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Articolo pubblicato il 23/01/2023 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 23/01/2023.

Pulizia del bagno: alcuni consigli utili

Tra casa, lavoro, sport e commissioni varie trovare il tempo da dedicare alle pulizie, alle volte, può essere davvero un’impresa titanica: un consiglio molto utile per ottimizzare i tempi e pulire bene i vari ambienti della casa è cercare di essere costanti e tenere in ordine le stanze quasi quotidianamente in modo da non perdere tempo, oltre che a pulire a fondo, anche a dover mettere a posto per esempio i vestiti o i libri sparsi ovunque.

Ci sono stanze però che meritano un’attenzione maggiore, soprattutto per quanto riguarda l’igiene e la sanificazione: stiamo parlando del bagno. Scopriamo insieme alcuni utili consigli per pulirlo bene a fondo.

Prima di pulire il bagno però è opportuno rimettere a posto tutto quello che è stato lasciato attorno al lavandino come, per esempio, accessori del make up, trucchi, pennelli, spazzolino e dentifricio in modo da liberare bene tutte le superfici che andremo poi a igienizzare.

Come pulire il bagno in modo efficace

Il bagno, essendo il luogo per eccellenza adibito alla cura e all’igiene della persona, deve essere sempre pulito e sanificato, a partire dal WC. Per pulirlo è necessario utilizzare un detergente disinfettante, una spugna, uno straccio e una spazzola per lavare bene anche l’interno e il fondo del gabinetto.

Come primo step è consigliabile scaricare l’acqua del wc e versarvi all’interno uno spray disinfettante ed immergervi lo scopino: dopo qualche minuto di attesa è possibile pulire anche le superfici esterne dove tende ad annidarsi la polvere. Infine asciugate bene con un panno.

Anche la doccia va pulita a fondo e per farlo vi basterà spruzzare un po’ di prodotto sulle pareti di vetro e pulire bene con un panno per eliminare le gocce d’acqua e l’eventuale deposito di calcare, passerete poi a pulire il soffione con un buon anticalcare e infine il piatto doccia con un sapone detergente. Un consiglio molto utile è quello di pulire, subito dopo aver essersi lavati, con un pratico panno morbido, i vetri della doccia in modo che non si formino aloni, muffe o calcare.

Anche lavandino e bidet possono essere puliti a fondo con una spugna e un valido prodotto detergente per le superfici: vi basterà un po’ di acqua, una goccia di prodotto et voilà il gioco è fatto e i vostri sanitari saranno perfettamente puliti e splendenti.

Come consigliato anche dai tecnici idraulico-roma.me, la pulizia del bagno è fondamentale per evitare accumuli di calcare che possono creare problemi alla rubinetteria.

Come pulire le piastrelle del bagno

Erroneamente a quanto si pensi, la pulizia delle piastrelle è molto semplice: grazie infatti alla superficie liscia, le piastrelle del bagno si puliscono molto velocemente. Vi basterà, infatti, utilizzare un valido detergente oppure aceto bianco e passarci sopra con una spugna ben strizzata.

Se desiderate utilizzare prodotti naturali per pulire il bagno, vi sveliamo un trucco: utilizzando la parte interna di una buccia di arancia, vi basterà strofinarla sulla superficie delle piastrelle e lasciare agire per qualche minuto. Dopo di che potrete ultimare la pulizia risciacquando tutto con acqua tiepida e rimuovere così gli eventuali residui di calcare che tendono a depositarsi nel corso del tempo.

L’ultimo step è la pulizia del pavimento del bagno

L’ultima fase della pulizia del bagno è quella di pulire bene il pavimento: prima del lavaggio, vi consigliamo di passare bene la scopa per terra cercando di soffermarvi maggiormente negli angoli del bagno dove tendono a raggrupparsi la polvere e i capelli.

Dopo aver spazzato, aprite le finestre e arieggiate l’ambiente, riempite un secchio di acqua con un detergente sgrassante e igienizzante e, con lo straccio e lo spazzolone iniziare a pulire a fondo il pavimento e aspettare qualche minuto che si asciughi.

Articolo pubblicato il 19/10/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 19/10/2022.

THANK YOUR CLEANER DAY: GIORNATA DEGLI ADDETTI ALLA PULIZIA

THANK YOUR CLEANER DAY: GIORNATA DEGLI ADDETTI ALLA PULIZIA

A tutti piace sentirsi apprezzati e valorizzati

Il settore del cleaning è uno dei più importanti dell’industria mondiale, purtroppo però le persone che ci lavorano sono pressoché invisibili. Ogni giorno, il personale addetto alle pulizie lavora duramente perché uffici e strutture siano pronti e puliti per la seguente giornata lavorativa.


La giornata dedicata a ringraziare gli addetti alle pulizie è un’iniziativa volta a far sentire importanti queste persone il cui lavoro è davvero fondamentale. Questo progetto è nato nel 2015 in Nuova Zelanda grazie all’associazione locale di imprese di pulizia Building Service Contractors (BSCNZ) e a Kärcher per ringraziare pubblicamente le persone che mantengono pulizia, igiene e sicurezza sul posto di lavoro.


Insieme ai partner locali, Kärcher ha deciso di stabilire una giornata mondiale per ringraziare gli addetti alle pulizie in modo da riconoscere il loro lavoro che spesso avviene dopo l’orario classico di ufficio e perciò non viene visto. Il giorno prescelto è il 20 Ottobre 202021: durante questa giornata tutti, clienti ed impiegati che usufruiscono dei servizi delle imprese di pulizia hanno la possibilità di ringraziarli con un bigliettino, un regalino o semplicemente di dirgli “grazie!”


La maggior parte delle persone che pulisce gli uffici lavora di sera o nei fine settimana, perciò non incrocia mai le persone per cui lavora. La giornata per ringraziare gli addetti alle pulizie è nata appunto per riconoscere il lavoro di professionisti e i servizi fondamentali che forniscono e da cui il nostro lavoro dipende.


Capi ufficio ed impiegati hanno la possibilità di condividere il materiale che trovano sul sito www.thankyourcleanerday.com, al lavoro e sui social con #thankyourcleanerday per aumentare il riconoscimento che il lavoro degli addetti alle pulizie porta e per incoraggiare anche i più restii ad esprimere la propria gratitudine.


Cos’è la giornata dedicata a ringraziare gli addetti alla pulizia?

La giornata dedicata a ringraziare gli addetti alla pulizia è una giornata speciale che si celebra annualmente e che serve per aumentare la consapevolezza sul lavoro delle imprese di pulizia. Insieme ai partner locali dei paesi partecipanti, Kärcher vuole cogliere l’opportunità di ringraziare tutte le persone che mantengono puliti, igienizzati e sicuri uffici ed edifici dove lavoriamo quotidianamente. Durante questa giornata gli impiegati hanno l’opportunità di ringraziare gli addetti alle pulizie e di far loro sapere quanto sia apprezzato il loro lavoro.

Perciò il 18 ottobre sarà la giornata in cui chi lavora in un edificio dove opera anche un’impresa di pulizie avrà l’opportunità di dire “Grazie!”. Tutti coloro che lavorano in aziende commerciali, fabbriche e uffici della pubblica amministrazione, come le scuole, avranno questa la possibilità di ringraziare gli addetti alle pulizie con un bigliettino, un regalino o semplicemente di dirgli “grazie!”

 Da dove arriva la giornata dedicata al ringraziamento degli addetti alle pulizie?

La prima giornata dedicata al ringraziamento degli addetti alle pulizie si è svolta nel 2015 in Nuova Zelanda, dove Kärcher e l’associazione locale di imprese di pulizia Building Service Contractors (BSCNZ) l’hanno istituita e promossa. Grazie al loro impegno, si è sparsa la voce di questa iniziativa che è diventata un successo.

Insieme ai partner locali, Kärcher ha deciso di stabilire una giornata mondiale per ringraziare gli addetti alle pulizie in modo da riconoscere il loro lavoro che spesso avviene dopo l’orario classico di ufficio e perciò non viene visto.

 Perchè Kärcher partecipa alla giornata dedicate a ringraziare gli addetti alla pulizia?

 Kärcher è l’azienda leader al mondo nel settore cleaning e per tecnologia ad esso correlata, produce lavasciuga, aspirapolvere e spazzatrici. In tutto il mondo i nostri prodotti sono utilizzati da moltissimi addetti alle pulizie: Alfred Kärcher GmbH & Co. KG dà lavoro a più di 13.500 persone in 73 paesi. L’azienda ha sempre visto come complementari il successo economico e lo sviluppo sostenibile. Kärcher investe più della metà dei propri guadagni in ricerca e sviluppo, in metodi di produzione moderni, in tirocini di alta qualità e in formazione per i propri impiegati.


Partecipando all’iniziativa della giornata dedicata al ringraziamento degli addetti alla pulizia, Kärcher porta ulteriormente avanti il proprio impegno per la responsabilità sociale e per la sostenibilità.

Tratto da newsletter Kärcher del 19/10/2022

Articolo pubblicato il 13/10/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 13/10/2022.

POLITICA DEL PREZZO “PIU’BASSO” SETTORE CLEANING – SERVIZI – IMPRESA DI PULIZIE

QUESTO IL NOSTRO PENSIERO SULLA POLITICA DEL PREZZO “PIU’ BASSO” SETTORE CLEANING – SERVIZI – IMPRESA DI PULIZIE

Spesso, troppo spesso o quasi sempre, nel mondo delle imprese di pulizie, non vengono considerati e valutati i costi “intrinsechi”, nascosti.

Organizzare una squadra, dei turni con presenze, la gestione del magazzino, i controlli qualità, le sostituzioni, la gestione degli straordinari, cedolini, permessi, ferie e malattie, richiedono una mole importante di ore backoffice.

Che non viene e non può essere preventivato ed inserito nel budget ore previste, ovvero, nell’importo pattuito.

Perché il rapporto impresa di pulizie/cliente viene inquadrato con il mero “quante ore ci mettete”.

No, non è cosi.

Le ore prestate sono una piccola parte per una impresa di pulizia.

Dietro un universo, che non viene riconosciuto.

Se un produttore di bibite computa nei costi il marketing, il commerciale, l’amministrazione, la produzione, packaging, distribuzione e logistica etc, etc, è normale.

Per il nostro settore, quante ore a settimana? 2, al mese 8 (spesso senza considerare la presenza di “quinte settimane”). Fine.

Divise, badge, visite mediche, continuo? No. Meglio di no.

Ognuno giusto tiri l’acqua al proprio mulino.

Che margini pensate abbia un’impresa di pulizie? Un dipendente addetto alle pulizie ha un costo lordo di quasi 15 euro orari se correttamente inquadrato e formato e senza particolari mansioni specifiche ed anzianità. Partiamo dunque da questo dato di fatto. Impossibile scendere sotto un simile importo.

Al dipendente restano circa 6 euro netti in busta ed il biglietto meno caro costa circa 2 euro, tempo per recarsi al lavoro… Al quale si propone di andare in centro a Milano per lavorare 2 ore a settimana. Per 12 euro circa. Con 4 euro di biglietti.

Risultato? Nessuno si renderà disponibile a queste condizioni.

Sono cambiate le normative sulla sicurezza, la formazione, il medico competente, le pretese.

Facciamo questi conti.

Un’impresa di pulizie riceve centinaia di mail al giorno per le richieste più disparate. Fare attenzione al lavandino che non si otturi, inserire il nuovo codice dell’antifurto, restare fuori dalla porta perché la serratura cambiata mezz’ora prima senza avvisarci.

Questo ha un valore se seguito ed organizzato.

Perché consente al proprio cliente di dedicarsi al proprio core business e di manlevare “le inezie”, che per noi però sono costi gestionali altissimi.

Organizzare una sostituzione per malattia, spesso richiede almeno 2 ore di lavoro. A meno che l’azienda non abbia dei “jolly” a chiamata. Assunti senza lavorare ma retribuiti.

Anni fa venni contattato da un cliente storico.

Una morte tragica in produzione.

Avevo personalmente pulito quanto restasse di quella povera persona. C’erano forze dell’ordine, ispettori, di ogni.

Non volli chiedere un solo centesimo per quella uscita e non lo chiesi.

Non venni nemmeno mai ringraziato.

Di li a poco disdirono il contratto per risparmiare.

Questa è fantascienza ed è il mondo che non vorrei.

Questo di oggi non è uno sfogo, ma dopo la ricezione di almeno una cinquantina di mail pervenute dallo stesso cliente, per arrivare alla definizione di uno sconto importante, senza considerare tutto quanto sopra meglio descritto, ho deciso di pubblicare questo articolo.

Mentivo. E’ vero a ripensarci è proprio uno sfogo, che spero vogliate comprendere. E’ bello di tanto in tanto comprendere l’altra versione.

Quella più umile, di un lavoro difficile, semplice ma davvero tanto tanto complesso.

Buona lettura!

Estratto da una nostra risposta di una recentissima corrispondenza via mail:

Gentilissime xxx ,

è stato un piacere poterci confrontare con entrambe al telefono e chiarire meglio la situazione.

Confermiamo che l’intervento di ieri è stato svolto correttamente al xxx piano, come concordato nei giorni scorsi ed a seguito del primo intervento extra di Lunedì già presso i nuovi ambienti.

Ci scusiamo se l’indicazione di pulire la sola cucina al piano xxx è andata persa, nella mole di informazioni, per una piccola dimenticanza del collega, ed avete fatto bene a farcelo notare in modo che questa richiesta sia ora per noi acquisita.

Per la massima serietà dobbiamo confermare che la situazione attuale delle pulizie al xxx piano rende piuttosto complicato restituirvi una situazione soddisfacente con le sole ore del servizio ordinario, tra l’altro adeguate ad un canone purtroppo più basso di quanto da noi proposto; certamente è stato commesso anche qualche errore, favorito dalle circostanze, e la collega xxx ha fatto bene a porsi il dubbio e la ringraziamo per la sua trasparenza.

Sappiamo bene che fin quando i lavori non saranno conclusi potrà forse sembrare uno spreco concedere ore per lavori straordinari, ma se non potremo fare del lavoro in più in queste settimane si creerà un accumulo molto difficile da gestire sul breve periodo, e per voi una situazione poco soddisfacente e gradevole.

Vorremmo quindi chiedervi nuovamente di concederci un monte ore extra da gestire nei prossimi turni per un risultato più adatto alle vostre aspettative e, immagino, a quelle della vostra dirigenza.

In secondo luogo, ma la questione è ancora più importante, prima di passare alla firma del contratto credo ci sia da chiedersi un’ultima volta e seriamente se non valga la pena di adeguare la proposta ad una cifra più vicina a quella da noi proposta in seconda battuta, ovvero Euro 810 + Iva al mese al posto dei Euro 760 + Iva da voi, mi permetto, forse troppo rigidamente riproposti senza accogliere nessuna delle nostre ben motivate spiegazioni.

Si tratta di soli 50 Euro + Iva in più, una cifra irrisoria, che però, sulle basse marginalità che ricaviamo, ci offre un minimo di flessibilità in più nel gestire il cantiere e poter assegnare del tempo ; riteniamo sia una soglia che possiate serenamente investire in cambio di un servizio più idoneo.

Senza questo sarà sinceramente più complicato offrire un livello che vada oltre uno standard base, e non è certo questo il modo in cui vorremmo seguirvi.

 La prima quotazione “abbondante” (quella da tre turni da 1150 Euro al mese, poi 1010 per due) era stata formulata per coprire ogni futura necessità ed integrazione degli spazi, il rischio nella situazione attuale è di dover riformulare la proposta ogni volta che nei vostri spazi si aggiungerà qualcosa di sostanziale, dal montaggio della cucina a presenze incrementate di personale, o dovervi rispondere che non possiamo occuparcene alla stessa cifra

La prima proposta non era “maliziosamente alta”; era a nostro parere lungimirante per un’azienda in sviluppo come xxx.

Fatti poi i dovuti adeguamenti, perché oggettivamente sovrabbondante, riteniamo si possa trovare facilmente un accordo leggermente più aperto.

Se l’orientamento da parte vostra non fosse questo è forse consigliabile darsi un periodo di reciproca valutazione sulla fattibilità del lavoro in queste condizioni, prima di passare alle firme.

Crediamo che ci si debba sempre interrogare su cosa significhi esattamente risparmiare o tagliare un costo e se, nella sostanza, non si rischi di aumentarne gli effetti in termini di “perdite di tempo” e minore efficienza.

Riteniamo che nel risultato acquisito vada considerato anche il servizio effettivo che “ci si porta a casa“; siamo certi possiate trovare concorrenti che si offrano a meno, specie sulla carta, ma temo non con la stessa attenzione e devota cura.

State toccando con mano in questi giorni quanto tempo e quante attenzioni occorrano per far bene (o almeno provarci) questo lavoro.

Sappiamo bene come il nostro servizio sia tra i primi a venire ritenuto facilmente scalabile dal punto di vista dei costi, commodity con poco valore aggiunto differenziale, per poi accorgersi di quanto sia strategico per un’azienda dinamica e in crescita.

La posizione, più che legittima, dell’ufficio acquisti che deve badare alle cifre e ai costi, su servizi delicati come il nostro deve però incrociare quella di chi, all’interno della stessa azienda, segue il servizio nella sua quotidianità e ben conosce tutto quanto va oltre i “freddi numeri“.

Vi chiediamo di voler considerare il nostro punto di vista anche nel vostro sincero interesse.

Molte grazie per il vostro tempo e la vostra attenzione.

Un saluto cordiale e a risentirci presto

Articolo pubblicato il 12/04/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 12/04/2022.

Pulizie sul piccolo schermo : Miniserie “MAid” di Netflix – Usa – 2021

Pulizie sul piccolo schermo :

Miniserie “Maid” di Netflix – Usa -2021

Eccoci di nuovo con la nostra rubrica dedicata al mondo delle pulizie raccontato al cinema o in tv, inaugurata l’anno scorso con l’articolo sulla docuserie Discovery “Ti Spazzo In Due” dedicate all’impresa di pulizie tutta al femminile della famiglia Paglionico.

Dato che il nostro settore è davvero poco raccontato (altro che “storytelling”), e dall’esterno va ammesso anche scarsamente conosciuto nelle sue dinamiche, ci è sembrata una buona idea quella di offrire ai nostri lettori qualche spunto.

E’ vero che la narrazione di una docufiction, di un film o di una serie TV solo marginalmente possa raccontare la realtà per quello che è, ma, per chi come noi è nel settore da oltre 25 con pulizie e sanificazioni di uffici e appartamenti a Monza e a Milano, fa comunque piacere che vengano raccontati alcuni aspetti del nostro lavoro.

A volte le storie raccontate servono a sfatare luoghi comuni, come ad esempio che fare le pulizie sia facile e non richieda professionalità e competenza specifica (come prova invece a dimostrare la serie Discovery), altre ne rafforza alcuni, come il fatto che si tratti di un lavoro avaro di soddisfazioni e ricco di frustrazioni, come emerge almeno in parte dalla storia di “Maid”.

La serie Netflix, tratta dal fortunato liro dell’autrice Stephanie Land (edito in Italia da Astoria con il titolo “Donna delle pulizie”) segue le vicende di una madre single piuttosto giovane che, spinta dalle necessità e per sostentare la propria figlioletta di soli 2 anni, decide di cercare un lavoro qualunque per sbarcare il lunario trovando una possibilità nel settore delle pulizie domestiche per l’agenzia “Value Maids”, che offre servizi di colf in lussuosi appartamenti di famiglie molto agiate della città.

L’impatto con il lavoro della povera Alex, la protagonista del film interpretata dalla giovane Margaret Qualley, sarà da subito molto amaro, perchè la donna che sul conto corrente ha poco più di dieci dollari dovrà spenderne parte per il kit di prova che l’agenzia le impone a proprie spese, oltre a dover acquistare l’uniforme ufficiale per poter lavorare, riducendosi difatto a non potersi permettere nemmeno un affitto finendo letteralmente in mezzo a una strada

Il giorno in cui la giovane donna finisce “a spasso” senza potersi permettere neppure un panino per il pranzo, dovrà comunque recarsi al lavoro in una lussuosa villa con giardino e piscina nella quale svuoterà, ironia della sorte, dal frigorifero grosse quantità di cibo pregiato lasciato a scadere e marcire dai ricchi proprietari, per i quali evidentemente quello economico è l’ultimo dei problemi.

E’ essenzialmente questa la distanza che la serie vuole raccontare, l’incomunicabilità quasi assoluta tra due mondi nei quali da una parte c’è chi ha tutto e da oramai per scontata ogni cosa vivendo in un’anaffettività che porta diritta alle dipendenze, siano da droghe, alcool, medicine, shopping compulsivo o relazioni umane senza senso, e chi è costretto a fare i conti ogni giorni con la sfida per la sopravvivenza e rimane appeso ad un filo sottile che potrà determinare il suo futuro immediato, se basta un guasto all’auto che non puoi permetterti di pagare a restare senza lavoro.

La fredda ospitalità delle “case dei ricchi” dal punto di vista di chi le frequenta solo per pulirne bagni, cucine e pavimenti facendo attenzione a non creare il minimo danno, evento potenzialmente tragico per esistenze condannate all’infelicità permamente del lusso cronico e del benessere mai goduto, marmi e ottoni che luccicano ma non illuminano nulla, se non una bianca distesa di medicine e pillole in ogni cassetto per curarsi da tutto, forse dalla vita stessa.

Nel suo diario Alex annota che i suoi clienti “hanno solo corridoi più lunghi e armadi più grandi per nascondere le cose che temono”.

Allo stesso tempo però la protagonista ben interpretata dalla Qualley è fortemente attratta proprio da quella sensazione di piena solidità e stabilità economica e dalla serenità che le infondono persone sicure di sè in ambienti nei quali non esiste bisogno ma solo certezza delle proprie possibilità; in alcune case Alex si fa tentare e prova i costosi abiti delle clienti o assaggia i loro vini pregiati e si offre addirittura come tata per una delle clienti in dolce attesa sognando una permanenza più stabile, magari permanente, in un ambiente familiare ricco ed accogliente.

La donna, per le rigide regole americane in termini di sovvenzioni, ha bisogno di un lavoro per avere diritto all’assistenza sociale integrale, ma non può permettersi un lavoro senza assistenza economica e sociale  (incredibile ?) che la metta nelle condizioni di “ingranare” per davvero; un paradosso non così estremo in un paese di grandi contraddizioni difficili da risolvere.

I problemi di Alex, come per tutte le persone che lavorano, non si limitano però purtroppo alla sfera professionale, ma la donna dovrà guardarsi dall’incombente presenza del suo ex marito e dei problemi con sua madre (interpretata da una ottima Andie McDowell) che, invece di essere preziosa risorsa nella situazione della protagonista, è suo malgrado (a causa di una patologia psichiatrica in peggioramento) ulteriore elemento destabilizzante nella già troppo complicata vita della ragazza protagonista della storia.

Non vogliamo fare spoiler con altri dettagli sulla miniserie, e vi lasciamo il gusto di scoprirla in autonomia, anche se anticipiamo che la serie non è scevra da imperfezioni e da alcune esagerazioni, come è normale che sia in un format che punta sul coinvolgimento e sul colpo di scena sacrificando la plausibilità delle storie e la struttura dei personaggi, difettando proprio nei particolari che  fanno la differenza.

La serie è ambientata a Washington, ma nelle scene in esterna è girata nella regione canadese della British Columbia, approfittando di uno scenario naturalistico di eccezionale bellezza che esaspera le contraddizioni e le sofferenze della storia narrata.


Senza patetismo o eccessive esagerazioni, la serie si lascia guardare molto volentieri, grazie ad una ottima regia, una buona sceneggiatura ed un cast di primo livello, restituendo piena dignità ai personaggi in tutte le loro contraddizioni.

  • Tutti i diritti riservati Netflix –

Articolo pubblicato il 04/04/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 12/04/2022.

Nuova raccolta differenziata a Monza: Le novità per i condomini

Nuova raccolta differenziata a Monza: Le novità per i condomini

Ha ovviamente destato molto disorientamento, oltre alle inevitabili polemiche, la nuova raccolta differenziata partita con puntualità il 1 Marzo dopo tutta una serie di valutazioni, proposte e incontri a tema gestione rifiuti, non un ultima una importante assemblea che a metà Febbraio ha riunito attorno allo stesso tavolo esponenti dell’amministrazione comunale, dirigenti dell’Impresa Sangalli e rappresentanti degli amministratori di condominio monzesi.

Il Comune di Monza si è posto obiettivi di raccolta differenziata piuttosto ambiziosi ma raggiungibili,  portando la percentuale di raccolta dall’attuale 67 ad un auspicato 80% nel giro di quattro anni.

L’impresa incaricata del servizio ha concluso per tempo, a metà Febbraio circa, la faticosa consegna porta a porta di tutte le attrezzature ed i materiali di utilizzo condominiale, così come quelli per le attività individuali come negozi e singole abitazioni: chiunque non fosse presente presso l’immobile al momento della consegna ha comunque potuto, e potrà anche in futuro, far da sè recandosi presso lo sportello aziendale Sangalli di via Fermi.

Una parte della confusione da parte dei cittadini monzesi è forse dovuta, paradossalmente, alla puntualità delle consegne e al pieno rispetto delle date di partenza, fattori ai quali non siamo abituati in un paese abituato a vivere di eterni rinvii, continue deroghe e immancabili proroghe.

Molte delle imprese di pulizie attive nei condomini monzesi non si sono informate e preparate a dovere, a volte per la scarsa dimestichezza con la lingua italiana e, talvolta, anche il confronto con gli amministratori di condominio è stato tardivo o fonte di incomprensioni di forma e sostanza.

Gli amministratori stessi, purtroppo, in alcuni casi hanno mal compreso la nuova normativa e diffuso informazioni errate e preoccupanti, che non hanno fatto altro che complicare la situazione.

Questo ha gettato nello scompiglio molti residenti che, nei giorni appena prima e appena dopo il passaggio al nuovo sistema di raccolta rifiuti, sono stati piuttosto confusi e disorientati, con una variegata gamma di atteggiamenti che sono andati da una sostanziale indifferenza sconsolata al panico ansiogeno, con numerosi errori sia nel conferimento dei rifiuti che sulla esposizione dei sacchi stessa.

Anche per questo è importante rivolgersi ad imprese che, come la Cmz che si occupa di pulizie in condominio a Monza, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, siano dotate di referenti d’ufficio e funzionari in grado di raccogliere e gestire ogni esigenza dei propri clienti dando le opportune spiegazioni col giusto anticipo, oltre ad addetti formati e preparati presenti sul campo.

Una impresa come la nostra è in grado di svolgere compiti di consulenza per gli amministratori di condominio che vogliano confrontarsi o essere aggiornati, prevendendo situazioni spiacevoli che andranno poi a influire negativamente nei rapporti con il proprio condominio.


Ma andiamo a vedere nello specifico che cosa è cambiato nel conferimento dei rifiuti e partiamo da quello che resta invariato ; nulla cambia in sostanza per materiali come vetro, carta e cartone e umido, che possono continuare ad essere conferiti nei soliti sacchi a disposizione degli utenti e negli stessi bidoni di sempre.

La differenza evidente per questo genere di rifiuti è solo in un “restyling” estetico dei bidoni, che l’Impresa Sangalli ha cambiato sostituendo gran parte dei vecchi e usurati contenitori con nuovi bidoni carrellati più capienti, maneggevoli e più gradevoli alla vista, grazie ad scelta di colori meno appariscente (grigio scuro con colori diversi solo attorno alla scritta che li differenzia per genere) ma più adeguata e uniforme, mentre nulla cambia per quanto concerne le modalità di conferimento.

I cambiamenti sostanziali riguardano invece la plastica ed il residuo secco dell’indifferenza, con l’ormai “famigerato” sacco rosso dotato di microchip che permetterà sostanzialmente di individuare e, potenzialmente, sanzionare il singolo che non si attenga fedelmente alle modalità di differenziata corrette anzichè penalizzare l’intero condominio in caso di errato conferimento.

Questo dunque dovrebbe favorire comportamenti virtuosi e corretti da parte dei singoli, ora responsabilzzati ed individuabili, invitando anche ad una azione di “moral suasion” condominiale dato l’interesse collettivo ad una maggiore attenzione

Partiamo allora della plastica, per cui i cambiamenti seppure rilevanti non determinano novità  di peso nel comportamento degli utenti.

In buona sostanza i rifiuti della differenziata in latta e plastica andranno conferiti direttamente nei sacchi gialli consegnati a famiglie e negozi, dalla capianza di 110 lt/cadauno, e non dovrà essere usato nessun altro sacchetto o contenitore, in quanto non interamente riciclabili come plastica.

I cittadini dovranno dunque suddividere questi rifiuti nell’apposito sacchetto, e poi conferirlo o nell’isola ecologica condominiale o esporlo in strada negli orari e giorni di raccolta, che sono di norma due per settimana variabili di zona in zona.

Leggermente più complessa la questione dei sacchi rossi dell’indifferenziata.

Dal 1 Marzo i residenti in condominio non troveranno più i classici bidoni dell’indifferenziata all’interno della propria isola ecologica, ma avranno a disposizione una dotazione di sacchi di colore rosso per il secco residuo, con TAG-RFID personalizzato da 70 lt/cadauno, che dovranno tenere in casa fino al riempimento (non per forza completo) o quantomeno per un utilizzo da fabbisogno di circa una settimana (dato che ne vengono consegnati 52 a famiglia per ogni anno).

Questo ha dato origine ad equivoci ed incomprensioni perchè molte imprese male informate ed alcuni amministratori hanno comunicato ai condomini che i sacchi rossi andassero tenuti per forza in casa fino al riempimento ed esposti singolarmente solo una volta alla settimana, mentre invece il Comune stesso ha ben chiarito che i condomini possono organizzarsi come meglio credono per lo stoccaggio dei rifiuti senza divieto  alcuno di collocare i sacchi gialli e rossi nel deposito adibito (l’isola ecologica condominiale).

Una volta pieni, dunque, questi sacchi potranno essere condotti nel locale rifiuti per la successiva esposizione da parte dell’addetto alle pulizie senza particolari restrizioni.

Sarà dunque solo l’esposizione su strada a dover avvenire soltanto nel giorno ed entro l’orario previsto, con un unico turno di raccolta settimanale.

Quello che dunque sta accadendo nella gran parte dei condomini di Monza, è che i residenti stiano conferendo come prima direttamente nel locale immondizie i loro sacchi rossi e gialli e che sia l’impresa  di pulizie a metterli in strada nei giorni e negli orari previsti ; molte imprese che prima non ne avevano a disposizione si sono ora dotate di un comodo carrellato che consente un più agevole trasporto, e hanno riorganizzato almeno in parte i turni per poter rispettare date e orari ma senza particolari traumi o motivi di polemica o revisioni contrattuali.

Certamente, specie in condomini con parti comuni ristrette o anguste, può sorgere un concreto problema di spazi ed igiene data che con un solo turno settimanale di raccolta del residuo secco il rischio di riempire per intero l’isola ecologica risulta un fatto concreto, e sta all’assemblea di condominio valutare alternative o modalità più sostenibili, specie con l’arrivo della bella stagione e con l’aumento delle temperature che aumenta il rischio di miasmi e cattivi odori in genere.

Stesso timore che i residenti in condominio hanno per i giorni di “permanenza” del sacco in casa o sul balcone, per i cattivi odori ma anche per la presenza di insetti e altri infestanti.

E’ pur vero che da una più accurata differenziata la quantita di rifiuti da sacco rosso dovrebbe diminuire di un buon 15/20 % ed è questa fondamentalmente l’aspettativa del Comune.

Torneremo nuovamente sull’argomento per fare maggiore chiarezza, ma consigliamo ai cittadini, agli amministratori e a chi amministra società e negozi in città di dare un occhio alle FAQ predisposte dalla ditta Sangalli e pubblicate sul sito Monza Pulita che sono state ben scritte per anticipare e chiarire dubbi dei cittadini sul nuovo sistema di raccolta differenziata.

La Cmz, impresa che gestisce pulizie in condominio da oltre 30 anni a Monza, Milano e in tutta la Brianza, è a vostra completa disposizione per una consulenza completa in materia.

Articolo pubblicato il 29/03/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 29/03/2022.

Il trattamento psicologico della sindrome di accumulo compulsivo

La nostra azienda, come già trattato in vari articoli del nostro blog, si è occupata di
assistere molte famiglie e singoli individui in gravi situazioni di “barbonismo domestico”
in tutta la Lombardia e nel Nord Italia, data la sua specializzazione nel trattare casi di
isolamento domestico e accumulo compulsivo con interventi mirati di pulizie e
sanificazioni accurate e specifiche, con rimozione completa di ogni genere di
suppellettile.

Riusciamo a restituire immobili in condizioni igieniche ottimali, grazie ad un
coordinamento di squadra notevole che parte da una valutazione del caso a 360 gradi,
e la soddisfazione dei nostri clienti è pressoché totale.

Occorre però dire che questo genere di interventi, per quanto estremamente efficaci
nel risultato immediato, non sono sufficienti in sé e per sé a garantire in alcun modo
che il soggetto colpito da “Sindrome di Diogene” o “Disposofobia” non torni sul medio
lungo periodo a ritrovarsi in condizioni simili a quelle di partenza.

E’ importante dunque valutare un accompagnamento prima di tutto “affettivo”, in
termini di maggior presenza, presidio dei luoghi e interesse alla persona, da parte di
stretti congiunti e amici, che, anche soltanto con la frequentazione degli ambienti
domestici, invitino il soggetto con tendenze all’isolamento ad evitare quei
comportamenti ossessivi e di accumulo che rischiano di metterlo nuovamente nelle
estreme condizioni di partenza.

Anche questo però può non essere sempre possibile e talvolta nemmeno sufficiente
se non accompagnato da una svolta e da una presa di coscienza del problema, che in

molti casi può arrivare al soggetto colpito dal disturbo solo da una vera e propria
terapia cognitivo comportamentale seguita con uno psicologo specialista di casi di
accumulo seriale e “Barbonismo Domestico”.

I professionisti specializzati nel trattamento dell’accumulo compulsivo, come quelli con
cui siamo in stretto contatto a Milano e Monza, accompagnano incontri in studi con
una serie di sedute organizzate appositamente a domicilio del paziente e talora
presenziano anche al lavoro di pulizia generale preparato secondo direttive
concordate.

Spesso durante la terapia lo specialista testa la capacità del paziente di separarsi
dagli oggetti aiutandolo a fare una cernita, selezionando una serie di categorie da
raccogliere, ordinare e buttare presso il proprio studio, tentando poi di ottenere lo
stesso risultato a domicilio del soggetto in terapia.

In molti casi lo psicologo segue il paziente, facendosi guidare dallo stesso, nei luoghi
di “acquisizione” degli oggetti, dove dunque egli si procura tutto ciò che accumula;
luogo principe è ovviamente il centro commerciale o il mercato dell’usato più vicino a
casa, ma spesso si tratta anche di luoghi di abbandono di oggetti inutili o addirittura le
discariche, autorizzate o meno ; lo scopo di queste “uscite” è quello di iniziare a far
valutare criticamente il proprio comportamento al paziente stesso, per poi provare ad
“inibire”, quei meccanismi del pensiero che portano a desiderare gli oggetti dai quali
poi il soggetto malato farà una tremenda fatica a liberarsi, generando quegli
esasperati accumuli di ogni genere di suppellettile o rifiuto domestico dei quali ben
conosciamo gli effetti sull’igiene domestico e la salute stessa.

Svariati studi dimostrano come questo genere di interventi, sia quelli “outdoor” che
quelli presso l’abitazione del paziente, abbiano una notevole efficacia in termini di
risultati sia sul breve che sul medio lungo periodo, aumentando la consapevolezza e
la motivazione a comprendere ragioni e possibili soluzioni del problema.

Dato che incontriamo spesso soggetti toccati da gravi situazioni di accumulo
compulsivo e isolamento domestico, sappiamo bene quanto però non sia semplice
anche soltanto avviare una conversazione sull’argomento; l’ostacolo è duplice e non è
soltanto quello dell’individuo che affronta il disagio ma anche quello degli stessi
familiari e della zona di “comfort/discomfort” che si sono loro malgrado e spesso
inconsapevolmente creati.
Prima di tutto occorre dire che in primo luogo i pazienti non sono sempre nelle
condizioni di riconoscere la gravità della propria situazione ed interrompono la terapia
cognitivo comportamentale ancora prima di vederne i primi risultati; per questo è
importante che lo specialista riesca a coinvolgere nell’ambito della cura proprio
l’ambiente domestico del malato, perché anche in casi di nuovo “isolamento” sarà
possibile tenere sul posto le sedute non più effettuabili all’esterno, e in questa maniera
vederne anche l’effetto concreto sulle sue abitudini quotidiane.
Va considerato anche come il fatto stesso di accettare che un “estraneo”, come lo
specialista, varchi la soglia di casa costituisca per gli accumulatori seriali un notevole
passo avanti e l’accettazione implicita di un percorso verso la guarigione, visto che li
espone a tutta una serie di comportamenti ed interazione di norma evitate.
In secondo luogo dobbiamo aggiungere che i familiari stessi dei soggetti che vivono in
condizioni di “barbonismo domestico”, per quanto colpiti in maniera grave e prolungata
dallo stile di vita e dalle abitudini del proprio congiunto, in una buona parte dei casi
mostrano delle profonde resistenze ad affrontare il problema ed affidarsi con serenità
ad uno specialista; questo perché le dinamiche consolidate, per quanto difficili da
sopportare, sono oramai una abitudine quasi conclamata e, talvolta, preferibili davanti
allo spettro di ulteriori manie, nuove nevrosi e degli inevitabili scontri che seguirebbero
ad una “scossa” da questa scomoda comfort zone.
In questa matassa davvero complessa da districare, l’intervento di una figura
professionale esperta in materia e consapevole delle dinamiche familiari e relazionali
che si possono innescare risulta davvero fondamentale per intervenire e prevenire
possibili contrasti che andrebbero ad inasprire ulteriormente la situazione,

compromettendo ogni minima speranza di migliorare la sindrome da accumulo
compulsivo, o hoarding che dir si voglia.

Il trattamento classico di questo genere di problematiche consiste in circa una ventina
di sedute, con cadenza settimanale, come detto alternate tra incontri in studio, “uscite
accompagnate” e terapie a domicilio proposte secondo una valutazione che dovrà
tenere conto di aspetti personali e logistici.
La tipologia d’intervento rientra nell’orientamento “cognitivo-comportamentale” della
psicologia moderna, che si pone come obiettivo quello di colpire le tre più rilevanti
manifestazioni esteriori dell’accumulo:
A) Accaparramento compulsivo
B) Trauma da separazione dagli oggetti
C) Accumulo e disordine.
Questo attraverso specifiche strategie di “esposizione” dal vivo o mentali sulle
situazioni temute o evitate dal paziente (più di ogni altra la separazione dagli oggetti o
il pensiero di non poterne accumulare di nuovi), la capacità di creare un nuovo
processo decisionale nel soggetto che lo spinga a ritrovare la convinzione di poter
scegliere, ordinare e mantenere le proprie cose secondo un ordine prestabilito e
sostenibile nel tempo, e, in ultimo, la creazione di una nuova “consapevolezza
cognitiva” delle proprie credenze legate al disagio d’accumulo, che porti sul medio
lungo periodo a ridurre la sofferenza e a impostare la propria vita su binari diversi e
più consapevoli.
La nostra azienda si occupa solo degli interventi di pulizia, sanificazione e sgombero
in tutto il Nord Italia, demandando ai professionisti del settore quanto compete loro e
consigliandovi di rivolgersi ad uno specialista per affrontare l’argomento a 360 gradi,
ma ha all’interno del proprio team tutte le competenze necessarie per accompagnarvi
serenamente lungo il percorso da seguire per la fase operativa del lavoro

Articolo pubblicato il 23/03/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 23/03/2022.

Le Pulizie In Condominio – Responsabilità e Aspetti Normativi

Le Pulizie In Condominio – Responsabilità e Aspetti Normativi

Spesso la pulizia negli spazi comuni condominiali è argomento che causa confronti serrati, incomprensioni se non addirittura discussioni e litigi che sfociano in assemblee dall’atmosfera tutt’altro che pacifica.

Proprio per anticipare e regolare le principali questioni oggetto di tensione il nostro ordinamento giuridico ha dedicato appositi articoli del codice civile, con norme ad hoc che stabiliscono ambiti di responsabilità, modalità di decisione e criteri di spesa.

Vediamo quali sono i principali punti che normano l’argomento, senza riportarli integralmente ma riassumendovene il contenuto perché tutto sia chiaro (potrete poi approfondire con una semplice ricerca su Google), partendo dalla definizione degli ambiti e della responsabilità in termini di cura e relative spese.

Articolo 1117: Parti Comuni dell’edificio

Tale articolo determina quali sono gli spazi condominiali e a chi competano, affermando che la proprietà delle scale è di tutti i condomini, compresi quelli che hanno locali al piano terra e anche a chi, come spesso accade ai negozi, ha come unico ed esclusivo accesso quello sulla strada, a meno che il contratto d’acquisto o il regolamento condominiale (se esistente all’epoca) non dicano diversamente esentandoli da responsabilità e spese.

Naturale conseguenza è che tutti questi soggetti hanno l’obbligo di contribuire alla pulizia delle scale tramite la ripartizione delle spese, a prescindere dunque dal fatto che le utilizzino o meno.

Articolo 1123:  Ripartizione delle spese

Tale articolo disciplina le spese relative alla manutenzione e alla pulizia delle scale e delle parti comuni, disponendo che gli esborsi necessari per la conservazione ed il godimento delle parti comuni sono sostenuti dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, nel dettaglio stabilito per metà in virtù della misura dei singoli piani e per l’altra metà in proporzione all’altezza di ciascun piano dal suolo; criteri che possono non essere del tutto “ideali” per stabilire il reale impatto dei condomini sull’igiene degli stabili ma che in ogni caso restano quelli da considerare.

Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, formulazione piuttosto vaga e che va approfondita a parte, l’articolo indica che le spese andranno ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno dei condomini può farne.

Tale articolo aggiunge in coda che nei casi in cui l’edificio sia suddiviso in più scale, cortili o abbia parti comuni ripartite, le spese relative alla manutenzione di queste porzioni di utilizzo esclusivo sono a carico esclusivo della parte dei condomini che ne trae utilità.

Articolo 1130: Attribuzioni dell’Amministratore

Tra i diversi commi di questo articolo, sono di particolare rilevanza il 2 e il 3, che disciplinano il ruolo dell’amministratore come soggetto tenuto a gestire l’utilizzo delle aree comuni e dei servizi relativi ai beni condivisi, in modo che ne sia assicurata la migliore fruizione da parte dei condomini, oltre alla sua responsabilità nel riscuotere i contributi ed erogare le spese per la manutenzione ordinaria degli stabili e per i relativi servizi.

I commi 9 e 10 stabiliscono invece che il condomino che ne faccia richiesta abbia diritto a ricevere, su specifica richiesta, attestazione relativa allo stato dei pagamenti e ad eventuali ritardi o contestazioni sugli stessi, e che l’amministratore debba redigere rendiconto formale annuale, da rendere pubblico e visionabile, e che dovrà essere approvato entro sei mesi

Articolo 1130 bis: Rendiconto Condominiale

La seconda parte dell’articolo in questione regola l’importante attività di rendicontazione da parte dell’amministratore di condominio, che è dunque tenuto a tenere da conto in maniera regolare (e a dare visibilità su richiesta) tutte le voci d’entrata e d’uscita e tutti gli elementi legati alla situazione patrimoniale dello stabile, ai fondi disponibili in cassa e alle eventuali riserve che vanno tenute monitorate.

Qualora tutti o alcuni dei condomini siano inadempienti, l’amministratore deve sottoporre la delicata questione in assemblea proprio in virtù della propria responsabilità.

Nella sua parte finale l’articolo dispone che l’assemblea possa nominare, oltre all’amministratore, un consiglio di condominio composto da almeno tre residenti laddove il casseggiato abbia almeno 12 unità immobiliari, con importanti funzioni consultive e di controllo.

Articolo 1136: Costituzione dell’assemblea e validità delle deliberazioni

Tale articolo, forse in assoluto il più importante per quanto riguarda le attività delle assemblee di condominio, determinata le modalità di votazione, distinguendo la cosiddetta prima convocazione, per la quale occorre una maggioranza di favorevoli della “metà più uno” degli aventi diritto, dalla seconda convocazione nel cui ambito si ritiene valida la decisione presa con il voto favorevole di un terzo dei partecipanti aventi diritto di voto.

Mentre l’assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita da un numero di condomini che rappresentino i due terzi del valore dell’intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio, l’assemblea in seconda convocazione si ritiene valida se svolta con l’intervento di un numero di condomini che rappresenti almeno un terzo del valore dell’intero edificio e un terzo dei partecipanti al condominio.

Le deliberazioni vengono approvate con un numero di voti che rappresenti contestualmente la maggioranza degli intervenuti a almeno la metà del valore dell’edificio.

Ovviamente ci stiamo riferendo alla “normale amministrazione” perché, le deliberazioni che concernano temi come la nomina e la revoca dell’amministratore o decisioni che riguardino la ricostruzione dell’edificio o lavori straordinarie di particolare entità e le deliberazioni di cui agli articoli 1117-quater, 1120, secondo comma, 1122-ter nonché 1135, terzo comma, dovranno essere sempre approvate con la maggioranza “qualificata”.

Vista quindi l’importanza rilevante dell’argomento è bene affidare il servizio ad un’impresa di pulizie professionali che possa garantire la massima tutela sia a chi prende decisioni importanti e ne ha la responsabilità, come l’amministratore, sia ai beneficiari del servizio, ovvero i condomini, che desiderano una qualità costante del livello di igiene all’interno del proprio stabile e nelle parti comuni. La Cmz, impresa di pulizie e servizi generali, operante da oltre 30 anni nei territori di Monza e Milano, è disponibile fin da subito per quotazioni su pulizie ordinarie e straordinarie all’interno dei vostri caseggiati.

Articolo pubblicato il 16/02/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 16/02/2022.

La sanificazione e disinfezione degli ambienti domestici

La sanificazione e disinfezione degli ambienti domestici

Una situazione piuttosto tipica in questi mesi di impennata dei casi di Coronavirus dovuti alla più recente e aggressiva variante Omicron; è il momento di consultare l’esito del tampone effettuato da uno dei vostri familiari e la brutta notizia è che qualcuno tra voi risulta positivo al test effettuato. Una situazione delicata e del tutto nuova, nella quale è facile farsi prendere dal panico e più difficile prendere le decisioni più corrette, anche per quanto riguarda il mantenimento di condizioni di igiene e sicurezza ideali all’interno della propria abitazione

Avete sentito parlare tante volte di “sanificazione” in questi due anni, vorreste far qualcosa per reagire alla situazione ma non sapete come muovervi?

Questo articolo farà al caso vostro con informazioni obiettive e qualche utile consiglio per i vostri cari e conoscenti, dato che molti clienti di Monza e Milano ci hanno contattato in questi mesi per la sanificazione di appartamenti, ville e studi professionali.

Partiamo dalla prima notizia utile; il coronavirus pare resista fino a 3 giorni sugli oggetti, soprattutto se in plastica, mentre la sua sopravvivenza risulta più difficile sull’acciaio (48 ore) e si riduce a poco più di 4 ore su elementi come il rame.

Per quanto riguarda i tessuti, come i vestiti che portiamo addosso, una risposta definitiva dalla scienza ancora non c’è perché le variabili sono numerose e non danno certezze.

Fermo restando tutto ciò siamo tutti ben consapevoli, e lo siamo già dalla primavera del 2020, che purtroppo il Covid 19 è una tremenda malattia proprio perché si diffonde da persona a persona prima di tutto attraverso le vie respiratorie ed è dunque del tutto improbabile, e quasi un caso “di scuola”, l’ipotesi che avvengano contagi attraverso il mero contatto con superfici o tessuti contaminati non accompagnato da stretto contatto fisico con un positivo.

Fatta questa doverosa premessa, che deve servire a non farsi prendere da “manie di sanificazione”, resta comunque importante attenersi ai principi di una corretta igiene, lavandosi spesso le mani e disinfettandole, e ancor più assicurare ai propri familiari un ambiente quanto più pulito e sicuro per scongiurare situazioni di maggior rischio e non avere rimorsi o rimpianti.

Quali sono allora gli elementi fondamentali per una corretta disinfezione degli ambienti di casa per rendere la vita più difficile al virus se abbiamo in casa un familiare positivo?

Partiamo da un presupposto; non ha alcun senso fare effettuare interventi di sanificazione in casa fintanto che abbiamo un familiare positivo all’interno di essa, e affinché il lavoro di disinfezione sia efficace occorre dunque attendere che il caro sia negativo a seguito di un tampone che ne attesti il superamento della fase critica.

Se difatti l’elemento “contaminante” è proprio una persona che vive in casa, e ne frequenta l’ambiente da “positiva”, come potrà mai essere efficace l’intervento di sanificazione fino a quando perdura la condizione di “infetta” della stessa ?

Sappiamo bene che ci sono imprese di sanificazione di Monza e Brianza poco serie che propongono questo genere di trattamento in qualunque condizione per meri fini “speculativi”; per carità, non si tratta di una frode ma di un intervento sostanzialmente inutile, che crea false aspettative perché potrà tuttalpiù può avere un impatto sulle condizioni attuali di igiene dell’ambiente ma non certo sulla disinfezione delle superfici e dei punti di contatto !

Che consigli ci sentiamo di dare allora a chi vive oggi una situazione del genere?

L’opzione ideale, ma purtroppo non sempre praticabile, sarebbe che il membro della famiglia potesse trasferirsi in un altro appartamento per la durata del periodo di isolamento, disponendo per sé di toilette e bagno dedicati, quasi sempre appoggiandosi a parenti o amici nell’impossibilità per molti di disporre di più case libere.

Qualora “separarsi” non fosse possibile sarebbe consigliabile quantomeno che il positivo dormisse e soggiornasse in una stanza dedicata (qualcuno dovrà arrangiarsi su un divano) e mantenere una distanza minima di 1,5/2 metri dagli altri familiari anche durante il giorno, in un ambiente domestico che andrà ovviamente arieggiato frequentemente per la massima tutela di tutti , dato che recenti studi provano come al chiuso bastino anche solo pochi minuti in una stanza con una persona positiva perché il contagio si verifichi.

Per chi, come gran parte dei “comuni mortali”, ha solo un bagno che forzatamente andrà utilizzato in comune con il familiare positivo al Covid 19, la più efficiente arma contro il contagio sarà quella di un’accurata disinfezione ogni volta che il soggetto positivo ne farà utilizzo, in modo da prevenire il contagio degli altri conviventi.

Questo andrà fatto utilizzando un presidio medico chirurgico disinfettante e sanificante in special modo sui principali punti di contatto all’interno del bagno, ovvero maniglie, interruttori, rubinetti, tasti di accensione e spegnimento, distributori di sapone liquido, e ovviamente lavandini, sanitari e specchi, in maniera particolarmente attenta.

Questo è un genere d’intervento di disinfezione che un’impresa di pulizia e sanificazione come la Cmz svolge settimanalmente per i propri clienti di Milano e Monza e garantisce massima tutela per gli ambienti domestici di lavoro.

Ogni volta che si pulisce e si disinfetta casa per sanificare gli ambienti da eventuali agenti patogeni è necessario utilizzare sempre un prodotto che sia Presidio Medico Chirurgico, ovvero un buon detergente ideato e testato per uccidere germi e batteri annullandone la carica virale. La disinfezione ha infatti lo scopo di distruggere o inattivare i microrganismi patogeni e necessita di prodotti idonei in grado di agire su di essi; questa attività, è giusto sottolinearlo, a rigor di logica e di buonsenso dovrebbe essere soltanto successiva ad una buona pulizia di casa, perché polvere e sporcizia devono necessariamente essere rimossi prima dell’applicazione del disinfettante, che altrimenti sarà solo parzialmente efficace.

Anche all’interno delle altre stanze risulta fondamentale una maggiore protezione di oggetti e superfici con cui il paziente positivo entra normalmente in contatto.

Non dimenticate quindi di disinfettare regolarmente le maniglie delle porte, gli interruttori, i piani dei tavoli, telefoni cellulari, termometri o persino il telecomando TV; se inevitabilmente avete toccato uno dei tanti oggetti che potrebbero risultare “infetti” è buona abitudine quella di non toccarsi le parti sensibili e più a rischio contagio, ovvero il ​​viso e in special modo le zone attorno alla bocca, al naso e agli occhi, prima di essersi ben lavati le mani e averle protette con un gel disinfettante.

Le maniglie sono indubbiamente tra gli elementi di casa che vengono toccati con maggiore frequenza e da più persone sia all’interno che all’esterno dell’abitazione; non ci riferiamo solo a quelle di porte e finestre, ma anche di quelle di elettrodomestici come frigorifero, forno e lavastoviglie, che maneggiamo più volte quotidianamente e quasi mai con le mani ben pulite.

Anche pomelli ed erogatori dei rubinetti, sia in bagno che in cucina, vengono toccati piuttosto spesso, e, vista la collocazione in luoghi così delicati della casa, andrebbero disinfettanti anche a prescindere dalla presenza di un caso Covid così come gli interruttori della luce delle stanze.

Inutile sottolineare quanto nel bagno non possano essere sottovalutate aree come lavandino, doccia e sanitari (compreso lo scopino, spesso trascurato!) così come del resto in cucina risulta fondamentale essere attenti a tenere bene igienizzati lavello, frigo e superfici di lavoro in genere; gli strofinacci della cucina e gli asciugamani del bagno, o salviette che dir si voglia, vanno cambiati con buona frequenza e lavati in maniera accurata.

Consigliamo di non trascurare la pulizia e disinfezione della pattumiera in cucina e in bagno, prima di tutto lavando i bidoncini con acqua calda e sapone, asciugando con la carta e infine completando il lavoro utilizzando un disinfettante a contatto.

Alcune buone abitudini possono risultare davvero importanti per questo genere di pulizia accurata ; utilizzare panni e spugne differenti per ogni singolo ambiente (magari utilizzando il “codice colore”) di casa favorisce una migliore igiene, così come il lavaggio e (quando non più sufficiente) la sostituzione frequente degli stessi strumenti per la pulizia, evita che il risultato del nostro sforzo sia paradossalmente quello di diffondere germi e batteri sulle superfici invece di abbatterne la carica nociva.

Altrettanto importante è la cura dei vestiti che il soggetto positivo cambierà di giorno in giorno, e che andranno lavati per tutela alla massima temperatura indicata, dopo averli maneggiati con gran cura e con l’ausilio di guanti e indossando preferibilmente la mascherina, dato che saranno verosimilmente tra gli oggetti a più alto tasso d’infezione tra quelli presenti in casa, così come asciugamani e lenzuola utilizzati andranno cambiati spesso e lavati a 90 gradi o a temperatura più bassa ma con l’ausilio di un prodotto disinfettante.

Speriamo che questi consigli possano tornarvi utili a prescindere dalla situazione in corso, dato che la corretta disinfezione degli ambienti domestici resta una buona abitudine fondamentale.

La Cmz è una impresa di sanificazioni autorizzata e che svolge interventi di disinfezione e igienizzazione nelle province di Monza e Brianza e Milano ; contattateci per una valutazione delle vostre esigenze

Articolo pubblicato il 12/01/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 12/01/2022.

La deragnatura

La deragnatura è l’attività di eliminazione completa delle ragnatele formatesi nel tempo sui soffitti dei capannoni, degli uffici e dei magazzini, specie negli angoli degli ambienti più trascurati per quanto riguarda le pulizie perché difficilmente raggiungibili senza appositi attrezzi.

L’operazione definita di deragnatura comprende sia l’asportazione delle ragnatele vere e proprie, sia l’eliminazione di quelle che descriviamo al cliente come “ragnatele della polvere”, ovvero le formazioni di pulviscolo annerito, e spesso di “antiche origini” che si creano negli interstizi difficili da avvicinare a causa dell’azione di elementi in sospensione oppure per la presenza massiccia di microresidui di altri materiali.

La presenza di molte ragnatele penzolanti negli angoli dei soffitti, con tanto di nugoli neri di polvere ciondolanti dall’alto, offre un’immagine davvero trascurata e ben poco edificante degli ambienti nei quali sono facilmente visibili a dipendenti, clienti e visitatori occasionali, per quanto sia vero che effettuare questo intervento di pulizia non è banale come potrebbe sembrare di primo acchito.

L’ideale sarebbe svolgere degli interventi su base periodica, anche semestrale ed annuale, rivolgendosi ad una impresa di pulizie qualificata per la deragnatura in provincia di Monza e Brianza e Lecco come la Cmz.

La rimozione delle ragnatele e delle polveri annidate nel mezzo avviene per contatto diretto delle superfici da trattare con degli appositi scovoli (le cosiddette “spazzole per soffitti”, dalla forma più rotonda o triangolare), dalla conformazione adatta a catturarle con un’attenta spazzolatura, o laddove è necessario mediante panni elettrostatici a rivestimento degli stessi ; la superficie di contatto, con forma morbida e compatta per pulire più efficacemente gli angoli senza graffiare le superfici, ha di solito setole leggermente piumate che vanno dunque a rimuovere sia le ragnatele che la polvere più sottile

Tutto quanto viene rimosso dall’alto finisce inevitabilmente per cadere a terra e dunque, successivamente, occorre scopare in maniera accurata, o aspirare, il pavimento sottostante; un’operazione sempre compresa nel preventivo chiaro e trasparente per la deragnatura di scuole, palestre e capannoni a Monza, Lissone e Desio offerto dalla Cmz ai clienti interessati a questo servizio, sempre più richiesto in un periodo contraddistinto da maggiori esigenze in termini di igiene come quello della pandemia che ancora ci tiene sotto scacco.

La presenza di vecchia polvere, che si finisce per respirare, rende gli ambienti infestati da vecchie ragnatele ben poco salubri per la salute dei lavoratori, degli studenti o degli ospiti e visitatori dialberghi, autofficine e capannoni fieristici.

Immaginate quanto capita di frequente nelle scuole pubbliche nelle quali gli operatori scolastici non sono dotati del giusto equipaggiamento e non hanno la formazione tecnica per rimediare alla situazione ; a Sesto San Giovanni e Cologno Monzese ci siamo occupati di recente di interventi di deragnatura in luoghi pubblici e frequentati nei quali le ragnatele non venivano rimosse da oltre dieci anni, con gli effetti che potete immaginare sia dal punto di vista estetico che di quello dei piccoli ospiti delle strutture !

Grazie all’ausilio di aste telescopiche professionali in alluminio, oltre che di braccia forti e sapienti che sappiano utilizzarle nella maniera più corretta ed efficace, è possibile intervenire manualmente fino ad altezze di circa 13 metri, facendo così a meno dell’ausilio di piattaforme e macchinari che, oltre a costituire un costo notevole, sono piuttosto difficili ed ingombranti da manovrare, arrecando dunque intralcio alle normali attività lavorative specie nelle linee produttive non soggette a sospensione delle attività o negli ambienti con molti ripiani e scaffali.

Occorre dire che alcune aziende, poco consapevoli delle esigenze minime necessarie in termini di igiene e di sicurezza sui luoghi di lavoro e delle relative normative, ci hanno contattati per un intervento di deragnatura a Milano solo a seguito di ispezioni di Asl o Nas, purtroppo dopo avere già ricevuto verbali con sanzioni dagli importi non indifferenti da saldare, o dopo situazioni spiacevoli in termini di rimostranze del proprio personale anche mediante l’intervento delle organizzazioni sindacali.

La nostra impresa preferisce fare prevenzione ed evitare che capitino situazioni tanto spiacevoli che è invece possibile risolvere facilmente con interventi dal costo davvero sostenibile oltre che di celere realizzazione, quasi sempre nell’arco di una sola giornata lavorativa per metrature medio grandi.

Un ambiente di lavoro pulito e privo di vecchia polvere e ragnatele è un luogo che si conserva per più tempo in buono stato, sia per quanto riguarda l’immobile in sé e per sé, prevenendone l’ammaloramento, sia per quanto concerne i macchinari, gli apparati tecnologici e l’arredo presente all’interno, evitandone il deterioramento dei materiali e di quanto in essi contenuto.

I ragni sono animali che hanno una importante funzione ecologica, in quanto predatori di altri insetti ed organismi talvolta anche nocivi, ma la loro consistente presenza in magazzini, soffitte, mansarde, cornicioni e piani sopraelevati è sicuramente una compagnia sgradita per chi debba quotidianamente viverci o lavorarci ; la Cmz svolge a Milano e nella provincia interventi di rimozione delle ragnatele di estrema efficacia in termini di impatto visivo e dal punto di vista igienico, con un risultato davvero significativo e duraturo nel tempo.

La polvere è in molti casi la vera causa scatenante la formazione di ragnatele sui soffitti, e in particolar modo quando si tratta di alcuni luoghi specifici o particolari settori di attività, ad esempio capannoni e magazzini adiacenti a zone verdi e di campagna, con grande presenza di insetti e formazione di polveri e detriti di diversa origine, ma anche in locali con presenza di cappe e forni a legna, quali ristoranti, pub, bar e pizzerie, luoghi nei quali possono facilmente verificarsi le condizioni per il formarsi di ragnatele.

Anche alcune specifiche lavorazioni industriali o fumi contenenti particolari sostanze meno volatili, come grassi o sostanze fibrose, non fanno altro che creare condizioni ancora più ideali per la formazione di quei piccoli nugoli di polvere che nel giro di qualche anno sono in grado di annidarsi e poi intasare condotte, impianti di aspirazione e impianti elettrici.

Contattate la Cmz per un sopralluogo e preventivo gratuito per la deragnatura nelle province di Milano e Monza per risolvere con efficacia e definitivamente qualunque vostra esigenza in merito.

Articolo pubblicato il 10/01/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 10/01/2022.

Animal Hoarding – L’accumulo compulsivo di animali in casa

Alcuni recenti fatti di cronaca hanno messo nuovamente in luce, sui media locali e nazionali, il problema della sindrome da accumulo compulsivo, che può riguardare sia oggetti, cibo e rifiuti che gli animali domestici.

Una sottocategoria di quella drammatica situazione di isolamento domestico e infinito disagio che abbiamo oramai imparato a descrivere in breve come “barbonismo”, e che la nostra azienda segue da anni avendo maturato una specifica competenza in trattamento di pulizie e disinfezioni speciali in tutto il Nord Italia.

Durante il mese di Dicembre 2021 l’Enpa di Brescia, che svolge alcuni delicati compiti anche in questo ambito, è stata contattata dal proprietario di un appartamento per intervenire d’urgenza in una situazione di lungo e profondo disagio causata proprio dall’ accumulo di animali da parte del precedente inquilino dello stesso, oramai sfrattato.

All’interno di un’abitazione privata, infatti, l’inquilino teneva in condizioni igieniche e di salute davvero indicibili, oltre 60 gatti stipati in ogni stanza ed anfratto dell’immobile, con conseguenze sull’igiene e sulla sicurezza non soltanto per se stesso ma anche per il vicinato, esasperato per i miasmi e gli ovvi pericoli per l’incolumità generale ; i felini, difatti, erano per la gran parte positivi alla FIV, la sindrome da immunodeficienza che può colpire questi splendidi animali, oltre che molto denutriti e disidratati, quasi scheletrici.

Solo l’intervento congiunto di forze dell’ordine e volontari delle associazioni animaliste ha potuto consentire di svolgere il lavoro di recupero dei malandati gatti in maniera efficace, smistandoli poi in molti rifugi e gattili della Regione che si sono prestati ad ospitarne una parte, oltre a prestare le cure veterinarie urgenti e necessarie fin dall’immediato.

La grave situazione di disagio sociale si protraeva oramai da parecchi anni e soltanto con la fase dello sfratto, giunta oramai ad esecuzione, il proprietario dell’immobile ha potuto rendersi conto di quanto compromessa fosse la situazione all’interno del proprio appartamento.

L’enorme numero di animali accumulati, come quasi sempre in questi casi, non era il frutto della continua “raccolta” di nuovi cuccioli o adulti, magari sottratti a vicini o da colonie feline, ma l’esito della mancata sterilizzazione dei gatti di casa protratta per anni e anni e divenuta col tempo del tutto incontrollabile.

I felini infatti erano tutti privi di microchip, obbligatorio in Lombardia oramai da due anni anche per questa specie e, da una rapida analisi, è emerso chiaramente che si trattasse di consanguinei che hanno continuato a riprodursi tra loro senza alcun argine e senza controllo con tutti i rischi del caso.

Pochi mesi fa le cronache hanno raccontato di un fatto analogo a Monza, nel quartiere di San Rocco ; una persona teneva in casa circa una trentina di felini, che vivevano sostanzialmente in una discarica sommersa da rifiuti, deiezioni e anche, purtroppo, da carcasse di animali defunti; un caso di accumulo seriale forse ancora più grave di quello di Brescia, date le condizioni igieniche e di salute dello stesso individuo che non si separava neppure dalla propria immondizia e del cibo scaduto da molti anni.

In questo caso, invece dello sfratto, è stata una malattia ad essere in qualche maniera provvidenziale; la persona colpita da “Sindrome di Diogene”, o “barbonismo domestico” ha dovuto farsi ricoverare in ospedale per una seria malattia che ha finito, tragicamente, per ucciderlo e poco prima di lasciare casa ha chiesto ad un conoscente di badare alla casa e ai suoi animali.

Nessuno tra i vicini e tra i pochi amici era a conoscenza della sconcertante situazione che il conoscente si è trovato davanti ai propri occhi ; in casa non erano presenti soltanto gatti ma anche un gran numero di animali da cortile di varia specie, molti altri dei quali confinati in un “giardino” oramai avvolta da una vegetazione spessa e impenetrabile, oramai fondale ad una discarica all’aperto in miniatura, ricca non solo di ordinari rifiuti domestici ma anche di rottami di vario genere e in materiali pericolosi, oltre ad altre numerose carcasse di animali accumulate in giro.

In considerazione dei miasmi e della quantità di oggetti accumulati anche all’esterno è difficile pensare che davvero nessuno possa essersi accorto di quanto stesse accadendo, e anche in questo caso possiamo parlare di un dramma consumato nella solitudine e nell’indifferenza più o meno generale, pur sapendo noi stessi bene per esperienza quanto sia complicato affrontare questo discorso con persone che, pur colpite da una grave forma di disagio, negano l’esistenza del problema e ancor peggio rifiutano quasi ogni rapporto con l’esterno e dunque anche la possibilità di un minimo confronto.

L’animal hoarding è una forma piuttosto estrema ma diffusa più di quanto si potrebbe immaginare, di “disturbo da accumulo”, che riguarda appunto la raccolta incontrollata e senza alcun limite di ragionevolezza di un grande numero di animali, senza che a questi ultimi venga al contempo offerto un livello minimo accettabile di nutrizione, igiene e al bisogno adeguate cure veterinarie.

Questo accade anche perché spesso, gli “animal hoarders”, non sono economicamente e socialmente  in grado di provvedere in caso di peggioramento delle condizioni dei propri animali, quando ad esempio si ammalano, né di curare l’ambiente in cui vivono qualora dovesse essere necessario svolgere lavori (ad esempio agli impianti, o di sgombero e trasloco) rendendo i locali di casa decisamente insalubri ; una connotazione, quella delle precarie condizioni economiche, che spesso contraddistingue questa tipologia di accumulatori da altri, spesso in una situazione più florida dal punto di vista della possibilità di spesa pur nel proprio infinito disagio.

Da recenti studi, emerge come oltre il 70 % degli “animal hoarders” siano di sesso femminile e quasi sempre persone di età adulta, dai 40 anni in su; Il numero medio di animali accumulati da chi soffre di questa patologia è impressionante, stagliandosi attorno ai 30, ma incredibili picchi oltre i 100 per abitazioni di campagna o ville e case indipendenti ; gli accumulatori, pur ritenendosi “innamorati” dei propri animali e maniacalmente attaccati ad essi, sono spesso ignari e, di fatto, indifferenti di fronte alle sofferenze degli stessi, ritirandosi da qualunque contatto sociale davanti alle prime rimostranze o critiche da parte di parenti, vicini di casa e amici, con tutte le conseguenze che questa tipologia di isolamento avrà in seguito.

Un attaccamento estremo che ha però la paradossale conseguenza di una totale e completa negligenza nei confronti delle cure minime essenziali necessarie per la salute, una compulsione che rende ciechi anche quando viene offerta assistenza gratuita e supporto da parte di associazioni di volontari del territorio.

Questo disturbo è infatti caratterizzato, più di altri, dalla totale mancanza del cosiddetto “insight, ovvero l’auto-percezione, anche parziale, che i propri comportamenti e il proprio stile di vita siano disfunzionali e problematici.

Tratto caratteristico dei soggetti affetti da questa tipologia di disagio mentale è infatti la necessità di esercitare un poter di controllo, come prima ed istintiva reazione di fronte a paure ed incertezze, al timore dell’abbandono, alla solitudine se non al pensiero della morte stessa.

Se l’assenza, la scomparsa o la morte di un animale può creare totale sconforto, se non ansia patologica, accumularne molti significa in qualche maniera “tutelarsi” dall’infausto evento che dovrà prima o poi verificarsi; l’atto estremo che consegue a questa forma di disagio è la non accettazione della morte degli animali stessi, anche nel caso di accumulo, e spesso i malati non riescono a liberarsi neppure dei corpi morti tenendoli con sé, nelle intenzioni, per sempre.

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