulizia, evita che il risultato del nostro sforzo sia paradossalmente quello di diffondere germi e batteri sulle superfici invece di abbatterne la carica nociva.

Altrettanto importante è la cura dei vestiti che il soggetto positivo cambierà di giorno in giorno, e che andranno lavati per tutela alla massima temperatura indicata, dopo averli maneggiati con gran cura e con l’ausilio di guanti e indossando preferibilmente la mascherina, dato che saranno verosimilmente tra gli oggetti a più alto tasso d’infezione tra quelli presenti in casa, così come asciugamani e lenzuola utilizzati andranno cambiati spesso e lavati a 90 gradi o a temperatura più bassa ma con l’ausilio di un prodotto disinfettante.

Speriamo che questi consigli possano tornarvi utili a prescindere dalla situazione in corso, dato che la corretta disinfezione degli ambienti domestici resta una buona abitudine fondamentale.

La Cmz è una impresa di sanificazioni autorizzata e che svolge interventi di disinfezione e igienizzazione nelle province di Monza e Brianza e Milano ; contattateci per una valutazione delle vostre esigenze

Articolo pubblicato il 18/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 18/01/2024.

Ti Spazzo In Due • E finalmente le imprese di pulizia italiane vanno in tv !

“Ti Spazzo In Due” – E finalmente le imprese di pulizia italiane vanno in tv !

E’ da una vita che qui in Cmz di tanto in tanto ci guardiamo negli occhi per dirci che “sulle imprese di pulizia dovrebbero farci un film !!”, tra il serio e il faceto, considerando quante incredibili cose abbiamo visto e vissuto tra collaboratori improbabili e clienti strampalati, lavori straordinari e ordinaria amministrazione; anzi, più che un film abbiamo sempre immaginato una serie tv da almeno 10 stagioni !

 Ora, grazie al nuovo format “Ti spazzo in due”, che va in onda il Mercoledì sera su Real Time (DTT, canale 31) abbiamo il primo “docureality” al 100% prodotto e girato in Italia, che ruota intorno alla missione impossibile di una impresa di pulizia pugliese gestita da un “board” interamente femminile.

Al centro della scena ci sono le donne della famiglia Paglionico, tre generazioni e mezzo di coraggio e passione dalle origini fieramente pugliesi al più naturale dei “trapianti” al Nord Italia, titolari di un’impresa di pulizie a gestione familiare che di volta in volta si interfacceranno con clienti esigenti, sfacciati e senza freno.

L’impresa di pulizia, esattamente come capita spesso alla Cmz per le pulizie in appartamento a Milano e Monza, viene contattata da un proprietario di casa per pulire a fondo tutto il possibile e la puntata prende avvio con il più classico ed immancabile sopralluogo nel quale le Paglionico dimostrano tutto il proprio savoir faire e una grande capacità di far esprimere il cliente per raccoglierne meglio le esigenze.

La fase di incontro con il cliente è lo spunto per offrire tutta una serie di consigli agli spettatori sulle pulizie in appartamento, una sorta di tutorial piuttosto familiare agli spettatori di Youtube reso senz’altro più leggero e “spettacolare” da tutta una serie di effetti e di tocchi a sorpresa che rendono i consigli sulle pulizie leggeri e gradevoli anche per un pubblico di non addetti ai lavori.

 Le cinque donne che gestiscono l’impresa di pulizie hanno dei caratteri molto marcati, e volutamente esagerati, proprio per offrire al pubblico la giusta dose di “fiction” senza la quale il pulito in sé e per sé risulterebbe di certo meno interessante;  andiamo da Antonella, mamma e boss dell’impresa di pulizia, che con grande abilità e capacità “manageriale” gestisce l’impresa di famiglia e si prosegue con la sorella minore Anna, molto sopra le righe ed entusiasta, in frequente contrasto con il “boss”; quindi arriva l’esperienza di nonna Rosy, la veterana che non accenna a fare un passo indietro, per arrivare a Tiziana e Veronica, le figlie di Antonella , che un giorno probabilmente prenderanno il comando ma ad oggi sono soggette alla dura gavetta delle pulizie più pesanti.

Sicuramente nella fiction televisivo di Discovery Real Time è tutto un po’ troppo semplice e leggero rispetto alla dura realtà di una vera impresa di pulizia attiva sul territorio di Monza e Milano da più di 30 anni ; non tutto è rosa e fiori, e sarebbe senz’altro stato interessante se in “Ti spazzo in due” si entrasse più nel merito reale degli aspetti gestionali di un’ impresa, delle criticità ma anche della grande umanità di tutto quello che a che fare con il personale addetto, delle difficoltà nell’elaborare un preventivo che corrisponda alle esigenze di un cliente per qualcosa che ha sempre un che di astratto e personale, come il pulito, ma che tutti vorrebbero fosse “oggettivo” e “calcolabile”.

Fino ad oggi gli unici programmi dedicati alle pulizie, in format USA, sono stati gli oramai celebri Malati di pulito e Sepolti in casa , che abbiamo più volte citato per la grande esperienza della Cmz nel trattamento di casi di isolamento sociale, disturbo da accumulo seriale e barbonismo domestico in tutta la Lombardia. Qui è tutto molto più rilassato e divertente, lo scopo non è certo quello di mettere in guardia o “terrorizzare” ma intrattenere dando però dignità, visibilità, e anche un po’ di glamour ad una delle attività indispensabili per ogni ufficio che si rispetti e per ogni appartamento con esigenze speciali.

Ancor più lodevole che si sia deciso di dare visibilità ad una impresa di pulizie interamente al femminile, visto che il nostro è forse uno dei primi settori ad essersi largamente aperto, anche in Italia, all’imprenditoria “in rosa” con centinaia di casi di successo in tempi ancora purtroppo “non sospetti”.

Il programma di Discovery Real Time è dunque promosso, e per tutto quello che riguarda le pulizie in casa e in ufficio vi invitiamo a contattare la Cmz per un sopralluogo gratuito ed un preventivo senza impegno economico.

Articolo pubblicato il 18/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 18/01/2024.

POLITICA DEL PREZZO “PIU’BASSO” SETTORE CLEANING – SERVIZI – IMPRESA DI PULIZIE

QUESTO IL NOSTRO PENSIERO SULLA POLITICA DEL PREZZO “PIU’ BASSO” SETTORE CLEANING – SERVIZI – IMPRESA DI PULIZIE

Spesso, troppo spesso o quasi sempre, nel mondo delle imprese di pulizie, non vengono considerati e valutati i costi “intrinsechi”, nascosti.

Organizzare una squadra, dei turni con presenze, la gestione del magazzino, i controlli qualità, le sostituzioni, la gestione degli straordinari, cedolini, permessi, ferie e malattie, richiedono una mole importante di ore backoffice.

Che non viene e non può essere preventivato ed inserito nel budget ore previste, ovvero, nell’importo pattuito.

Perché il rapporto impresa di pulizie/cliente viene inquadrato con il mero “quante ore ci mettete”.

No, non è cosi.

Le ore prestate sono una piccola parte per una impresa di pulizia.

Dietro un universo, che non viene riconosciuto.

Se un produttore di bibite computa nei costi il marketing, il commerciale, l’amministrazione, la produzione, packaging, distribuzione e logistica etc, etc, è normale.

Per il nostro settore, quante ore a settimana? 2, al mese 8 (spesso senza considerare la presenza di “quinte settimane”). Fine.

Divise, badge, visite mediche, continuo? No. Meglio di no.

Ognuno giusto tiri l’acqua al proprio mulino.

Che margini pensate abbia un’impresa di pulizie? Un dipendente addetto alle pulizie ha un costo lordo di quasi 15 euro orari se correttamente inquadrato e formato e senza particolari mansioni specifiche ed anzianità. Partiamo dunque da questo dato di fatto. Impossibile scendere sotto un simile importo.

Al dipendente restano circa 6 euro netti in busta ed il biglietto meno caro costa circa 2 euro, tempo per recarsi al lavoro… Al quale si propone di andare in centro a Milano per lavorare 2 ore a settimana. Per 12 euro circa. Con 4 euro di biglietti.

Risultato? Nessuno si renderà disponibile a queste condizioni.

Sono cambiate le normative sulla sicurezza, la formazione, il medico competente, le pretese.

Facciamo questi conti.

Un’impresa di pulizie riceve centinaia di mail al giorno per le richieste più disparate. Fare attenzione al lavandino che non si otturi, inserire il nuovo codice dell’antifurto, restare fuori dalla porta perché la serratura cambiata mezz’ora prima senza avvisarci.

Questo ha un valore se seguito ed organizzato.

Perché consente al proprio cliente di dedicarsi al proprio core business e di manlevare “le inezie”, che per noi però sono costi gestionali altissimi.

Organizzare una sostituzione per malattia, spesso richiede almeno 2 ore di lavoro. A meno che l’azienda non abbia dei “jolly” a chiamata. Assunti senza lavorare ma retribuiti.

Anni fa venni contattato da un cliente storico.

Una morte tragica in produzione.

Avevo personalmente pulito quanto restasse di quella povera persona. C’erano forze dell’ordine, ispettori, di ogni.

Non volli chiedere un solo centesimo per quella uscita e non lo chiesi.

Non venni nemmeno mai ringraziato.

Di li a poco disdirono il contratto per risparmiare.

Questa è fantascienza ed è il mondo che non vorrei.

Questo di oggi non è uno sfogo, ma dopo la ricezione di almeno una cinquantina di mail pervenute dallo stesso cliente, per arrivare alla definizione di uno sconto importante, senza considerare tutto quanto sopra meglio descritto, ho deciso di pubblicare questo articolo.

Mentivo. E’ vero a ripensarci è proprio uno sfogo, che spero vogliate comprendere. E’ bello di tanto in tanto comprendere l’altra versione.

Quella più umile, di un lavoro difficile, semplice ma davvero tanto tanto complesso.

Buona lettura!

Estratto da una nostra risposta di una recentissima corrispondenza via mail:

Gentilissime xxx ,

è stato un piacere poterci confrontare con entrambe al telefono e chiarire meglio la situazione.

Confermiamo che l’intervento di ieri è stato svolto correttamente al xxx piano, come concordato nei giorni scorsi ed a seguito del primo intervento extra di Lunedì già presso i nuovi ambienti.

Ci scusiamo se l’indicazione di pulire la sola cucina al piano xxx è andata persa, nella mole di informazioni, per una piccola dimenticanza del collega, ed avete fatto bene a farcelo notare in modo che questa richiesta sia ora per noi acquisita.

Per la massima serietà dobbiamo confermare che la situazione attuale delle pulizie al xxx piano rende piuttosto complicato restituirvi una situazione soddisfacente con le sole ore del servizio ordinario, tra l’altro adeguate ad un canone purtroppo più basso di quanto da noi proposto; certamente è stato commesso anche qualche errore, favorito dalle circostanze, e la collega xxx ha fatto bene a porsi il dubbio e la ringraziamo per la sua trasparenza.

Sappiamo bene che fin quando i lavori non saranno conclusi potrà forse sembrare uno spreco concedere ore per lavori straordinari, ma se non potremo fare del lavoro in più in queste settimane si creerà un accumulo molto difficile da gestire sul breve periodo, e per voi una situazione poco soddisfacente e gradevole.

Vorremmo quindi chiedervi nuovamente di concederci un monte ore extra da gestire nei prossimi turni per un risultato più adatto alle vostre aspettative e, immagino, a quelle della vostra dirigenza.

In secondo luogo, ma la questione è ancora più importante, prima di passare alla firma del contratto credo ci sia da chiedersi un’ultima volta e seriamente se non valga la pena di adeguare la proposta ad una cifra più vicina a quella da noi proposta in seconda battuta, ovvero Euro 810 + Iva al mese al posto dei Euro 760 + Iva da voi, mi permetto, forse troppo rigidamente riproposti senza accogliere nessuna delle nostre ben motivate spiegazioni.

Si tratta di soli 50 Euro + Iva in più, una cifra irrisoria, che però, sulle basse marginalità che ricaviamo, ci offre un minimo di flessibilità in più nel gestire il cantiere e poter assegnare del tempo ; riteniamo sia una soglia che possiate serenamente investire in cambio di un servizio più idoneo.

Senza questo sarà sinceramente più complicato offrire un livello che vada oltre uno standard base, e non è certo questo il modo in cui vorremmo seguirvi.

 La prima quotazione “abbondante” (quella da tre turni da 1150 Euro al mese, poi 1010 per due) era stata formulata per coprire ogni futura necessità ed integrazione degli spazi, il rischio nella situazione attuale è di dover riformulare la proposta ogni volta che nei vostri spazi si aggiungerà qualcosa di sostanziale, dal montaggio della cucina a presenze incrementate di personale, o dovervi rispondere che non possiamo occuparcene alla stessa cifra

La prima proposta non era “maliziosamente alta”; era a nostro parere lungimirante per un’azienda in sviluppo come xxx.

Fatti poi i dovuti adeguamenti, perché oggettivamente sovrabbondante, riteniamo si possa trovare facilmente un accordo leggermente più aperto.

Se l’orientamento da parte vostra non fosse questo è forse consigliabile darsi un periodo di reciproca valutazione sulla fattibilità del lavoro in queste condizioni, prima di passare alle firme.

Crediamo che ci si debba sempre interrogare su cosa significhi esattamente risparmiare o tagliare un costo e se, nella sostanza, non si rischi di aumentarne gli effetti in termini di “perdite di tempo” e minore efficienza.

Riteniamo che nel risultato acquisito vada considerato anche il servizio effettivo che “ci si porta a casa“; siamo certi possiate trovare concorrenti che si offrano a meno, specie sulla carta, ma temo non con la stessa attenzione e devota cura.

State toccando con mano in questi giorni quanto tempo e quante attenzioni occorrano per far bene (o almeno provarci) questo lavoro.

Sappiamo bene come il nostro servizio sia tra i primi a venire ritenuto facilmente scalabile dal punto di vista dei costi, commodity con poco valore aggiunto differenziale, per poi accorgersi di quanto sia strategico per un’azienda dinamica e in crescita.

La posizione, più che legittima, dell’ufficio acquisti che deve badare alle cifre e ai costi, su servizi delicati come il nostro deve però incrociare quella di chi, all’interno della stessa azienda, segue il servizio nella sua quotidianità e ben conosce tutto quanto va oltre i “freddi numeri“.

Vi chiediamo di voler considerare il nostro punto di vista anche nel vostro sincero interesse.

Molte grazie per il vostro tempo e la vostra attenzione.

Un saluto cordiale e a risentirci presto

Articolo pubblicato il 16/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 16/01/2024.

Barbonismo Domestico a Milano; numeri e dati

Un numero significativo, tra i 200 e 300 sopralluoghi svolti in un anno per situazioni di degrado abitativo, “barbonismo domestico” e accumulo compulsivo, con una costante crescita nell’ultimo quinquennio e con ulteriore aumento atteso a seguito dell’aggravarsi di molte situazioni di questo genere a causa della pandemia che ha isolato ulteriormente i soggetti più fragili.

Sono questi i dati che emergono da alcuni recenti informative rilasciate da membri autorevoli dell’Azienda Sanitaria di Milano e Provincia, sempre più impegnata con il suo “Servizio di Igiene Pubblica” nella gestione di questa tipologia di casi, soprattutto per situazioni già arrivate oltre i limiti di sopportazione e segnalate da vicini e parenti di chi vive in queste condizioni, situazioni che sovente diventano note solo dopo fatti tragici che portano alla luce vicende oramai irrimediabili nel totale abbandono e nella solitudine più completa.

Interventi congiunti, che possono riguardare e coinvolgere figure professionali e squadre diverse, ma che nei casi più complessi arrivano a richiedere uno sforzo comune da parte di amministrazioni locali, forze dell’ordine, vigili del fuoco, fino agli assistenti sociali e al coinvolgimento dei veterinari che prendono in cura gli animali loro malgrado costretti a convivere, se sopravvissuti, nelle condizioni che abbiamo descritto.

Una “joint venture” che però non necessariamente riesce a garantire il raggiungimento del risultato atteso, perché spesso il soggetto colpito da isolamento domestico non vuole farsi aiutare e resiste ad ogni forma di supporto, fino ad un eventuale intervento forzato segue e accompagna il famigerato “Trattamento Sanitario Obbligatorio” finalizzato a tutelare la salute del soggetto e l’incolumità della salute pubblica.

Solo due anni fa un’anziana signora venne trovata in condizioni serie di salute dopo oltre 10 giorni dalla sua scomparsa da casa, salvata dai Vigili del Fuoco dopo alcune segnalazioni; questa persona era proprietaria di ben tre appartamenti nello stesso caseggiato ma tutti e tre totalmente invasi da rifiuti e vecchi oggetti accatastati di ogni genere e man mano diventati invivibili, ma nessuno tra i vicini aveva segnalato la situazione e addirittura il portiere, con guardiola proprio di fronte ad uno degli alloggi, ha affermato di non essersi mai accorto di nulla; in un caso analogo un’altra persona colpita da accumulo compulsivo aveva addirittura abbandonato casa per vivere in affitto nello stesso stabile, si, ma in un box nel quale aveva comunque ricominciato a stipare ogni genere di oggetto.

La Sindrome di Diogene, o “Barbonismo Domestico” è appunto una grave forma di patologia che fa sì che le persone che ne vengono colpite trattengano in casa ogni genere di oggetto, con il pensiero iniziale di trarne qualche forma di utilità o per l’incapacità a separarsi dalle cose, finanche la spazzatura, gli oggetti rotti fino ad arrivare addirittura ad elementi che si deteriorano generando miasmi e liquami, fino all’estremo passo della “conservazione” dei propri rifiuti corporei, come in molti casi di isolamento domestico e accumulo compulsivo trattati dalla Cmz a Milano e Monza negli ultimi mesi.

Casi per i quali l’intervento di pulizia e sgombero viene richiesto dai parenti della persona in difficoltà, ma spesso su segnalazione pressante dei vicini di casa oramai esasperati dai disagi, ancor più quando l’appartamento si trova in condominio; in casi del genere i cattivi odori, il proliferare d’insetti e roditori, e la condizione generale di insicurezza per il progressivo degrado degli impianti igienici, idraulici ed elettrici, con i rischi del caso, vengono percepiti come un gravo pericolo oltre la soglia tollerabile.

Tra i casi più estremi e complessi quello di chi utilizza i balconi come vera e propria piccionaia, col risultato che i volatili, dopo avere familiarizzato con l’ambiente domestico, siano arrivati a colonizzarlo in ogni anfratto, o case che sono arrivate ad ospitare fino a 40 gatti in condizioni igieniche disperate e con gravissime ripercussioni sulla salute dei quadrupedi, dai quali però la proprietaria non era in grado di separarsi ma neppure di prendersene cura in maniera minimamente corretta.

L’Università Statale di Milano negli anni passati ha disposto dei campionamenti dell’aria “raccolta” in circa una trentina di appartamenti di accumulatori seriali; da questa analisi è emerso in modo chiaro come in questi ambienti siano presenti elementi inquinanti e muffe in misura di gran lunga superiori rispetto a quelli di abitazioni “normali”, la prova evidente che per chi vive in queste condizioni aumenta significativamente anche il rischio di patologie respiratorie.

Immaginate un appartamento buio, nel quale le tapparelle non vengono sollevate da mesi e le finestre restano chiuse anche nei mesi estivi, nel quale il soggetto colpito dalla patologia vive oramai immerso ed assuefatto ad un tanfo che è un misto di sporco pesante, muffa, polvere e umidità oramai permeato in ogni anfratto e che si avverte distintamente parecchi metri prima di varcare la soglia di casa anche a porta chiusa, talvolta già dal portone d’ingresso ; la Cmz si è occupata con successo di molti casi di Barbonismo Domestico a Milano e in tutta la Lombardia, ma anche in diverse altre regioni del Nord Italia.

Articolo pubblicato il 15/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 15/01/2024.

RIENTRO AL LAVORO DOPO POSITIVITÀ AL COVID-19

RIENTRO AL LAVORO DOPO POSITIVITÀ AL COVID-19

Come previsto dal DPCM 03/11/2020, Allegato 12, paragrafo 12: 

Per il reintegro progressivo di lavoratori dopo l’infezione da COVID19, il medico competente, previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza, effettua la visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare l’idoneità alla mansione (D.Lgs 81/08 e s.m.i, art. 41, c. 2 lett. e-ter), anche per valutare profili specifici di rischiosità e comunque indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia.

E’ necessario informare il medico competente prima di consentire il rientro al lavoro di un dipendente.

Non esitate a contattarci al n. 039 2001834 oppure via mail all’indirizzo info@ciemmezeta.it

Articolo pubblicato il 15/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 15/01/2024.

Addetto alle pulizie, finalmente una professione riconosciuta!

Addetto alle pulizie, finalmente una professione riconosciuta!

Articolo tratto dalla newsletter GSANEWS del 27/3/2023

Formazione, professionalizzazione, qualificazione, emersione, dignità. Parole-chiave che da anni aleggiano in un settore che, nonostante le glorificazioni dei tempi pandemici, sembra proprio tornato in quel limbo oscuro in cui purtroppo è spesso relegato.

Una svolta fondamentale

D’altra parte, bisogna anche ammettere che di iniziative concrete, a partire dal legislatore e dagli enti formatori (che perlopiù hanno lasciato il campo a più o meno virtuose iniziative private), se ne sono viste ben poche. Adesso però è arrivato il momento di una decisa accelerazione in questo senso. Tutto è pronto, dall’opinione pubblica ai decisori, e non ci sono più scuse. Issa Pulire 2023, a Fiera Milano Rho, è il palcoscenico giusto per presentare un’iniziativa-pilota destinata ad imprimere un’importante svolta nel panorama formativo del settore, lombardo e più in generale nazionale.

L’evento del 10 maggio, destinato a “fare storia”

Il giorno 10 maggio, dalle 11.30 alle 12.30 in Sala LEM, attigua al Padiglione 12, è in calendario la presentazione della creazione della nuova figura professionale di “Addetto alle pulizie” inserita nel quadro regionale degli standard professionali della Lombardia. Va ricordato, a tale proposito, che lo spazio di autonomia che la Costituzione lascia alle regioni in termini di formazione professionale -che trova radice nella necessità di declinare l’offerta formativa sulla scorta delle effettive esigenze del territorio- permette, anzi favorisce l’inserimento nelle proposte formative di figure ad hoc per i vari settori del mercato. E’ molto importante dunque ciò che è avvenuto il 23 marzo scorso, quando su iniziativa di ALIS, Associazione Provinciale Milanese Imprese di pulizia/ servizi integrati/multiservizi aderente a Confcommercio, di SK Spa impresa di servizi ad essa associata e di Issa Pulire Network la Regione Lombardia ha riconosciuto e integrato nel Quadro Regionale degli Standard Professionali la figura professionale di ”Addetto alle Pulizie”.

Una figura strutturata

L’Addetto alle pulizie dunque vivrà finalmente, anche nel tessuto produttivo italiano, una condizione di propria autonomia come soggetto qualificato e con un profilo determinato e riconosciuto. Si innesta in questo la possibilità di accedere alla Programmazione Regionale del Fondo Sociale Europeo e all’assegnazione di voucher aziendali per interventi di Formazione Continua. A dettagliare l’iter e soprattutto le ragioni dell’iniziativa saranno, nel corso dell’evento, Gabriele Cartasegna – Direttore generale CAPAC Politecnico del Commercio e del Turismo, Toni D’Andrea – AD Issa Pulire Network, Nicola Burlin – AD SK spa, Cesare Grassi – Direttore operativo di Fondazione Scuola Nazionale Servizi, formatore certificato CIMS e Andrea Risi – Presidente ALIS.

Il Corso ha un programma di 60 ore, tenuto dal CAPAC con la collaborazione di Issa Pulire Network che rappresenta in esclusiva l’Istituto CIMS in Italia. Al suo superamento, verrà dato al corsista un attestato di certificazione delle competenze rilasciato dalla regione Lombardia, oltre all’attestato CIMS, con validità nazionale ed estera.

La dignità di un lavoro di assoluto valore

Il tema della dignità richiama e anima da sempre molte delle riflessioni che abbiamo fatto in tutti questi anni, soprattutto quando quel valore è riferito ad una categoria professionale, quella degli addetti alle pulizie, che nell’immaginario collettivo è stata sempre stata guardata con sospetto e noncuranza tanto da essere classificata, in qualche estrema circostanza, come un “non lavoro”. Quello degli addetti alle pulizie è un servizio discreto, che si eroga nel silenzio, spesso in solitudine, quando i luoghi di lavoro sono ancora deserti e quando la loro presenza non condiziona alcuna altra attività.

Oltre 600mila addetti h24

I numeri sono imponenti: parliamo di una comunità di oltre 600mila persone che tutti giorni, 24 ore su 24, garantisce a tutti, spesso utenti distratti, condizioni di salubrità e di sicurezza necessarie. Un’attività labour intensive che determina il grado di modernità e di evoluzione sociale e che afferma in modo assoluto il confine della dignità. “Dopo anni di improvvisazioni e forse di consapevoli distrazioni -dice Andrea Risi Presidente ALIS-  abbiamo ritenuto necessario dare a questa categoria una posizione propria ed un perimetro di competenze e responsabilità  ben definito così da riconoscerlo, in un universo di attività, come un vero lavoro”.

Le motivazioni

Non è un mistero che la centralità del ruolo di chi pulisce sia emersa impietosamente durante la recente situazione venutasi a creare in conseguenza della pandemia Covid 2019: una condizione emergenziale, improvvisa e imprevedibile, che ha indotto le aziende a riorganizzare gli spazi e le attività con specifica attenzione alla sanificazione e pulizia degli ambienti; tali operazioni richiedono l’intervento di professionisti del settore adeguatamente formati e preparati. L’esigenza nasce anche dalle situazioni legate agli infortuni dei dipendenti: è importante, pertanto, che i servizi inerenti tale professione vengano svolti da soggetti qualificati: in tal senso la certificazione delle competenze permette di qualificare l’attività.

Di cosa si occupa l’Addetto alle pulizie

Si entra poi nel dettaglio della proposta formativa, con la disamina degli ambiti di attività. Nello specifico, l’Addetto alle pulizie si occupa di: mantenere le condizioni di igiene e sicurezza negli ambienti civili e di lavoro; sanificare e disinfettare gli ambienti; conferire i rifiuti. Non basta: per fare ciò, è necessario prevedere espressamente l’impiego di materiali, prodotti, macchinari e attrezzature specifici. L’addetto, inoltre, nello svolgimento delle sue mansioni, assicura: criteri di sostenibilità; criteri di qualità e controllo; criteri di sicurezza personale, svolgendo la propria attività al servizio di clienti pubblici e privati. Generalmente svolge la propria attività in ambienti civili e industriali di lavoro, comunità, stabilimenti, centri sportivi, ambienti sanitari.

Il profilo professionale

Per ciò che concerne l’inquadramento professionale, l’Addetto è un profilo del settore industriale, domestico, commerciale, lavorativo. Gestisce l’insieme delle attività finalizzate alla gestione di interventi di pulizia ordinaria e straordinaria e di sanificazione, e può lavorare in squadra o singolarmente. Più tecnicamente, sotto il profilo del “framework” europeo delle qualificazioni (Eqf), siamo a livello 3. Per l’Istat si colloca sotto i seguenti profili: 8.1.4.3.0 Personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia di uffici ed esercizi commerciali; 6.1.5.1.0 Operai addetti ai servizi di igiene e pulizia. Se poi passiamo ai Codici di Attività economiche (Ateco), la classificazione richiama i codici 81.10.00 (Servizi integrati di gestione agli edifici), 81.21.00 (Pulizia generale non specializzata di edifici), 81.29.99 (Altre attività di pulizia).

Conoscenze e competenze-chiave

Il livello 3 Eqf prevede poi una serie di competenze. Nel caso dell’Addetto alle pulizie si parla in primo luogo di realizzare le attività di pulizia e sanificazione sulla base di conoscenze tra le quali annoveriamo elementi di igiene ambientale e di igiene personale, caratteristiche degli ambienti di contesto (forme di sporco e tipologie di superfici), tipologia di pulizia: manuale e meccanica, elementi di sicurezza, prevenzione e protezione negli ambienti, elementi di igiene, sicurezza, prevenzione e protezione per la pulizia dei piani alti, elementi di valutazione dei rischi e misure di protezione delle superfici.

Saper conoscere i prodotti e le classificazioni

Molto importante è la conoscenza della classificazione dei prodotti: simbologia, segnaletica, rischio, stoccaggio, etichettatura, conservazione, e delle caratteristiche delle attrezzature e dei macchinari. Non può mancare la conoscenza delle specifiche del servizio di pulizia e relativa organizzazione, di elementi di eco-sostenibilità ed eco-compatibilità e di elementi di gestione del magazzino.

La abilità richieste

Oltre alle conoscenze e alle competenze, sappiamo che i percorsi formativi prevedono anche una serie di abilità. Qui troviamo, oltre alle altre, l’applicazione di tecniche di pulizia degli ambienti, di tecniche e procedure di sanificazione degli ambienti, di procedure di sicurezza e prevenzione. inoltre l’utilizzo di dispositivi di protezione individuali, di prodotti chimici per le pulizie (detergenti, disinfettanti, solventi, disincrostanti, cere), di attrezzature e macchinari per la pulizia degli ambienti, di scale, trabattelli e dispositivi antisdrucciolo, il tutto con grande attenzione all’ecosostenibilità.

La gestione dei rifiuti

Fra le altre competenze richieste c’è quella legata alla raccolta e al conferimento di rifiuti. In questo caso occorre conoscere elementi di igiene ambientale, normative vigenti di settore, tipologia di classificazione e composizione dei rifiuti, tipologia di raccolta differenziata, selezione e conferimento dei rifiuti (urbani e assimilati, speciali, pericolosi, tossici e nocivi) ed elementi di sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro. Fra le abilità si annoverano: applicare norme tecniche per l’impiego, la conservazione e il conferimento dei prodotti chimici; applicare modalità di raccolta differenziata, selezione e conferimento dei rifiuti, l’utilizzo corretto dei dpi. Inoltre, saper applicare procedure di sanificazione degli ambienti, utilizzare materiali e apparecchiature adeguate nonché prodotti per la pulizia e sanificazione dei locali.

Articolo tratto dalla newsletter GSANEWS del 27/3/2023

Addetto alle pulizie, finalmente una professione riconosciuta!
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