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La categoria news ti tiene aggiornato sulle ultime novità e tendenze nel mondo delle pulizie. Scopri i nuovi prodotti e tecnologie per le pulizie, le iniziative e i progetti della nostra azienda di pulizie con sede a Monza, e le notizie sulle attività e gli eventi a tema pulizie. Questa sezione ti permette di restare sempre informato e all'avanguardia nel mondo delle pulizie, e di scoprire come possiamo aiutarti a mantenere la tua casa o il tuo ufficio sempre puliti e ordinati.

Articolo pubblicato il 29/03/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 29/03/2024.

Professione “Addetto alle pulizie e sanificazione”Pulizie e Contratto collettivo

Pulizie e Contratto collettivo

Articolo tratto da GSA NEWSLETTER

Il corso addetto alle pulizie e sanificazione

Si parla spesso, nel settore pulizie/ multiservizi/ servizi integrati, dell’importanza di una formazione che sia finalmente resa strutturale e certificabile, ed entri a tutti gli effetti a far parte di un percorso formativo messo a sistema, ben organizzato e strutturato, al termine del quale acquisire un attestato con valore pubblico riconosciuto a livello nazionale ed europeo.

Il corso “Addetto alle pulizie e sanificazione”
Proprio in questa direzione si muove l’iniziativa di Capac, Politecnico del Commercio e del Turismo con sede a Milano. Infatti, in collaborazione con Issa Pulire Network e Fondazionale Scuola Nazionale Servizi (che erogheranno la docenza), Service Key, Alis Confcommercio, sponsor tecnico Vemac, ha inserito nella propria offerta formativa il corso per “Addetto alle pulizie e sanificazione”, con avvio delle lezioni l’8 aprile 2024 e durata di 40 ore.

A chi si rivolge
L’iniziativa si rivolge a chi desidera intraprendere la professione di addetto alle pulizie e alla sanificazione acquisendo le conoscenze fondamentali e i metodi di lavoro per gestire interventi di pulizia ordinaria e straordinaria e di sanificazione, lavorando in squadra o singolarmente. Un passo importantissimo in direzione dell’emersione e della professionalizzazione del settore.

I contenuti
Due le aree formative previste: Realizzazione di attività di pulizia e sanificazione (caratteristiche degli ambienti, forme di sporco e tipologie di superfici, tipologia di pulizia -meccanica e manuale-, tecniche di pulizia e sanificazione degli ambienti; Raccolta e conferimento rifiuti.
Entrambe le competenze saranno, come vedremo, oggetto di certificazione e attestazione spendibile in Italia e non solo.

Attestato riconosciuto: un’iniziativa che… fa scuola!
La frequenza è prevista nelle giornate di lunedì e martedì in orario serale (18-21), con un massimo di assenze del 25% sul monte ore complessivo. Al termine del percorso, ai corsisti che avranno superato le prove finali con esito positivo verrà rilasciato un “Attestato regionale con valore pubblico spendibile a livello nazionale ed europeo di Addetto alle pulizie e sanificazione” rilasciato da Regione Lombardia e riconosciuto in tutta l’Unione Europea, redatto in italiano, inglese, tedesco e francese, nel quale saranno certificate le seguenti due competenze: realizzare le attività di pulizia e sanificazione; effettuare la
raccolta e il conferimento dei rifiuti.
Non c’è che dire: proprio un’iniziativa destinata a… fare scuola!

Info www.capac.it

Articolo pubblicato il 29/03/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 29/03/2024.

Pulizie e Contratto collettivo

Pulizie e Contratto collettivo

Articolo tratto da GSA NEWSLETTER

Analizziamo la sentenza n. 728 del 22 dicembre 2023 con cui la Corte d’Appello di Firenze afferma che ai dipendenti della stessa società, che svolgono identiche mansioni, non possono essere applicati diversi contratti collettivi. Il fatto è di particolare interesse per il settore delle pulizie/ multiservizi/ servizi integrati in primo luogo perché riguarda proprio una dipendente di un’impresa di pulizie, inoltre perché ribalta un orientamento giurisprudenziale risalente e consolidato.

In particolare l’operatrice, adibita ad un appalto avente ad oggetto le attività di pulizia in un hotel, è ricorsa giudizialmente al fine di ottenere l’applicazione del medesimo Ccnl utilizzato per altre dipendenti assunte precedentemente. Infatti la situazione di fatto prevedeva l’applicazione del Ccnl “Facility management” siglato da Ugl e Unicoop per le dipendenti assunte da poco, e quella del (più favorevole) Contratto Turismo Federalberghi per quelle assunte da più tempo, stante il vincolo allora assunto dal committente e dalle imprese appaltatrici.

Un trattamento iniquo secondo il collegio fiorentino. La Corte ha rilevato, in via preliminare, che ai dipendenti della stessa impresa che espletano la medesima attività non possono essere applicati contratti collettivi diversi: un principio-scuola di grande rilevanza. In caso contrario si finirebbe per violare il precetto di cui all’art. 2070 del Codice civile, il quale prevede al c. 1 che “l’appartenenza alla categoria professionale, ai fini dell’applicazione del contratto collettivo, si determina secondo l’attività effettivamente esercitata dall’imprenditore”. E al comma 2 prosegue: “Se l’imprenditore esercita distinte attività aventi carattere autonomo, si applicano ai rispettivi rapporti di lavoro le norme dei contratti collettivi corrispondenti alle singole attività”.

Ad essere violato, però, non è solo il principio di coerenza, ma anche il più generale dovere di correttezza e buona fede che deve informare, bilateralmente, ogni rapporto di lavoro, stante l’evidente disparità di trattamento messa in atto dal datore non solo sotto il profilo retributivo, ma in relazione a tutti gli aspetti del rapporto.

La questione dell’applicazione dei Ccnl nel settore delle pulizie/ servizi integrati/ multiservizi, peraltro, resta molto dibattuta. Dicevamo poc’anzi che si tratta di un pronunciamento di grande rilievo anche per il carattere di innovatività che riveste rispetto agli orientamenti giurisprudenziali precedenti. Stando a questi ultimi, infatti, al dipendente era lecito aspirare all’applicazione di un Ccnl diverso se il datore di lavoro privato non vi fosse obbligato per appartenenza sindacale, ma può solo farvi eventuale riferimento per la verifica sulla giusta retribuzione costituzionale (art. 36).

Con la sentenza di Firenze, peraltro, si crea un precedente giurisprudenziale non solo in relazione all’equità e omogeneità di trattamento, alla dignità retributiva e alle complessive condizioni di lavoro,  ma anche in merito alla definizione del contratto collettivo cui i datori devono riferirsi per la disciplina unitaria del rapporto con tutti i dipendenti che svolgono le medesime mansioni.

Link sentenza 728/23 Corte Appello Firenze

 

Articolo pubblicato il 21/03/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 21/03/2024.

Intelligenza Artificiale IA e imprese di pulizie

L’intelligenza artificiale (IA) sta rivoluzionando molti settori, compreso quello delle imprese di pulizie e dei servizi di pulizia. Ecco alcuni scenari e sviluppi che potremmo vedere nel prossimo futuro:

1. Automazione dei Processi di Pulizia:

  • L’IA può essere utilizzata per sviluppare robot e dispositivi autonomi in grado di pulire gli ambienti senza la necessità di intervento umano. Questi robot possono essere programmati per navigare in modo intelligente negli spazi, identificare le aree da pulire e utilizzare i prodotti appropriati per il compito.

2. Ottimizzazione delle Pianificazioni e delle Rotte:

  • Gli algoritmi di IA possono essere utilizzati per ottimizzare le pianificazioni delle pulizie e le rotte dei lavoratori, massimizzando l’efficienza operativa e riducendo i tempi morti.

3. Analisi dei Dati e Monitoraggio delle Prestazioni:

  • L’IA può essere impiegata per analizzare grandi quantità di dati provenienti dai sistemi di monitoraggio delle prestazioni e dai sensori ambientali. Ciò consente di identificare tendenze, individuare problemi potenziali e migliorare continuamente i processi di pulizia.

4. Personalizzazione dei Servizi:

  • Utilizzando l’IA, le imprese di pulizie possono offrire servizi personalizzati in base alle esigenze specifiche dei clienti e alle caratteristiche degli ambienti. Ad esempio, l’IA può essere utilizzata per adattare la frequenza e l’intensità delle pulizie in base al traffico, all’uso dell’edificio e ad altri fattori.

5. Miglioramento della Qualità del Servizio:

  • L’IA può essere impiegata per monitorare in tempo reale la qualità del servizio di pulizia, identificare eventuali problemi e garantire un livello costante di pulizia e igiene.

6. Miglioramento della Sicurezza e della Salute sul Lavoro:

  • L’IA può essere utilizzata per identificare potenziali rischi per la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro e per suggerire misure preventive. Ad esempio, i robot di pulizia possono essere dotati di sensori per rilevare ostacoli e pericoli.

7. Sviluppo di Nuove Tecnologie e Prodotti:

  • L’IA può essere impiegata per sviluppare nuove tecnologie e prodotti per il settore delle pulizie, come detergenti più efficaci, dispositivi di pulizia innovativi e sistemi di gestione intelligente degli ambienti.

8. Riduzione dei Costi e Aumento della Competitività:

  • L’automazione e l’ottimizzazione fornite dall’IA possono contribuire a ridurre i costi operativi delle imprese di pulizie e dei servizi di pulizia, aumentando così la competitività nel mercato.

In sintesi, l’integrazione dell’IA nel settore delle imprese di pulizie e dei servizi di pulizia promette di portare significativi miglioramenti in termini di efficienza operativa, qualità del servizio e adattabilità alle esigenze dei clienti. Tuttavia, è importante che le imprese investano in formazione e sviluppo per garantire una transizione efficace verso queste nuove tecnologie e sfruttare appieno il loro potenziale.

Articolo pubblicato il 21/03/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 21/03/2024.

L’impiego di personale somministrato nelle imprese di pulizie

L’impiego di personale somministrato nelle imprese di pulizie è legale, a condizione che vengano rispettate le normative del lavoro e che l’azienda di somministrazione abbia ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie dalle autorità competenti. Le agenzie di lavoro temporaneo, o di somministrazione, fungono da intermediari tra i lavoratori temporanei e le aziende che necessitano di personale a breve termine.

In generale, non esiste un limite specifico al numero di dipendenti somministrati che un’impresa di pulizie può utilizzare. Tuttavia, è importante rispettare le normative locali del lavoro e i contratti collettivi che possono stabilire limiti o requisiti specifici per l’impiego di personale temporaneo.

Quanto alla questione della fedeltà dei dipendenti somministrati, è vero che potrebbe essere più difficile stabilire un legame a lungo termine con il personale temporaneo rispetto ai dipendenti permanenti. Tuttavia, ci sono diverse misure che le imprese di pulizie possono adottare per mitigare questo problema:

  1. Offrire un ambiente di lavoro positivo e condizioni di impiego attrattive, anche per i lavoratori temporanei.
  2. Fornire opportunità di formazione e sviluppo professionale anche per il personale somministrato.
  3. Implementare politiche di gestione delle risorse umane che favoriscano la coesione e il coinvolgimento del personale temporaneo.
  4. Stabilire comunicazioni aperte e trasparenti con il personale temporaneo per garantire che si sentano parte del team e compresi nelle dinamiche aziendali.
  5. Collaborare strettamente con l’agenzia di somministrazione per garantire un’adeguata selezione e supervisione del personale temporaneo.

In definitiva, mentre l’impiego di personale somministrato è legale e può essere vantaggioso per le imprese di pulizie in termini di flessibilità e gestione delle risorse umane, è importante adottare misure per garantire un trattamento equo e rispettoso del personale temporaneo al fine di promuovere la fedeltà e l’efficacia sul posto di lavoro.

Articolo pubblicato il 21/03/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 21/03/2024.

Sfide dell’Imprenditoria nel Settore dei Servizi di Pulizia: Una Battaglia Contro Costi, Personale e Concorrenza

Sfide dell’Imprenditoria nel Settore dei Servizi di Pulizia: Una Battaglia Contro Costi, Personale e Concorrenza

Nel mondo imprenditoriale dei servizi di pulizia, dietro l’apparente semplicità di fornire un servizio essenziale si nascondono una serie di sfide complesse che mettono alla prova la resilienza e la determinazione degli imprenditori. Questo settore, sebbene cruciale per mantenere ambienti puliti e salubri, è caratterizzato da una serie di difficoltà che possono rendere il successo un obiettivo ambizioso.

Ricerca e Retenzione del Personale: Una Costante Lotta

Una delle sfide più significative nel settore dei servizi di pulizia è la costante lotta per trovare e trattenere personale qualificato e affidabile. Molte aziende si trovano ad affrontare un alto tasso di turnover, con dipendenti che spesso abbandonano il lavoro a breve termine. Le ragioni di ciò possono essere molteplici, tra cui bassi salari, condizioni di lavoro difficili e scarsa valorizzazione del lavoro di pulizia. Questo scenario crea un ciclo di costante ricerca e formazione di nuovo personale, aumentando i costi e compromettendo la qualità del servizio.

Costi Bassi e Margine di Profitto Stretto

Un’altra sfida chiave che gli imprenditori nel settore dei servizi di pulizia devono affrontare è la pressione dei costi. Spesso, i clienti cercano il servizio di pulizia più conveniente possibile, mettendo gli imprenditori sotto pressione per offrire prezzi competitivi. Questo porta a margini di profitto ridotti e, in alcuni casi, a imprese che devono tagliare angoli per rimanere competitive. Ciò può compromettere la qualità del servizio e rendere difficile per le aziende mantenere standard elevati senza sacrificare la redditività.

Scarsa Specializzazione e Concorrenza Agguerrita

Nel settore delle pulizie, la concorrenza è feroce e le barriere all’ingresso sono relativamente basse. Ciò significa che l’industria è spesso saturata da un gran numero di piccole imprese locali, molte delle quali offrono servizi generici senza una vera specializzazione. Questa mancanza di differenziazione rende difficile distinguersi dalla concorrenza e può portare a una guerra dei prezzi che danneggia tutti gli operatori del settore. Inoltre, la mancanza di specializzazione può limitare le opportunità di crescita e di offerta di servizi ad alto valore aggiunto.

Strategie per Affrontare le Sfide

Nonostante le sfide, ci sono strategie che gli imprenditori nel settore dei servizi di pulizia possono adottare per migliorare le loro prospettive di successo:

  1. Investire nel Personale: Offrire salari competitivi, condizioni di lavoro dignitose e opportunità di formazione e sviluppo può aiutare a ridurre il turnover e migliorare la qualità del servizio.
  2. Differenziarsi dalla Concorrenza: Identificare un’area di specializzazione o un segmento di mercato di nicchia può aiutare a distinguersi dalla concorrenza e a creare un vantaggio competitivo.
  3. Fornire un Servizio di Alta Qualità: Concentrarsi sulla soddisfazione del cliente e sulla consegna di un servizio di alta qualità può contribuire a costruire una reputazione solida e a mantenere clienti fedeli nel lungo termine.
  4. Gestire i Costi in Modo Efficace: Ottimizzare i processi operativi e cercare modi innovativi per ridurre i costi senza compromettere la qualità del servizio può contribuire a migliorare la redditività.

In conclusione, l’industria dei servizi di pulizia presenta una serie di sfide uniche che richiedono impegno, creatività e resilienza da parte degli imprenditori. Affrontare queste sfide con successo richiede una combinazione di strategie intelligenti, attenzione al cliente e gestione efficace delle risorse umane e finanziarie.

Articolo pubblicato il 25/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 25/01/2024.

Pulizie di primavera “fai da te” in tempi di pandemia globale

L’attuale situazione globale della pandemia da virus Covid 19 preoccupa ancora famiglie e genitori che si chiedono, legittimamente, se casa propria sia davvero al sicuro dalla possibilità di una contaminazione da potenziali agenti infettivi, anche se siamo tutti oramai ben consci del fatto che le possibilità di un contagio siano da ascriversi per la quasi totalità al contatto diretto tra persone e i relativi “droplets” e non certo da quello con gli oggetti.


Ciò non toglie che una maggiore attenzione al livello di igiene della propria abitazione, e una corretta pulizia e disinfezione degli ambienti sia una ulteriore arma di tutela per i propri cari dalla temuta minaccia del virus SARS-CoV-2 ; dato che numerosi clienti sono tornati a contattarci per le classiche pulizie periodiche “di primavera”, con la stagione più bella dell’anno oramai sbocciata, ci permettiamo di dare qualche suggerimento utile in questo periodo ancora delicato e nel quale occorre prestare la giusta dose di cura e attenzione.


Le precauzioni suggerite sono di assoluto buon senso più che relative a specifiche tecniche di sanificazione ambientale, e non differiscono dunque dalle comuni norme igieniche che andrebbero rispettate in ogni periodo storico e dell’anno in corso.


Sottolineiamo prima di tutto da un aspetto fondamentale, forse esagerato in maniera ossessiva e maniacale durante la prima fase della pandemia del 2020 e ora passata quasi in secondo piano, ovvero illavarsi le mani bene e a fondo con acqua e sapone per una durata attorno al minuto avendo il riguardo di strofinarle bene e comprendendo nell’operazione gli spazi tra le dita, i palmi delle mani e il dorso e palmo, i polsi e le unghie.

Le pulizie vanno ovviamente effettuate indossano i guanti sia per evitare di rovinarsi le mani per il frequente contatto con sostanze aggressive e non certo tenere con la nostra pelle, ma anche per fare in modo che l’igienizzazione degli ambienti sia effettiva evitando il contatto diretto.

Anche se non c’è alcuna evidenza della sopravvivenza del virus su terra e asfalto in maniera “pericolosa” per il rischio contagio è consigliabile in ogni caso togliersi le scarpe al rientro a casa e tenerle pulite nelle parti a contatto con l’esterno con un prodotto disinfettante; anche questa però è una precauzione igienica “sempreverde” che vale la pena osservare a prescindere da quanto sta accadendo in merito al Covid 19 e che i più attenti tra voi già certamente seguivano con scrupolo.

La disinfezione degli ambienti è l’azione di agenti chimici in grado di neutralizzare ed uccidere eventuali batteri e virus presenti nell’ambiente domestico, e per normali pulizie casalinghe possono essere utilizzati, come indicato anche dall’Oms, la comune candeggina allo 0,1% o anche un prodotto a base di alcol alla concentrazione del 70% circa.

La candeggina, che di solito si trova in commerciale in formulazione al 5% di cloro attivo, va quindi diluita con molta acqua affinché sia meno nociva e aggressiva pur non perdendo la propria funzione principale di disinfettante dovuta proprio alla presenza del cloro: 50 ml di candeggina possono essere diluiti in 2,5 litri di acqua per un utilizzo su superfici normali, mentre per una maggiore tutela in ambienti delicati, come per i servizi igienici, wc, doccia e lavandini, la percentuale di cloro attivo che si può utilizzare è più alta e sale allo 0,5% per un risultato più efficace su questo genere di materiali.

Cerchiamo sempre di evitare di giocare al “piccolo chimico”, mixando a sensazione i diversi prodotti, soprattutto se contengono ammoniaca o candeggina, cercando di creare in casa una “mostruosa” soluzione efficace contro il temuto virus, perché l’unica concreta evenienza è quella di creare un miscuglio dannoso sia per la propria salute che per le superfici che dobbiamo pulire, che rischiano di venire seriamente compromesse.

Chi ha in casa un impianto di condizionamento dovrebbe pulire le prese e le griglie di ventilazione dell’aria dei condizionatori con acqua e sapone o alcol etilico al 75% e con esse igienizzare con regolarità i filtri.

Gli esperti suggeriscono di disinfettare con buona continuità gli oggetti che si utilizzano con alta frequenza e a contatto con faccia e mani, per esempio il cellulare e gli auricolari, soprattutto i modelli con microfono incorporato che vengono direttamente a contatto con i “droplets”; il consiglio è quello di pulirli attraverso un panno umido con disinfettanti contenenti alcol (etanolo) oppure a base di cloro (candeggina).

Durante questi mesi di pandemia è stata sottolineata, forse in maniera meno forte di altre pratiche meno fondamentali, l’importanza di areare i locali nei quali si soggiorna in presenza di ospiti, in casa o nei locali pubblici, dato che il virus circola con molta meno “efficacia” in ambienti aperti ed arieggiati ; se parliamo di ospiti in casa qualche utile precauzione per l’accesso ai servizi igienici può essere importante, come quella di fornire asciugamani dedicati per l’accesso alla toilette e pulire le superfici, utilizzando anche un disinfettante specifico.

Questo perché è stato dimostrato che il virus può essere eliminato molto rapidamente dalle superfici, anche in meno di un minuto, per mezzo di una comune disinfezione a base di alcol etilico (etanolo almeno al 65%), di acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o di candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%).

Al termine di qualunque intervento tra quelli descritti è fondamentale arieggiare gli ambienti per evitare che restino sospese nell’aria sostanze nocive da respirare, specie negli spazi destinati a soggiorno prolungato, così come è davvero importante riporre i prodotti per le pulizie in un luogo sicuro, fresco ed areato e tassativamente fuori della portata dei bambini, ancor più se tali prodotti riportano sulle etichette simboli di pericolo di qualsivoglia genere.

Articolo pubblicato il 23/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 23/01/2024.

Superbonus del 110%: come funziona e chi ne ha diritto

Anche se la nostra azienda non è direttamente coinvolta, in quanto lavori di pulizia, sanificazione e disinfestazione che svolgiamo a Monza e Milano non sono oggetto della normativa che andremo a trattare, sempre più proprietari di casa e condomini ci chiedono lumi in materia di Superbonus, ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un breve articolo alla materia.

Il SuperBonus 110% è un forte incentivo stabilito dal cosiddetto decreto Rilancio che permette ai beneficiari di effettuare lavori di riqualificazione energetica e riduzione dei rischi sismici senza doverne sostenere il pesante costo, che ovviamente non sarebbe alla portata di tante famiglie, ancor più dopo un anno di contrazione economica come quello che abbiamo vissuto a causa della pandemia da Covid 19

Grazie a questo provvedimento i beneficiari che hanno svolto o eseguiranno lavori di ristrutturazione dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2022 (in alcuni casi fino al 2023) contano su una detrazione pari al 110% delle spese sostenute per gli inteventi; tale “superbonus” può essere applicato a non più di due immobili di proprietà dello stesso soggetto ed è consentito detrarre anche le spese “accessorie” ma necessarie alla realizzazione dei lavori come ad esempio i costi della progettazione, quelli per lo smaltimento dei rifiuti e le onerose prestazioni dei professionisti e dei tecnici coinvolti nelle diverse fasi.

I soggetti che non desiderano utilizzare il credito d’imposta, anche per l’impossibilità di attendere i tempi di rimborso, possono scegliere tra altre due fondamentali opzioni che rendono maggiormente sostenibile l’onere economico: lo sconto in fattura da parte dell’impresa, che può arrivare “a zero”, oppure la cessione del credito a un soggetto terzo come una banca o una finanziaria, che dunque mette a disposizione una cifra economica a copertura pressoché totale dell’esborso economico da sostenere

Per poter beneficiare del SuperBonus al 110% sono indicati alcuni requisiti di accesso che ne limitano abusi e ne delimitano gli obiettivi a due, ovvero

  1. Si ha diritto al bonus soltanto se il lavoro svolto garantirà un miglioramento di almeno due classi energetiche e, ove non possibile per ragioni oggettivi e di “forza maggiore”, di una sola ma la più alta raggiungibile.

L’aumento delle classi energetiche dovrà ovviamente essere certificato da un Attestato di prestazione energetica (APE) rilasciato da un tecnico abilitato, pena la perdita di qualunque diritto al bonus e la conseguente necessità per i proprietari di far fronte alla spesa unicamente con le proprie risorse (situazione per molti potenzialmente “drammatica” per evitare la quale occorre mettersi in buone mani e non rivolgersi ad “improvvisati”).

  • In alternativa il superbonus viene erogato se gli interventi contribuiscono alla riduzione del rischio sismico. In questo caso però è fondamentale che gli immobili si trovino nelle zone sismiche 1, 2 o 3, con la possibilità di beneficiare anche di una detrazione del 95% sull’acquisto di una polizza assicurativa a copertura del rischio calamità naturali.

Interventi trainanti e trainati; di che si tratta?

I nostri clienti per le pulizie in condominio e in appartamento a Monza, Lecco e Milano ci hanno chiesto dettagli sui cosiddetti interventi trainanti e trainati che sono oggetto della normativa del superbonus, proprio perché per la seconda tipologia di lavori si ha diritto al “supersconto” solo se vengono realizzati contestualmente ad almeno uno degli interventi trainanti, ritenuti fondamentali, ovvero:

  • Isolamento termico (o cappotto termico) delle “superfici opache verticali, orizzontali e inclinate” per uno spazio oltre il 25% della “superficie disperdente lorda dell’edificio”, ovvero la facciata che lo riveste e lo delimita esternamente. I materiali isolanti utilizzati nel corso del lavoro di ristrutturazione devono rispettare i criteri ambientali minimi previsti dal decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con provvedimento dell’11 ottobre 2017
  • Interventi sulle parti comuni degli edifici, immobili unifamiliari, o su unità indipendenti all’interno di edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con sistemi di riscaldamento centralizzati (come quelli a pompa di calore o a condensazione), o fornitura di acqua calda sanitaria.

Superbonus del 110%: Quali sono i limiti di spesa

Per le due tipologie di intervento “trainanti” la normativa ha previsto alcuni specifici limiti di spesa che possono variare in riferimento alla tipologia dell’edificio; per quanto riguarda i due interventi trainanti principali sono stati fissati i seguenti tetti

  • Per quanto concerne l’Isolamento termico (cappotto) per gli immobili unifamiliari o indipendenti all’interno di edifici plurifamiliari, il limite massimo è di 50.000 euro, mentre per gli edifici da uno a otto unità immobiliari, il limite di spesa è di 40.000 euro euro per ogni unità; se il condominio ha più di otto unità, invece, la spesa massima detraibile è di 30.000 euro per ogni unità.
  • Per quanto invece riguarda la sostituzione o l’adeguamento degli impianti di climatizzazione per gli edifici unifamiliari o indipendenti all’interno di un immobile plurifamiliare, la detrazione massima è di 30.000 euro, mentre gli interventi sulle parti comuni danno diritto a una detrazione massima di 20.000 euro per ogni unità se l’edificio ha sino a otto unità (limite fissato a 15.000 se invece l’edificio ha più di otto unità)

Per quelli che abbiamo definito come interventi secondari, ovvero quelli “trainati”, ci sono differenti limiti di spesa che andiamo brevemente ad elencare

  • per l’installazione di impianti fotovoltaici il tetto massimo è fissato a quota 48.000 euro per singola unità immobiliare, con limite di spesa di 2.400 euro per kW ora. Il limite scende a 1.600 euro ogni kW ora se si stratta di demolizioni, ricostruzioni o nuove costruzioni;
  • per l’installazione dei sistemi di accumulo il massimale per singola unità è di 48.000 euro, con limite di 1.000 euro per kW ora, e comprende la spesa per l’impianto fotovoltaico e il costo del sistema di accumulo integrato;
  • per la sostituzione degli infissi la detrazione massima è di 60.000 euro per edificio

Ricordiamo, per concludere, che i beneficiari che possono usufruire dell’agevolazione ecobonus al 110 per cento sono: persone fisiche, i condomini, organizzazioni del “terzo settore” e Onlus, cooperative di abitanti, società sportive dilettantistiche, con l’esclusione degli immobili di lusso delle categorie più elevate.

Dedicheremo il prossimo articolo alle fasi di queste tipologie di intervento e agli aspetti più prettamente economici che “preoccupano” le famiglie.

La Cmz, impresa di pulizie storica presente a Sesto San Giovanni e Monza, ma con un raggio di attività che sulle attività di sanificazione e disinfezione copre le province di Como, Lecco, Pavia e Bergamo, resta a vostra disposizione per qualunque consiglio in merito grazie al suo staff di esperti qualificati.

Articolo pubblicato il 22/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 22/01/2024.

THANK YOUR CLEANER DAY: GIORNATA DEGLI ADDETTI ALLA PULIZIA

THANK YOUR CLEANER DAY: GIORNATA DEGLI ADDETTI ALLA PULIZIA

A tutti piace sentirsi apprezzati e valorizzati

Il settore del cleaning è uno dei più importanti dell’industria mondiale, purtroppo però le persone che ci lavorano sono pressoché invisibili. Ogni giorno, il personale addetto alle pulizie lavora duramente perché uffici e strutture siano pronti e puliti per la seguente giornata lavorativa.


La giornata dedicata a ringraziare gli addetti alle pulizie è un’iniziativa volta a far sentire importanti queste persone il cui lavoro è davvero fondamentale. Questo progetto è nato nel 2015 in Nuova Zelanda grazie all’associazione locale di imprese di pulizia Building Service Contractors (BSCNZ) e a Kärcher per ringraziare pubblicamente le persone che mantengono pulizia, igiene e sicurezza sul posto di lavoro.


Insieme ai partner locali, Kärcher ha deciso di stabilire una giornata mondiale per ringraziare gli addetti alle pulizie in modo da riconoscere il loro lavoro che spesso avviene dopo l’orario classico di ufficio e perciò non viene visto. Il giorno prescelto è il 20 Ottobre 202021: durante questa giornata tutti, clienti ed impiegati che usufruiscono dei servizi delle imprese di pulizia hanno la possibilità di ringraziarli con un bigliettino, un regalino o semplicemente di dirgli “grazie!”


La maggior parte delle persone che pulisce gli uffici lavora di sera o nei fine settimana, perciò non incrocia mai le persone per cui lavora. La giornata per ringraziare gli addetti alle pulizie è nata appunto per riconoscere il lavoro di professionisti e i servizi fondamentali che forniscono e da cui il nostro lavoro dipende.


Capi ufficio ed impiegati hanno la possibilità di condividere il materiale che trovano sul sito www.thankyourcleanerday.com, al lavoro e sui social con #thankyourcleanerday per aumentare il riconoscimento che il lavoro degli addetti alle pulizie porta e per incoraggiare anche i più restii ad esprimere la propria gratitudine.


Cos’è la giornata dedicata a ringraziare gli addetti alla pulizia?

La giornata dedicata a ringraziare gli addetti alla pulizia è una giornata speciale che si celebra annualmente e che serve per aumentare la consapevolezza sul lavoro delle imprese di pulizia. Insieme ai partner locali dei paesi partecipanti, Kärcher vuole cogliere l’opportunità di ringraziare tutte le persone che mantengono puliti, igienizzati e sicuri uffici ed edifici dove lavoriamo quotidianamente. Durante questa giornata gli impiegati hanno l’opportunità di ringraziare gli addetti alle pulizie e di far loro sapere quanto sia apprezzato il loro lavoro.

Perciò il 18 ottobre sarà la giornata in cui chi lavora in un edificio dove opera anche un’impresa di pulizie avrà l’opportunità di dire “Grazie!”. Tutti coloro che lavorano in aziende commerciali, fabbriche e uffici della pubblica amministrazione, come le scuole, avranno questa la possibilità di ringraziare gli addetti alle pulizie con un bigliettino, un regalino o semplicemente di dirgli “grazie!”

 Da dove arriva la giornata dedicata al ringraziamento degli addetti alle pulizie?

La prima giornata dedicata al ringraziamento degli addetti alle pulizie si è svolta nel 2015 in Nuova Zelanda, dove Kärcher e l’associazione locale di imprese di pulizia Building Service Contractors (BSCNZ) l’hanno istituita e promossa. Grazie al loro impegno, si è sparsa la voce di questa iniziativa che è diventata un successo.

Insieme ai partner locali, Kärcher ha deciso di stabilire una giornata mondiale per ringraziare gli addetti alle pulizie in modo da riconoscere il loro lavoro che spesso avviene dopo l’orario classico di ufficio e perciò non viene visto.

 Perchè Kärcher partecipa alla giornata dedicate a ringraziare gli addetti alla pulizia?

 Kärcher è l’azienda leader al mondo nel settore cleaning e per tecnologia ad esso correlata, produce lavasciuga, aspirapolvere e spazzatrici. In tutto il mondo i nostri prodotti sono utilizzati da moltissimi addetti alle pulizie: Alfred Kärcher GmbH & Co. KG dà lavoro a più di 13.500 persone in 73 paesi. L’azienda ha sempre visto come complementari il successo economico e lo sviluppo sostenibile. Kärcher investe più della metà dei propri guadagni in ricerca e sviluppo, in metodi di produzione moderni, in tirocini di alta qualità e in formazione per i propri impiegati.


Partecipando all’iniziativa della giornata dedicata al ringraziamento degli addetti alla pulizia, Kärcher porta ulteriormente avanti il proprio impegno per la responsabilità sociale e per la sostenibilità.

Tratto da newsletter Kärcher del 19/10/2022

Articolo pubblicato il 22/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 22/01/2024.

Credito d’imposta per la sanificazione 2020: Spiacenti…ci voleva la palla di vetro!

Credito d’imposta per la sanificazione 2020:

Spiacenti…ci voleva la palla di vetro!

Con una recente decisione che ha creato non poche polemiche la Direzione Regionale Lombardia, rispondendo ad una richiesta di interpello si è espressa in modo negativo sulla possibilità di usufruire del credito d’imposta sulle sanificazioni predisposto dal cosiddetto “Decreto Rilancio” in relazione alle spese sostenute da aziende e attività economiche dopo la data del 31 agosto 2020 ma non indicate come da “ancora da sostenere” nella comunicazione telematica approvata con documento dell’Agenzia delle entrate N. 259854 del 2020.

La Direzione Regionale Lombardia prende in rassegna il caso di un’azienda che fino ad agosto 2020 ha sostenuto spese per interventi di sanificazione dei propri locali  e che, al fine di fruire del credito d’imposta ai sensi del suddetto articolo 125 D.L. 34/2020, ha indicato tali lavori nella comunicazione poi trasmessa telematicamente.

Non potendo immaginare di dover sostenere, con assoluta certezza, altre spese di questa natura l’azienda non ha ritenuto di indicare nella comunicazione inviata entro il successivo 7 settembre alcun importo con riferimento alle spese “da sostenere” fino al 31 dicembre 2020.

Senonché nel mese di novembre 2020, a seguito del fatto che un collaboratore sia risultato positivo al Covid-19, su indicazione della Asl competente la società ha sostenuto una spesa per una ulteriore sanificazione dei locali per la massima tutela di dipendenti e fornitori.

Certa di aver diritto al credito anche su queste ulteriori spese, in assenza di chiarimenti sul punto, la società ha proposto interpello alla DRE competente ricevendo risposta negativa con argomentazioni che – pur fondate sul dato formale delle disposizioni normative – appaiono prive di qualsiasi logica e che ahimè, presuppongono capacità “divinatorie” in capo alla società richiedente.

Ripercorrere rapidamente il contenuto delle disposizioni sopra richiamate e che si sono via via accavallate ci consente di comprendere meglio quanto accaduto e la logica delle cose:

Il già citato articolo 125, comma 1, D.L. 34/2020 , allo scopo di supportare le aziende nelle spese per sanificazione e acquisto di prodotti disinfettanti, stabiliva prima di tutto che “Al fine di favorire l’adozione di misure dirette a contenere e contrastare la diffusione del Covid-19, ai soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni, spetta un credito d’imposta in misura pari al 60 percento delle spese sostenute nel 2020 per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti utilizzati, nonché per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi atti a garantire la salute dei lavoratori e degli utenti. Il credito d’imposta spetta fino ad un massimo di 60.000 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l’anno 2020“.

In data 10.07.2020 interviene il previsto provvedimento direttoriale prot. n. 259854/2020 al fine di stabilire che, in relazione al predetto credito, “I soggetti aventi i requisiti previsti dalla legge per accedere ai crediti d’imposta di cui al punto 1.1 comunicano all’Agenzia delle entrate l’ammontare delle spese ammissibili sostenute fino al mese precedente alla data di sottoscrizione della comunicazione e l’importo che prevedono di sostenere successivamente, fino al 31 dicembre 2020“.

Sempre con tale provvedimento viene approvato il modello di Comunicazione delle spese per la sanificazione e l’acquisto dei dispositivi di protezione che poteva essere inviato dal 20 luglio al 7 settembre 2020 e viene previsto che l’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile sia pari al credito d’imposta richiesto moltiplicato per la percentuale resa nota con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, da emanare entro l’11 settembre 2020. Detta percentuale era ottenuta rapportando il limite complessivo di spesa all’ammontare complessivo dei crediti d’imposta richiesti dalla totalità delle aziende (con già piuttosto palese l’idea di una coperta molto corta)

Con il successivo provvedimento direttoriale prot. n. 302181/2020 infatti, l’Agenzia ha poi reso nota la definitiva percentuale, ovvero il 15,6 per cento, cifra davvero esigua che, sulla base delle spese comunicate ed il conseguente importo del credito teorico avrebbe appunto consentito di ottenere il credito d’imposta massimo utilizzabile dal contribuente e visualizzato all’interno del proprio cassetto fiscale.

A tal fine, e per consentire ai beneficiari e agli eventuali cessionari l’utilizzo in compensazione del credito d’imposta in oggetto è stato dunque definito un apposito codice tributo “6917”, denominato “Credito d’imposta sanificazione e acquisto dispositivi di protezione -articolo 125 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34″.

La Direzione Regionale Lombardia DRE Lombardia, dopo il successivo rifinanziamento di tale decreto, ha  riconfermato che “Le maggiori risorse rese disponibili hanno consentito di rideterminare la percentuale utilizzabile al fine di quantificare il credito d’imposta effettivamente fruibile da ciascun contribuente, ma sempre sulla base dei dati, già noti all’Agenzia delle entrate, relativi alle spese comunicate entro il 7 settembre 2020” e  che “l’importo delle spese comunicate entro il 7 settembre 2020 è quello che, in via definitiva, consente di individuare, per tale credito, la quota dello stesso effettivamente fruibile, in proporzione alle risorse disponibili”.

In pratica, secondo la DRE, le spese di sanificazione sostenute successivamente al 7 settembre 2020, e non comunicate, non possono rilevare ai fini della quantificazione del credito d’imposta fruibile con la conseguenza che il credito d’imposta utilizzabile è sempre e solo quello il cui importo è visualizzabile nel cassetto fiscale della società fino a quella data.

L’aspetto paradossale è che una ipotetica azienda con scarso rispetto delle regole e con intenti più o meno maliziosi avrebbe potuto trarre a proprio vantaggio questa situazione “immaginando” in fase di compilazione del modulo telematico delle spese da effettuare per future sanificazioni e sulle quali avrebbe ottenuto copertura per il relativo credito d’imposta (a prescindere dal reale esborso), mentre una società attenta ad ogni aspetto di forma per paradosso non si sarebbe vista riconoscere importi realmente spesi e non prevedibili (come è ovvio che fosse) per il periodo tra Settembre e Dicembre 2020.

Tutto ciò con danno evidente per la platea dei reali aventi diritto e una ulteriore possibilità di trarre profitto da una “svista” di legge, o per meglio dire una incongruenza, per i soliti furbi.

Una lezione, questa, davvero poco educativa e seria che per l’ennesima volta proviene proprio da chi dovrebbe emanare e far rispettare regole semplici, chiare, sensate e lungimiranti

Articolo pubblicato il 22/01/2024 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 22/01/2024.

Bonus sanificazione e spese “di adeguamento” in periodo Covid; nuove modifiche in Manovra 2021

Bonus sanificazione e spese “di adeguamento” in periodo Covid; nuove modifiche in Manovra 2021

Novità sul fronte normativo, e per l’ennesima volta purtroppo non in senso positivo per le aziende italiane. Il credito d’imposta stabilito per l’adeguamento degli ambienti lavorativi viene decurtato di un semestre. A seguito di quanto indicato nella legge di Bilancio 2021 infatti, il bonus previsto dal Decreto Legge 34/2020 potrà essere utilizzato in compensazione o ceduto a terzi solo dal 1° gennaio fino al 30 giugno 2021 , e non fino al termine dell’anno appena iniziato.

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Questo bonus, di cui abbiamo già trattato in alcuni articoli del blog Cmz, spetta per le spese sostenute in relazione agli interventi e agli acquisti che si siano resi necessari o opportuni per le aziende per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione della pandemia che ancora stiamo affrontando, comprendendo non soltanto i costi per la sanificazione ma anche le spese sostenute per l’adeguamento degli spazi comuni delle aziende, quali  aree break, spogliatoi, mense, per la realizzazione di ingressi più ampi e spazi più “distanziati”, oltre a quanto investito in tecnologia per sviluppare forme di lavoro a distanza, oltre alle apparecchiature per il rilevamento della temperatura oramai in uso dappertutto. Considerando dunque che la scadenza degli adempimenti non è così distante, l’8 Gennaio sono stati rapidamente adottati i nuovi modelli per la comunicazione formale delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2020. 

Ricordate bene come la Cmz avesse messo in guardia i propri clienti per la sanificazione a Milano e Monza del fatto che la paventata percentuale di credito d’imposta stabilita in origine nel 60% delle spese sostenute fosse purtroppo soltanto una proiezione del tutto teorica; la percentuale realmente spettante si è infatti pesantemente ristretta proprio a seguito del prevedibile boom di richieste da parte delle centinaia di migliaia di aventi diritto.

Beneficiari “teorici” del credito per l’adeguamento degli ambienti di lavoro sono di fatto tutte le realtà che svolgono attività d’impresa, nonché “arti e professioni, oltre fondazioni, alle associazioni compreso il cosiddetto “Terzo settore”; normale dunque che quasi ogni realtà produttiva e professionale abbiamo provato a mettersi fiduciosamente “in coda” per poi rimanere delusa nelle aspettative economiche.

La data del 31 Maggio rimane dunque quella limite anche per l’opzione, da parte del beneficiario, della cessione del credito secondo quanto previsto dallo stesso DL 34/2020, che può essere effettuata nei confronti di altri soggetti, soprattutto istituti di credito e intermediari bancari che offrano il servizio e i relativi vantaggi. L’Agenzia delle Entrate, con provvedimento n. 2 dell’11 gennaio 2021 ha confermato che, all’interno del Modello F24, dovrà essere inserito il codice tributo “6918”, definito come “Credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro – articolo 120 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34”.

 In caso di utilizzo in compensazione del suddetto bonus, il codice tributo 6918 è esposto nella parte “Erario”, in corrispondenza delle somme elencate in colonna “importi a credito compensati“, o, quando i contribuenti debbano eventualmente procedere al riversamento della prestazione ottenuta, nella relativa colonna. In allegato, per utilità, troverete il Pdf contenente la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate che ci auguriamo possa esservi utile. Non esitate a contattarci per le vostre sanificazioni o per l’acquisto di prodotti igienizzanti in Lombardia e in Liguria

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