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Articolo pubblicato il 12/04/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 12/04/2022.

Pulizie sul piccolo schermo : Miniserie “MAid” di Netflix – Usa – 2021

Pulizie sul piccolo schermo :

Miniserie “Maid” di Netflix – Usa -2021

Eccoci di nuovo con la nostra rubrica dedicata al mondo delle pulizie raccontato al cinema o in tv, inaugurata l’anno scorso con l’articolo sulla docuserie Discovery “Ti Spazzo In Due” dedicate all’impresa di pulizie tutta al femminile della famiglia Paglionico.

Dato che il nostro settore è davvero poco raccontato (altro che “storytelling”), e dall’esterno va ammesso anche scarsamente conosciuto nelle sue dinamiche, ci è sembrata una buona idea quella di offrire ai nostri lettori qualche spunto.

E’ vero che la narrazione di una docufiction, di un film o di una serie TV solo marginalmente possa raccontare la realtà per quello che è, ma, per chi come noi è nel settore da oltre 25 con pulizie e sanificazioni di uffici e appartamenti a Monza e a Milano, fa comunque piacere che vengano raccontati alcuni aspetti del nostro lavoro.

A volte le storie raccontate servono a sfatare luoghi comuni, come ad esempio che fare le pulizie sia facile e non richieda professionalità e competenza specifica (come prova invece a dimostrare la serie Discovery), altre ne rafforza alcuni, come il fatto che si tratti di un lavoro avaro di soddisfazioni e ricco di frustrazioni, come emerge almeno in parte dalla storia di “Maid”.

La serie Netflix, tratta dal fortunato liro dell’autrice Stephanie Land (edito in Italia da Astoria con il titolo “Donna delle pulizie”) segue le vicende di una madre single piuttosto giovane che, spinta dalle necessità e per sostentare la propria figlioletta di soli 2 anni, decide di cercare un lavoro qualunque per sbarcare il lunario trovando una possibilità nel settore delle pulizie domestiche per l’agenzia “Value Maids”, che offre servizi di colf in lussuosi appartamenti di famiglie molto agiate della città.

L’impatto con il lavoro della povera Alex, la protagonista del film interpretata dalla giovane Margaret Qualley, sarà da subito molto amaro, perchè la donna che sul conto corrente ha poco più di dieci dollari dovrà spenderne parte per il kit di prova che l’agenzia le impone a proprie spese, oltre a dover acquistare l’uniforme ufficiale per poter lavorare, riducendosi difatto a non potersi permettere nemmeno un affitto finendo letteralmente in mezzo a una strada

Il giorno in cui la giovane donna finisce “a spasso” senza potersi permettere neppure un panino per il pranzo, dovrà comunque recarsi al lavoro in una lussuosa villa con giardino e piscina nella quale svuoterà, ironia della sorte, dal frigorifero grosse quantità di cibo pregiato lasciato a scadere e marcire dai ricchi proprietari, per i quali evidentemente quello economico è l’ultimo dei problemi.

E’ essenzialmente questa la distanza che la serie vuole raccontare, l’incomunicabilità quasi assoluta tra due mondi nei quali da una parte c’è chi ha tutto e da oramai per scontata ogni cosa vivendo in un’anaffettività che porta diritta alle dipendenze, siano da droghe, alcool, medicine, shopping compulsivo o relazioni umane senza senso, e chi è costretto a fare i conti ogni giorni con la sfida per la sopravvivenza e rimane appeso ad un filo sottile che potrà determinare il suo futuro immediato, se basta un guasto all’auto che non puoi permetterti di pagare a restare senza lavoro.

La fredda ospitalità delle “case dei ricchi” dal punto di vista di chi le frequenta solo per pulirne bagni, cucine e pavimenti facendo attenzione a non creare il minimo danno, evento potenzialmente tragico per esistenze condannate all’infelicità permamente del lusso cronico e del benessere mai goduto, marmi e ottoni che luccicano ma non illuminano nulla, se non una bianca distesa di medicine e pillole in ogni cassetto per curarsi da tutto, forse dalla vita stessa.

Nel suo diario Alex annota che i suoi clienti “hanno solo corridoi più lunghi e armadi più grandi per nascondere le cose che temono”.

Allo stesso tempo però la protagonista ben interpretata dalla Qualley è fortemente attratta proprio da quella sensazione di piena solidità e stabilità economica e dalla serenità che le infondono persone sicure di sè in ambienti nei quali non esiste bisogno ma solo certezza delle proprie possibilità; in alcune case Alex si fa tentare e prova i costosi abiti delle clienti o assaggia i loro vini pregiati e si offre addirittura come tata per una delle clienti in dolce attesa sognando una permanenza più stabile, magari permanente, in un ambiente familiare ricco ed accogliente.

La donna, per le rigide regole americane in termini di sovvenzioni, ha bisogno di un lavoro per avere diritto all’assistenza sociale integrale, ma non può permettersi un lavoro senza assistenza economica e sociale  (incredibile ?) che la metta nelle condizioni di “ingranare” per davvero; un paradosso non così estremo in un paese di grandi contraddizioni difficili da risolvere.

I problemi di Alex, come per tutte le persone che lavorano, non si limitano però purtroppo alla sfera professionale, ma la donna dovrà guardarsi dall’incombente presenza del suo ex marito e dei problemi con sua madre (interpretata da una ottima Andie McDowell) che, invece di essere preziosa risorsa nella situazione della protagonista, è suo malgrado (a causa di una patologia psichiatrica in peggioramento) ulteriore elemento destabilizzante nella già troppo complicata vita della ragazza protagonista della storia.

Non vogliamo fare spoiler con altri dettagli sulla miniserie, e vi lasciamo il gusto di scoprirla in autonomia, anche se anticipiamo che la serie non è scevra da imperfezioni e da alcune esagerazioni, come è normale che sia in un format che punta sul coinvolgimento e sul colpo di scena sacrificando la plausibilità delle storie e la struttura dei personaggi, difettando proprio nei particolari che  fanno la differenza.

La serie è ambientata a Washington, ma nelle scene in esterna è girata nella regione canadese della British Columbia, approfittando di uno scenario naturalistico di eccezionale bellezza che esaspera le contraddizioni e le sofferenze della storia narrata.


Senza patetismo o eccessive esagerazioni, la serie si lascia guardare molto volentieri, grazie ad una ottima regia, una buona sceneggiatura ed un cast di primo livello, restituendo piena dignità ai personaggi in tutte le loro contraddizioni.

  • Tutti i diritti riservati Netflix –

Articolo pubblicato il 04/04/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 12/04/2022.

Nuova raccolta differenziata a Monza: Le novità per i condomini

Nuova raccolta differenziata a Monza: Le novità per i condomini

Ha ovviamente destato molto disorientamento, oltre alle inevitabili polemiche, la nuova raccolta differenziata partita con puntualità il 1 Marzo dopo tutta una serie di valutazioni, proposte e incontri a tema gestione rifiuti, non un ultima una importante assemblea che a metà Febbraio ha riunito attorno allo stesso tavolo esponenti dell’amministrazione comunale, dirigenti dell’Impresa Sangalli e rappresentanti degli amministratori di condominio monzesi.

Il Comune di Monza si è posto obiettivi di raccolta differenziata piuttosto ambiziosi ma raggiungibili,  portando la percentuale di raccolta dall’attuale 67 ad un auspicato 80% nel giro di quattro anni.

L’impresa incaricata del servizio ha concluso per tempo, a metà Febbraio circa, la faticosa consegna porta a porta di tutte le attrezzature ed i materiali di utilizzo condominiale, così come quelli per le attività individuali come negozi e singole abitazioni: chiunque non fosse presente presso l’immobile al momento della consegna ha comunque potuto, e potrà anche in futuro, far da sè recandosi presso lo sportello aziendale Sangalli di via Fermi.

Una parte della confusione da parte dei cittadini monzesi è forse dovuta, paradossalmente, alla puntualità delle consegne e al pieno rispetto delle date di partenza, fattori ai quali non siamo abituati in un paese abituato a vivere di eterni rinvii, continue deroghe e immancabili proroghe.

Molte delle imprese di pulizie attive nei condomini monzesi non si sono informate e preparate a dovere, a volte per la scarsa dimestichezza con la lingua italiana e, talvolta, anche il confronto con gli amministratori di condominio è stato tardivo o fonte di incomprensioni di forma e sostanza.

Gli amministratori stessi, purtroppo, in alcuni casi hanno mal compreso la nuova normativa e diffuso informazioni errate e preoccupanti, che non hanno fatto altro che complicare la situazione.

Questo ha gettato nello scompiglio molti residenti che, nei giorni appena prima e appena dopo il passaggio al nuovo sistema di raccolta rifiuti, sono stati piuttosto confusi e disorientati, con una variegata gamma di atteggiamenti che sono andati da una sostanziale indifferenza sconsolata al panico ansiogeno, con numerosi errori sia nel conferimento dei rifiuti che sulla esposizione dei sacchi stessa.

Anche per questo è importante rivolgersi ad imprese che, come la Cmz che si occupa di pulizie in condominio a Monza, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, siano dotate di referenti d’ufficio e funzionari in grado di raccogliere e gestire ogni esigenza dei propri clienti dando le opportune spiegazioni col giusto anticipo, oltre ad addetti formati e preparati presenti sul campo.

Una impresa come la nostra è in grado di svolgere compiti di consulenza per gli amministratori di condominio che vogliano confrontarsi o essere aggiornati, prevendendo situazioni spiacevoli che andranno poi a influire negativamente nei rapporti con il proprio condominio.


Ma andiamo a vedere nello specifico che cosa è cambiato nel conferimento dei rifiuti e partiamo da quello che resta invariato ; nulla cambia in sostanza per materiali come vetro, carta e cartone e umido, che possono continuare ad essere conferiti nei soliti sacchi a disposizione degli utenti e negli stessi bidoni di sempre.

La differenza evidente per questo genere di rifiuti è solo in un “restyling” estetico dei bidoni, che l’Impresa Sangalli ha cambiato sostituendo gran parte dei vecchi e usurati contenitori con nuovi bidoni carrellati più capienti, maneggevoli e più gradevoli alla vista, grazie ad scelta di colori meno appariscente (grigio scuro con colori diversi solo attorno alla scritta che li differenzia per genere) ma più adeguata e uniforme, mentre nulla cambia per quanto concerne le modalità di conferimento.

I cambiamenti sostanziali riguardano invece la plastica ed il residuo secco dell’indifferenza, con l’ormai “famigerato” sacco rosso dotato di microchip che permetterà sostanzialmente di individuare e, potenzialmente, sanzionare il singolo che non si attenga fedelmente alle modalità di differenziata corrette anzichè penalizzare l’intero condominio in caso di errato conferimento.

Questo dunque dovrebbe favorire comportamenti virtuosi e corretti da parte dei singoli, ora responsabilzzati ed individuabili, invitando anche ad una azione di “moral suasion” condominiale dato l’interesse collettivo ad una maggiore attenzione

Partiamo allora della plastica, per cui i cambiamenti seppure rilevanti non determinano novità  di peso nel comportamento degli utenti.

In buona sostanza i rifiuti della differenziata in latta e plastica andranno conferiti direttamente nei sacchi gialli consegnati a famiglie e negozi, dalla capianza di 110 lt/cadauno, e non dovrà essere usato nessun altro sacchetto o contenitore, in quanto non interamente riciclabili come plastica.

I cittadini dovranno dunque suddividere questi rifiuti nell’apposito sacchetto, e poi conferirlo o nell’isola ecologica condominiale o esporlo in strada negli orari e giorni di raccolta, che sono di norma due per settimana variabili di zona in zona.

Leggermente più complessa la questione dei sacchi rossi dell’indifferenziata.

Dal 1 Marzo i residenti in condominio non troveranno più i classici bidoni dell’indifferenziata all’interno della propria isola ecologica, ma avranno a disposizione una dotazione di sacchi di colore rosso per il secco residuo, con TAG-RFID personalizzato da 70 lt/cadauno, che dovranno tenere in casa fino al riempimento (non per forza completo) o quantomeno per un utilizzo da fabbisogno di circa una settimana (dato che ne vengono consegnati 52 a famiglia per ogni anno).

Questo ha dato origine ad equivoci ed incomprensioni perchè molte imprese male informate ed alcuni amministratori hanno comunicato ai condomini che i sacchi rossi andassero tenuti per forza in casa fino al riempimento ed esposti singolarmente solo una volta alla settimana, mentre invece il Comune stesso ha ben chiarito che i condomini possono organizzarsi come meglio credono per lo stoccaggio dei rifiuti senza divieto  alcuno di collocare i sacchi gialli e rossi nel deposito adibito (l’isola ecologica condominiale).

Una volta pieni, dunque, questi sacchi potranno essere condotti nel locale rifiuti per la successiva esposizione da parte dell’addetto alle pulizie senza particolari restrizioni.

Sarà dunque solo l’esposizione su strada a dover avvenire soltanto nel giorno ed entro l’orario previsto, con un unico turno di raccolta settimanale.

Quello che dunque sta accadendo nella gran parte dei condomini di Monza, è che i residenti stiano conferendo come prima direttamente nel locale immondizie i loro sacchi rossi e gialli e che sia l’impresa  di pulizie a metterli in strada nei giorni e negli orari previsti ; molte imprese che prima non ne avevano a disposizione si sono ora dotate di un comodo carrellato che consente un più agevole trasporto, e hanno riorganizzato almeno in parte i turni per poter rispettare date e orari ma senza particolari traumi o motivi di polemica o revisioni contrattuali.

Certamente, specie in condomini con parti comuni ristrette o anguste, può sorgere un concreto problema di spazi ed igiene data che con un solo turno settimanale di raccolta del residuo secco il rischio di riempire per intero l’isola ecologica risulta un fatto concreto, e sta all’assemblea di condominio valutare alternative o modalità più sostenibili, specie con l’arrivo della bella stagione e con l’aumento delle temperature che aumenta il rischio di miasmi e cattivi odori in genere.

Stesso timore che i residenti in condominio hanno per i giorni di “permanenza” del sacco in casa o sul balcone, per i cattivi odori ma anche per la presenza di insetti e altri infestanti.

E’ pur vero che da una più accurata differenziata la quantita di rifiuti da sacco rosso dovrebbe diminuire di un buon 15/20 % ed è questa fondamentalmente l’aspettativa del Comune.

Torneremo nuovamente sull’argomento per fare maggiore chiarezza, ma consigliamo ai cittadini, agli amministratori e a chi amministra società e negozi in città di dare un occhio alle FAQ predisposte dalla ditta Sangalli e pubblicate sul sito Monza Pulita che sono state ben scritte per anticipare e chiarire dubbi dei cittadini sul nuovo sistema di raccolta differenziata.

La Cmz, impresa che gestisce pulizie in condominio da oltre 30 anni a Monza, Milano e in tutta la Brianza, è a vostra completa disposizione per una consulenza completa in materia.

Articolo pubblicato il 29/03/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 29/03/2022.

Il trattamento psicologico della sindrome di accumulo compulsivo

La nostra azienda, come già trattato in vari articoli del nostro blog, si è occupata di
assistere molte famiglie e singoli individui in gravi situazioni di “barbonismo domestico”
in tutta la Lombardia e nel Nord Italia, data la sua specializzazione nel trattare casi di
isolamento domestico e accumulo compulsivo con interventi mirati di pulizie e
sanificazioni accurate e specifiche, con rimozione completa di ogni genere di
suppellettile.

Riusciamo a restituire immobili in condizioni igieniche ottimali, grazie ad un
coordinamento di squadra notevole che parte da una valutazione del caso a 360 gradi,
e la soddisfazione dei nostri clienti è pressoché totale.

Occorre però dire che questo genere di interventi, per quanto estremamente efficaci
nel risultato immediato, non sono sufficienti in sé e per sé a garantire in alcun modo
che il soggetto colpito da “Sindrome di Diogene” o “Disposofobia” non torni sul medio
lungo periodo a ritrovarsi in condizioni simili a quelle di partenza.

E’ importante dunque valutare un accompagnamento prima di tutto “affettivo”, in
termini di maggior presenza, presidio dei luoghi e interesse alla persona, da parte di
stretti congiunti e amici, che, anche soltanto con la frequentazione degli ambienti
domestici, invitino il soggetto con tendenze all’isolamento ad evitare quei
comportamenti ossessivi e di accumulo che rischiano di metterlo nuovamente nelle
estreme condizioni di partenza.

Anche questo però può non essere sempre possibile e talvolta nemmeno sufficiente
se non accompagnato da una svolta e da una presa di coscienza del problema, che in

molti casi può arrivare al soggetto colpito dal disturbo solo da una vera e propria
terapia cognitivo comportamentale seguita con uno psicologo specialista di casi di
accumulo seriale e “Barbonismo Domestico”.

I professionisti specializzati nel trattamento dell’accumulo compulsivo, come quelli con
cui siamo in stretto contatto a Milano e Monza, accompagnano incontri in studi con
una serie di sedute organizzate appositamente a domicilio del paziente e talora
presenziano anche al lavoro di pulizia generale preparato secondo direttive
concordate.

Spesso durante la terapia lo specialista testa la capacità del paziente di separarsi
dagli oggetti aiutandolo a fare una cernita, selezionando una serie di categorie da
raccogliere, ordinare e buttare presso il proprio studio, tentando poi di ottenere lo
stesso risultato a domicilio del soggetto in terapia.

In molti casi lo psicologo segue il paziente, facendosi guidare dallo stesso, nei luoghi
di “acquisizione” degli oggetti, dove dunque egli si procura tutto ciò che accumula;
luogo principe è ovviamente il centro commerciale o il mercato dell’usato più vicino a
casa, ma spesso si tratta anche di luoghi di abbandono di oggetti inutili o addirittura le
discariche, autorizzate o meno ; lo scopo di queste “uscite” è quello di iniziare a far
valutare criticamente il proprio comportamento al paziente stesso, per poi provare ad
“inibire”, quei meccanismi del pensiero che portano a desiderare gli oggetti dai quali
poi il soggetto malato farà una tremenda fatica a liberarsi, generando quegli
esasperati accumuli di ogni genere di suppellettile o rifiuto domestico dei quali ben
conosciamo gli effetti sull’igiene domestico e la salute stessa.

Svariati studi dimostrano come questo genere di interventi, sia quelli “outdoor” che
quelli presso l’abitazione del paziente, abbiano una notevole efficacia in termini di
risultati sia sul breve che sul medio lungo periodo, aumentando la consapevolezza e
la motivazione a comprendere ragioni e possibili soluzioni del problema.

Dato che incontriamo spesso soggetti toccati da gravi situazioni di accumulo
compulsivo e isolamento domestico, sappiamo bene quanto però non sia semplice
anche soltanto avviare una conversazione sull’argomento; l’ostacolo è duplice e non è
soltanto quello dell’individuo che affronta il disagio ma anche quello degli stessi
familiari e della zona di “comfort/discomfort” che si sono loro malgrado e spesso
inconsapevolmente creati.
Prima di tutto occorre dire che in primo luogo i pazienti non sono sempre nelle
condizioni di riconoscere la gravità della propria situazione ed interrompono la terapia
cognitivo comportamentale ancora prima di vederne i primi risultati; per questo è
importante che lo specialista riesca a coinvolgere nell’ambito della cura proprio
l’ambiente domestico del malato, perché anche in casi di nuovo “isolamento” sarà
possibile tenere sul posto le sedute non più effettuabili all’esterno, e in questa maniera
vederne anche l’effetto concreto sulle sue abitudini quotidiane.
Va considerato anche come il fatto stesso di accettare che un “estraneo”, come lo
specialista, varchi la soglia di casa costituisca per gli accumulatori seriali un notevole
passo avanti e l’accettazione implicita di un percorso verso la guarigione, visto che li
espone a tutta una serie di comportamenti ed interazione di norma evitate.
In secondo luogo dobbiamo aggiungere che i familiari stessi dei soggetti che vivono in
condizioni di “barbonismo domestico”, per quanto colpiti in maniera grave e prolungata
dallo stile di vita e dalle abitudini del proprio congiunto, in una buona parte dei casi
mostrano delle profonde resistenze ad affrontare il problema ed affidarsi con serenità
ad uno specialista; questo perché le dinamiche consolidate, per quanto difficili da
sopportare, sono oramai una abitudine quasi conclamata e, talvolta, preferibili davanti
allo spettro di ulteriori manie, nuove nevrosi e degli inevitabili scontri che seguirebbero
ad una “scossa” da questa scomoda comfort zone.
In questa matassa davvero complessa da districare, l’intervento di una figura
professionale esperta in materia e consapevole delle dinamiche familiari e relazionali
che si possono innescare risulta davvero fondamentale per intervenire e prevenire
possibili contrasti che andrebbero ad inasprire ulteriormente la situazione,

compromettendo ogni minima speranza di migliorare la sindrome da accumulo
compulsivo, o hoarding che dir si voglia.

Il trattamento classico di questo genere di problematiche consiste in circa una ventina
di sedute, con cadenza settimanale, come detto alternate tra incontri in studio, “uscite
accompagnate” e terapie a domicilio proposte secondo una valutazione che dovrà
tenere conto di aspetti personali e logistici.
La tipologia d’intervento rientra nell’orientamento “cognitivo-comportamentale” della
psicologia moderna, che si pone come obiettivo quello di colpire le tre più rilevanti
manifestazioni esteriori dell’accumulo:
A) Accaparramento compulsivo
B) Trauma da separazione dagli oggetti
C) Accumulo e disordine.
Questo attraverso specifiche strategie di “esposizione” dal vivo o mentali sulle
situazioni temute o evitate dal paziente (più di ogni altra la separazione dagli oggetti o
il pensiero di non poterne accumulare di nuovi), la capacità di creare un nuovo
processo decisionale nel soggetto che lo spinga a ritrovare la convinzione di poter
scegliere, ordinare e mantenere le proprie cose secondo un ordine prestabilito e
sostenibile nel tempo, e, in ultimo, la creazione di una nuova “consapevolezza
cognitiva” delle proprie credenze legate al disagio d’accumulo, che porti sul medio
lungo periodo a ridurre la sofferenza e a impostare la propria vita su binari diversi e
più consapevoli.
La nostra azienda si occupa solo degli interventi di pulizia, sanificazione e sgombero
in tutto il Nord Italia, demandando ai professionisti del settore quanto compete loro e
consigliandovi di rivolgersi ad uno specialista per affrontare l’argomento a 360 gradi,
ma ha all’interno del proprio team tutte le competenze necessarie per accompagnarvi
serenamente lungo il percorso da seguire per la fase operativa del lavoro

Articolo pubblicato il 23/03/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 23/03/2022.

Le Pulizie In Condominio – Responsabilità e Aspetti Normativi

Le Pulizie In Condominio – Responsabilità e Aspetti Normativi

Spesso la pulizia negli spazi comuni condominiali è argomento che causa confronti serrati, incomprensioni se non addirittura discussioni e litigi che sfociano in assemblee dall’atmosfera tutt’altro che pacifica.

Proprio per anticipare e regolare le principali questioni oggetto di tensione il nostro ordinamento giuridico ha dedicato appositi articoli del codice civile, con norme ad hoc che stabiliscono ambiti di responsabilità, modalità di decisione e criteri di spesa.

Vediamo quali sono i principali punti che normano l’argomento, senza riportarli integralmente ma riassumendovene il contenuto perché tutto sia chiaro (potrete poi approfondire con una semplice ricerca su Google), partendo dalla definizione degli ambiti e della responsabilità in termini di cura e relative spese.

Articolo 1117: Parti Comuni dell’edificio

Tale articolo determina quali sono gli spazi condominiali e a chi competano, affermando che la proprietà delle scale è di tutti i condomini, compresi quelli che hanno locali al piano terra e anche a chi, come spesso accade ai negozi, ha come unico ed esclusivo accesso quello sulla strada, a meno che il contratto d’acquisto o il regolamento condominiale (se esistente all’epoca) non dicano diversamente esentandoli da responsabilità e spese.

Naturale conseguenza è che tutti questi soggetti hanno l’obbligo di contribuire alla pulizia delle scale tramite la ripartizione delle spese, a prescindere dunque dal fatto che le utilizzino o meno.

Articolo 1123:  Ripartizione delle spese

Tale articolo disciplina le spese relative alla manutenzione e alla pulizia delle scale e delle parti comuni, disponendo che gli esborsi necessari per la conservazione ed il godimento delle parti comuni sono sostenuti dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, nel dettaglio stabilito per metà in virtù della misura dei singoli piani e per l’altra metà in proporzione all’altezza di ciascun piano dal suolo; criteri che possono non essere del tutto “ideali” per stabilire il reale impatto dei condomini sull’igiene degli stabili ma che in ogni caso restano quelli da considerare.

Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, formulazione piuttosto vaga e che va approfondita a parte, l’articolo indica che le spese andranno ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno dei condomini può farne.

Tale articolo aggiunge in coda che nei casi in cui l’edificio sia suddiviso in più scale, cortili o abbia parti comuni ripartite, le spese relative alla manutenzione di queste porzioni di utilizzo esclusivo sono a carico esclusivo della parte dei condomini che ne trae utilità.

Articolo 1130: Attribuzioni dell’Amministratore

Tra i diversi commi di questo articolo, sono di particolare rilevanza il 2 e il 3, che disciplinano il ruolo dell’amministratore come soggetto tenuto a gestire l’utilizzo delle aree comuni e dei servizi relativi ai beni condivisi, in modo che ne sia assicurata la migliore fruizione da parte dei condomini, oltre alla sua responsabilità nel riscuotere i contributi ed erogare le spese per la manutenzione ordinaria degli stabili e per i relativi servizi.

I commi 9 e 10 stabiliscono invece che il condomino che ne faccia richiesta abbia diritto a ricevere, su specifica richiesta, attestazione relativa allo stato dei pagamenti e ad eventuali ritardi o contestazioni sugli stessi, e che l’amministratore debba redigere rendiconto formale annuale, da rendere pubblico e visionabile, e che dovrà essere approvato entro sei mesi

Articolo 1130 bis: Rendiconto Condominiale

La seconda parte dell’articolo in questione regola l’importante attività di rendicontazione da parte dell’amministratore di condominio, che è dunque tenuto a tenere da conto in maniera regolare (e a dare visibilità su richiesta) tutte le voci d’entrata e d’uscita e tutti gli elementi legati alla situazione patrimoniale dello stabile, ai fondi disponibili in cassa e alle eventuali riserve che vanno tenute monitorate.

Qualora tutti o alcuni dei condomini siano inadempienti, l’amministratore deve sottoporre la delicata questione in assemblea proprio in virtù della propria responsabilità.

Nella sua parte finale l’articolo dispone che l’assemblea possa nominare, oltre all’amministratore, un consiglio di condominio composto da almeno tre residenti laddove il casseggiato abbia almeno 12 unità immobiliari, con importanti funzioni consultive e di controllo.

Articolo 1136: Costituzione dell’assemblea e validità delle deliberazioni

Tale articolo, forse in assoluto il più importante per quanto riguarda le attività delle assemblee di condominio, determinata le modalità di votazione, distinguendo la cosiddetta prima convocazione, per la quale occorre una maggioranza di favorevoli della “metà più uno” degli aventi diritto, dalla seconda convocazione nel cui ambito si ritiene valida la decisione presa con il voto favorevole di un terzo dei partecipanti aventi diritto di voto.

Mentre l’assemblea in prima convocazione è regolarmente costituita da un numero di condomini che rappresentino i due terzi del valore dell’intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio, l’assemblea in seconda convocazione si ritiene valida se svolta con l’intervento di un numero di condomini che rappresenti almeno un terzo del valore dell’intero edificio e un terzo dei partecipanti al condominio.

Le deliberazioni vengono approvate con un numero di voti che rappresenti contestualmente la maggioranza degli intervenuti a almeno la metà del valore dell’edificio.

Ovviamente ci stiamo riferendo alla “normale amministrazione” perché, le deliberazioni che concernano temi come la nomina e la revoca dell’amministratore o decisioni che riguardino la ricostruzione dell’edificio o lavori straordinarie di particolare entità e le deliberazioni di cui agli articoli 1117-quater, 1120, secondo comma, 1122-ter nonché 1135, terzo comma, dovranno essere sempre approvate con la maggioranza “qualificata”.

Vista quindi l’importanza rilevante dell’argomento è bene affidare il servizio ad un’impresa di pulizie professionali che possa garantire la massima tutela sia a chi prende decisioni importanti e ne ha la responsabilità, come l’amministratore, sia ai beneficiari del servizio, ovvero i condomini, che desiderano una qualità costante del livello di igiene all’interno del proprio stabile e nelle parti comuni. La Cmz, impresa di pulizie e servizi generali, operante da oltre 30 anni nei territori di Monza e Milano, è disponibile fin da subito per quotazioni su pulizie ordinarie e straordinarie all’interno dei vostri caseggiati.

Articolo pubblicato il 16/02/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 16/02/2022.

La sanificazione e disinfezione degli ambienti domestici

La sanificazione e disinfezione degli ambienti domestici

Una situazione piuttosto tipica in questi mesi di impennata dei casi di Coronavirus dovuti alla più recente e aggressiva variante Omicron; è il momento di consultare l’esito del tampone effettuato da uno dei vostri familiari e la brutta notizia è che qualcuno tra voi risulta positivo al test effettuato. Una situazione delicata e del tutto nuova, nella quale è facile farsi prendere dal panico e più difficile prendere le decisioni più corrette, anche per quanto riguarda il mantenimento di condizioni di igiene e sicurezza ideali all’interno della propria abitazione

Avete sentito parlare tante volte di “sanificazione” in questi due anni, vorreste far qualcosa per reagire alla situazione ma non sapete come muovervi?

Questo articolo farà al caso vostro con informazioni obiettive e qualche utile consiglio per i vostri cari e conoscenti, dato che molti clienti di Monza e Milano ci hanno contattato in questi mesi per la sanificazione di appartamenti, ville e studi professionali.

Partiamo dalla prima notizia utile; il coronavirus pare resista fino a 3 giorni sugli oggetti, soprattutto se in plastica, mentre la sua sopravvivenza risulta più difficile sull’acciaio (48 ore) e si riduce a poco più di 4 ore su elementi come il rame.

Per quanto riguarda i tessuti, come i vestiti che portiamo addosso, una risposta definitiva dalla scienza ancora non c’è perché le variabili sono numerose e non danno certezze.

Fermo restando tutto ciò siamo tutti ben consapevoli, e lo siamo già dalla primavera del 2020, che purtroppo il Covid 19 è una tremenda malattia proprio perché si diffonde da persona a persona prima di tutto attraverso le vie respiratorie ed è dunque del tutto improbabile, e quasi un caso “di scuola”, l’ipotesi che avvengano contagi attraverso il mero contatto con superfici o tessuti contaminati non accompagnato da stretto contatto fisico con un positivo.

Fatta questa doverosa premessa, che deve servire a non farsi prendere da “manie di sanificazione”, resta comunque importante attenersi ai principi di una corretta igiene, lavandosi spesso le mani e disinfettandole, e ancor più assicurare ai propri familiari un ambiente quanto più pulito e sicuro per scongiurare situazioni di maggior rischio e non avere rimorsi o rimpianti.

Quali sono allora gli elementi fondamentali per una corretta disinfezione degli ambienti di casa per rendere la vita più difficile al virus se abbiamo in casa un familiare positivo?

Partiamo da un presupposto; non ha alcun senso fare effettuare interventi di sanificazione in casa fintanto che abbiamo un familiare positivo all’interno di essa, e affinché il lavoro di disinfezione sia efficace occorre dunque attendere che il caro sia negativo a seguito di un tampone che ne attesti il superamento della fase critica.

Se difatti l’elemento “contaminante” è proprio una persona che vive in casa, e ne frequenta l’ambiente da “positiva”, come potrà mai essere efficace l’intervento di sanificazione fino a quando perdura la condizione di “infetta” della stessa ?

Sappiamo bene che ci sono imprese di sanificazione di Monza e Brianza poco serie che propongono questo genere di trattamento in qualunque condizione per meri fini “speculativi”; per carità, non si tratta di una frode ma di un intervento sostanzialmente inutile, che crea false aspettative perché potrà tuttalpiù può avere un impatto sulle condizioni attuali di igiene dell’ambiente ma non certo sulla disinfezione delle superfici e dei punti di contatto !

Che consigli ci sentiamo di dare allora a chi vive oggi una situazione del genere?

L’opzione ideale, ma purtroppo non sempre praticabile, sarebbe che il membro della famiglia potesse trasferirsi in un altro appartamento per la durata del periodo di isolamento, disponendo per sé di toilette e bagno dedicati, quasi sempre appoggiandosi a parenti o amici nell’impossibilità per molti di disporre di più case libere.

Qualora “separarsi” non fosse possibile sarebbe consigliabile quantomeno che il positivo dormisse e soggiornasse in una stanza dedicata (qualcuno dovrà arrangiarsi su un divano) e mantenere una distanza minima di 1,5/2 metri dagli altri familiari anche durante il giorno, in un ambiente domestico che andrà ovviamente arieggiato frequentemente per la massima tutela di tutti , dato che recenti studi provano come al chiuso bastino anche solo pochi minuti in una stanza con una persona positiva perché il contagio si verifichi.

Per chi, come gran parte dei “comuni mortali”, ha solo un bagno che forzatamente andrà utilizzato in comune con il familiare positivo al Covid 19, la più efficiente arma contro il contagio sarà quella di un’accurata disinfezione ogni volta che il soggetto positivo ne farà utilizzo, in modo da prevenire il contagio degli altri conviventi.

Questo andrà fatto utilizzando un presidio medico chirurgico disinfettante e sanificante in special modo sui principali punti di contatto all’interno del bagno, ovvero maniglie, interruttori, rubinetti, tasti di accensione e spegnimento, distributori di sapone liquido, e ovviamente lavandini, sanitari e specchi, in maniera particolarmente attenta.

Questo è un genere d’intervento di disinfezione che un’impresa di pulizia e sanificazione come la Cmz svolge settimanalmente per i propri clienti di Milano e Monza e garantisce massima tutela per gli ambienti domestici di lavoro.

Ogni volta che si pulisce e si disinfetta casa per sanificare gli ambienti da eventuali agenti patogeni è necessario utilizzare sempre un prodotto che sia Presidio Medico Chirurgico, ovvero un buon detergente ideato e testato per uccidere germi e batteri annullandone la carica virale. La disinfezione ha infatti lo scopo di distruggere o inattivare i microrganismi patogeni e necessita di prodotti idonei in grado di agire su di essi; questa attività, è giusto sottolinearlo, a rigor di logica e di buonsenso dovrebbe essere soltanto successiva ad una buona pulizia di casa, perché polvere e sporcizia devono necessariamente essere rimossi prima dell’applicazione del disinfettante, che altrimenti sarà solo parzialmente efficace.

Anche all’interno delle altre stanze risulta fondamentale una maggiore protezione di oggetti e superfici con cui il paziente positivo entra normalmente in contatto.

Non dimenticate quindi di disinfettare regolarmente le maniglie delle porte, gli interruttori, i piani dei tavoli, telefoni cellulari, termometri o persino il telecomando TV; se inevitabilmente avete toccato uno dei tanti oggetti che potrebbero risultare “infetti” è buona abitudine quella di non toccarsi le parti sensibili e più a rischio contagio, ovvero il ​​viso e in special modo le zone attorno alla bocca, al naso e agli occhi, prima di essersi ben lavati le mani e averle protette con un gel disinfettante.

Le maniglie sono indubbiamente tra gli elementi di casa che vengono toccati con maggiore frequenza e da più persone sia all’interno che all’esterno dell’abitazione; non ci riferiamo solo a quelle di porte e finestre, ma anche di quelle di elettrodomestici come frigorifero, forno e lavastoviglie, che maneggiamo più volte quotidianamente e quasi mai con le mani ben pulite.

Anche pomelli ed erogatori dei rubinetti, sia in bagno che in cucina, vengono toccati piuttosto spesso, e, vista la collocazione in luoghi così delicati della casa, andrebbero disinfettanti anche a prescindere dalla presenza di un caso Covid così come gli interruttori della luce delle stanze.

Inutile sottolineare quanto nel bagno non possano essere sottovalutate aree come lavandino, doccia e sanitari (compreso lo scopino, spesso trascurato!) così come del resto in cucina risulta fondamentale essere attenti a tenere bene igienizzati lavello, frigo e superfici di lavoro in genere; gli strofinacci della cucina e gli asciugamani del bagno, o salviette che dir si voglia, vanno cambiati con buona frequenza e lavati in maniera accurata.

Consigliamo di non trascurare la pulizia e disinfezione della pattumiera in cucina e in bagno, prima di tutto lavando i bidoncini con acqua calda e sapone, asciugando con la carta e infine completando il lavoro utilizzando un disinfettante a contatto.

Alcune buone abitudini possono risultare davvero importanti per questo genere di pulizia accurata ; utilizzare panni e spugne differenti per ogni singolo ambiente (magari utilizzando il “codice colore”) di casa favorisce una migliore igiene, così come il lavaggio e (quando non più sufficiente) la sostituzione frequente degli stessi strumenti per la pulizia, evita che il risultato del nostro sforzo sia paradossalmente quello di diffondere germi e batteri sulle superfici invece di abbatterne la carica nociva.

Altrettanto importante è la cura dei vestiti che il soggetto positivo cambierà di giorno in giorno, e che andranno lavati per tutela alla massima temperatura indicata, dopo averli maneggiati con gran cura e con l’ausilio di guanti e indossando preferibilmente la mascherina, dato che saranno verosimilmente tra gli oggetti a più alto tasso d’infezione tra quelli presenti in casa, così come asciugamani e lenzuola utilizzati andranno cambiati spesso e lavati a 90 gradi o a temperatura più bassa ma con l’ausilio di un prodotto disinfettante.

Speriamo che questi consigli possano tornarvi utili a prescindere dalla situazione in corso, dato che la corretta disinfezione degli ambienti domestici resta una buona abitudine fondamentale.

La Cmz è una impresa di sanificazioni autorizzata e che svolge interventi di disinfezione e igienizzazione nelle province di Monza e Brianza e Milano ; contattateci per una valutazione delle vostre esigenze

Articolo pubblicato il 12/01/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 12/01/2022.

La deragnatura

La deragnatura è l’attività di eliminazione completa delle ragnatele formatesi nel tempo sui soffitti dei capannoni, degli uffici e dei magazzini, specie negli angoli degli ambienti più trascurati per quanto riguarda le pulizie perché difficilmente raggiungibili senza appositi attrezzi.

L’operazione definita di deragnatura comprende sia l’asportazione delle ragnatele vere e proprie, sia l’eliminazione di quelle che descriviamo al cliente come “ragnatele della polvere”, ovvero le formazioni di pulviscolo annerito, e spesso di “antiche origini” che si creano negli interstizi difficili da avvicinare a causa dell’azione di elementi in sospensione oppure per la presenza massiccia di microresidui di altri materiali.

La presenza di molte ragnatele penzolanti negli angoli dei soffitti, con tanto di nugoli neri di polvere ciondolanti dall’alto, offre un’immagine davvero trascurata e ben poco edificante degli ambienti nei quali sono facilmente visibili a dipendenti, clienti e visitatori occasionali, per quanto sia vero che effettuare questo intervento di pulizia non è banale come potrebbe sembrare di primo acchito.

L’ideale sarebbe svolgere degli interventi su base periodica, anche semestrale ed annuale, rivolgendosi ad una impresa di pulizie qualificata per la deragnatura in provincia di Monza e Brianza e Lecco come la Cmz.

La rimozione delle ragnatele e delle polveri annidate nel mezzo avviene per contatto diretto delle superfici da trattare con degli appositi scovoli (le cosiddette “spazzole per soffitti”, dalla forma più rotonda o triangolare), dalla conformazione adatta a catturarle con un’attenta spazzolatura, o laddove è necessario mediante panni elettrostatici a rivestimento degli stessi ; la superficie di contatto, con forma morbida e compatta per pulire più efficacemente gli angoli senza graffiare le superfici, ha di solito setole leggermente piumate che vanno dunque a rimuovere sia le ragnatele che la polvere più sottile

Tutto quanto viene rimosso dall’alto finisce inevitabilmente per cadere a terra e dunque, successivamente, occorre scopare in maniera accurata, o aspirare, il pavimento sottostante; un’operazione sempre compresa nel preventivo chiaro e trasparente per la deragnatura di scuole, palestre e capannoni a Monza, Lissone e Desio offerto dalla Cmz ai clienti interessati a questo servizio, sempre più richiesto in un periodo contraddistinto da maggiori esigenze in termini di igiene come quello della pandemia che ancora ci tiene sotto scacco.

La presenza di vecchia polvere, che si finisce per respirare, rende gli ambienti infestati da vecchie ragnatele ben poco salubri per la salute dei lavoratori, degli studenti o degli ospiti e visitatori dialberghi, autofficine e capannoni fieristici.

Immaginate quanto capita di frequente nelle scuole pubbliche nelle quali gli operatori scolastici non sono dotati del giusto equipaggiamento e non hanno la formazione tecnica per rimediare alla situazione ; a Sesto San Giovanni e Cologno Monzese ci siamo occupati di recente di interventi di deragnatura in luoghi pubblici e frequentati nei quali le ragnatele non venivano rimosse da oltre dieci anni, con gli effetti che potete immaginare sia dal punto di vista estetico che di quello dei piccoli ospiti delle strutture !

Grazie all’ausilio di aste telescopiche professionali in alluminio, oltre che di braccia forti e sapienti che sappiano utilizzarle nella maniera più corretta ed efficace, è possibile intervenire manualmente fino ad altezze di circa 13 metri, facendo così a meno dell’ausilio di piattaforme e macchinari che, oltre a costituire un costo notevole, sono piuttosto difficili ed ingombranti da manovrare, arrecando dunque intralcio alle normali attività lavorative specie nelle linee produttive non soggette a sospensione delle attività o negli ambienti con molti ripiani e scaffali.

Occorre dire che alcune aziende, poco consapevoli delle esigenze minime necessarie in termini di igiene e di sicurezza sui luoghi di lavoro e delle relative normative, ci hanno contattati per un intervento di deragnatura a Milano solo a seguito di ispezioni di Asl o Nas, purtroppo dopo avere già ricevuto verbali con sanzioni dagli importi non indifferenti da saldare, o dopo situazioni spiacevoli in termini di rimostranze del proprio personale anche mediante l’intervento delle organizzazioni sindacali.

La nostra impresa preferisce fare prevenzione ed evitare che capitino situazioni tanto spiacevoli che è invece possibile risolvere facilmente con interventi dal costo davvero sostenibile oltre che di celere realizzazione, quasi sempre nell’arco di una sola giornata lavorativa per metrature medio grandi.

Un ambiente di lavoro pulito e privo di vecchia polvere e ragnatele è un luogo che si conserva per più tempo in buono stato, sia per quanto riguarda l’immobile in sé e per sé, prevenendone l’ammaloramento, sia per quanto concerne i macchinari, gli apparati tecnologici e l’arredo presente all’interno, evitandone il deterioramento dei materiali e di quanto in essi contenuto.

I ragni sono animali che hanno una importante funzione ecologica, in quanto predatori di altri insetti ed organismi talvolta anche nocivi, ma la loro consistente presenza in magazzini, soffitte, mansarde, cornicioni e piani sopraelevati è sicuramente una compagnia sgradita per chi debba quotidianamente viverci o lavorarci ; la Cmz svolge a Milano e nella provincia interventi di rimozione delle ragnatele di estrema efficacia in termini di impatto visivo e dal punto di vista igienico, con un risultato davvero significativo e duraturo nel tempo.

La polvere è in molti casi la vera causa scatenante la formazione di ragnatele sui soffitti, e in particolar modo quando si tratta di alcuni luoghi specifici o particolari settori di attività, ad esempio capannoni e magazzini adiacenti a zone verdi e di campagna, con grande presenza di insetti e formazione di polveri e detriti di diversa origine, ma anche in locali con presenza di cappe e forni a legna, quali ristoranti, pub, bar e pizzerie, luoghi nei quali possono facilmente verificarsi le condizioni per il formarsi di ragnatele.

Anche alcune specifiche lavorazioni industriali o fumi contenenti particolari sostanze meno volatili, come grassi o sostanze fibrose, non fanno altro che creare condizioni ancora più ideali per la formazione di quei piccoli nugoli di polvere che nel giro di qualche anno sono in grado di annidarsi e poi intasare condotte, impianti di aspirazione e impianti elettrici.

Contattate la Cmz per un sopralluogo e preventivo gratuito per la deragnatura nelle province di Milano e Monza per risolvere con efficacia e definitivamente qualunque vostra esigenza in merito.

Articolo pubblicato il 10/01/2022 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 10/01/2022.

Animal Hoarding – L’accumulo compulsivo di animali in casa

Alcuni recenti fatti di cronaca hanno messo nuovamente in luce, sui media locali e nazionali, il problema della sindrome da accumulo compulsivo, che può riguardare sia oggetti, cibo e rifiuti che gli animali domestici.

Una sottocategoria di quella drammatica situazione di isolamento domestico e infinito disagio che abbiamo oramai imparato a descrivere in breve come “barbonismo”, e che la nostra azienda segue da anni avendo maturato una specifica competenza in trattamento di pulizie e disinfezioni speciali in tutto il Nord Italia.

Durante il mese di Dicembre 2021 l’Enpa di Brescia, che svolge alcuni delicati compiti anche in questo ambito, è stata contattata dal proprietario di un appartamento per intervenire d’urgenza in una situazione di lungo e profondo disagio causata proprio dall’ accumulo di animali da parte del precedente inquilino dello stesso, oramai sfrattato.

All’interno di un’abitazione privata, infatti, l’inquilino teneva in condizioni igieniche e di salute davvero indicibili, oltre 60 gatti stipati in ogni stanza ed anfratto dell’immobile, con conseguenze sull’igiene e sulla sicurezza non soltanto per se stesso ma anche per il vicinato, esasperato per i miasmi e gli ovvi pericoli per l’incolumità generale ; i felini, difatti, erano per la gran parte positivi alla FIV, la sindrome da immunodeficienza che può colpire questi splendidi animali, oltre che molto denutriti e disidratati, quasi scheletrici.

Solo l’intervento congiunto di forze dell’ordine e volontari delle associazioni animaliste ha potuto consentire di svolgere il lavoro di recupero dei malandati gatti in maniera efficace, smistandoli poi in molti rifugi e gattili della Regione che si sono prestati ad ospitarne una parte, oltre a prestare le cure veterinarie urgenti e necessarie fin dall’immediato.

La grave situazione di disagio sociale si protraeva oramai da parecchi anni e soltanto con la fase dello sfratto, giunta oramai ad esecuzione, il proprietario dell’immobile ha potuto rendersi conto di quanto compromessa fosse la situazione all’interno del proprio appartamento.

L’enorme numero di animali accumulati, come quasi sempre in questi casi, non era il frutto della continua “raccolta” di nuovi cuccioli o adulti, magari sottratti a vicini o da colonie feline, ma l’esito della mancata sterilizzazione dei gatti di casa protratta per anni e anni e divenuta col tempo del tutto incontrollabile.

I felini infatti erano tutti privi di microchip, obbligatorio in Lombardia oramai da due anni anche per questa specie e, da una rapida analisi, è emerso chiaramente che si trattasse di consanguinei che hanno continuato a riprodursi tra loro senza alcun argine e senza controllo con tutti i rischi del caso.

Pochi mesi fa le cronache hanno raccontato di un fatto analogo a Monza, nel quartiere di San Rocco ; una persona teneva in casa circa una trentina di felini, che vivevano sostanzialmente in una discarica sommersa da rifiuti, deiezioni e anche, purtroppo, da carcasse di animali defunti; un caso di accumulo seriale forse ancora più grave di quello di Brescia, date le condizioni igieniche e di salute dello stesso individuo che non si separava neppure dalla propria immondizia e del cibo scaduto da molti anni.

In questo caso, invece dello sfratto, è stata una malattia ad essere in qualche maniera provvidenziale; la persona colpita da “Sindrome di Diogene”, o “barbonismo domestico” ha dovuto farsi ricoverare in ospedale per una seria malattia che ha finito, tragicamente, per ucciderlo e poco prima di lasciare casa ha chiesto ad un conoscente di badare alla casa e ai suoi animali.

Nessuno tra i vicini e tra i pochi amici era a conoscenza della sconcertante situazione che il conoscente si è trovato davanti ai propri occhi ; in casa non erano presenti soltanto gatti ma anche un gran numero di animali da cortile di varia specie, molti altri dei quali confinati in un “giardino” oramai avvolta da una vegetazione spessa e impenetrabile, oramai fondale ad una discarica all’aperto in miniatura, ricca non solo di ordinari rifiuti domestici ma anche di rottami di vario genere e in materiali pericolosi, oltre ad altre numerose carcasse di animali accumulate in giro.

In considerazione dei miasmi e della quantità di oggetti accumulati anche all’esterno è difficile pensare che davvero nessuno possa essersi accorto di quanto stesse accadendo, e anche in questo caso possiamo parlare di un dramma consumato nella solitudine e nell’indifferenza più o meno generale, pur sapendo noi stessi bene per esperienza quanto sia complicato affrontare questo discorso con persone che, pur colpite da una grave forma di disagio, negano l’esistenza del problema e ancor peggio rifiutano quasi ogni rapporto con l’esterno e dunque anche la possibilità di un minimo confronto.

L’animal hoarding è una forma piuttosto estrema ma diffusa più di quanto si potrebbe immaginare, di “disturbo da accumulo”, che riguarda appunto la raccolta incontrollata e senza alcun limite di ragionevolezza di un grande numero di animali, senza che a questi ultimi venga al contempo offerto un livello minimo accettabile di nutrizione, igiene e al bisogno adeguate cure veterinarie.

Questo accade anche perché spesso, gli “animal hoarders”, non sono economicamente e socialmente  in grado di provvedere in caso di peggioramento delle condizioni dei propri animali, quando ad esempio si ammalano, né di curare l’ambiente in cui vivono qualora dovesse essere necessario svolgere lavori (ad esempio agli impianti, o di sgombero e trasloco) rendendo i locali di casa decisamente insalubri ; una connotazione, quella delle precarie condizioni economiche, che spesso contraddistingue questa tipologia di accumulatori da altri, spesso in una situazione più florida dal punto di vista della possibilità di spesa pur nel proprio infinito disagio.

Da recenti studi, emerge come oltre il 70 % degli “animal hoarders” siano di sesso femminile e quasi sempre persone di età adulta, dai 40 anni in su; Il numero medio di animali accumulati da chi soffre di questa patologia è impressionante, stagliandosi attorno ai 30, ma incredibili picchi oltre i 100 per abitazioni di campagna o ville e case indipendenti ; gli accumulatori, pur ritenendosi “innamorati” dei propri animali e maniacalmente attaccati ad essi, sono spesso ignari e, di fatto, indifferenti di fronte alle sofferenze degli stessi, ritirandosi da qualunque contatto sociale davanti alle prime rimostranze o critiche da parte di parenti, vicini di casa e amici, con tutte le conseguenze che questa tipologia di isolamento avrà in seguito.

Un attaccamento estremo che ha però la paradossale conseguenza di una totale e completa negligenza nei confronti delle cure minime essenziali necessarie per la salute, una compulsione che rende ciechi anche quando viene offerta assistenza gratuita e supporto da parte di associazioni di volontari del territorio.

Questo disturbo è infatti caratterizzato, più di altri, dalla totale mancanza del cosiddetto “insight, ovvero l’auto-percezione, anche parziale, che i propri comportamenti e il proprio stile di vita siano disfunzionali e problematici.

Tratto caratteristico dei soggetti affetti da questa tipologia di disagio mentale è infatti la necessità di esercitare un poter di controllo, come prima ed istintiva reazione di fronte a paure ed incertezze, al timore dell’abbandono, alla solitudine se non al pensiero della morte stessa.

Se l’assenza, la scomparsa o la morte di un animale può creare totale sconforto, se non ansia patologica, accumularne molti significa in qualche maniera “tutelarsi” dall’infausto evento che dovrà prima o poi verificarsi; l’atto estremo che consegue a questa forma di disagio è la non accettazione della morte degli animali stessi, anche nel caso di accumulo, e spesso i malati non riescono a liberarsi neppure dei corpi morti tenendoli con sé, nelle intenzioni, per sempre.

Articolo pubblicato il 26/12/2021 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 26/12/2021.

Annus horribilis

Annus horribilis

Buongiorno a tutti,

quest’anno per gli auguri ho preferito scegliere questa forma inconsueta, ovvero la tanto famigerata ed odiata newsletter. Venirvi a trovare nel mese di Dicembre il mese più caotico dell’anno, per noi, per me, è stato e sarà davvero impossibile.

Potrebbe sembrare un mezzo impersonale, credetemi non è cosi. Stamane mi sono svegliato alle 5, ho ricontrollato gli iscritti e gettato di pugno quanto stessi provando.

E’ scritta con il cuore, liberi di crederci.

Inviare una mail, in modo massivo, spesso come risultato ha il solo ostracismo del firewall.

E’ dunque una sola scelta “tecnica”, sperando di raggiungere quante più persone conosca senza venire bloccato, avendo necessità di arrivare a tutti quanti avessero avuto modo di interagire con me nonché i miei collaboratori.

Dunque, anche se un pochino in ritardo, eccomi!

Cosa ne pensate di quest’anno appena trascorso? E’ stato un anno incredibile, solo qualche giorno fa lamentavo con alcuni miei clienti/amici, lo stato pseudo larvale in cui mi sia ritrovato…

Come se avessi preso in un anno 10 anni in più rispetto ai miei orami, suonati, 49, anni.

Per restare al passo con i cambiamenti, le nuove normative, la burocrazia, le emergenze, la gestione dei green pass o qualche altro migliaio di incombenze mai affrontate, la cassa integrazione, le fobie da folla, le mani ingellate 400 volte al giorno, le mascherine al profumo di muschio salivare,  mi sono rinchiuso in ufficio, vedendo solo albe e tramonti passati da almeno 5 ore, ogni giorno…

Grazie alla vostra fedeltà siamo ulteriormente cresciuti, rafforzati, strutturati. Il fatturato ora è quasi degno di essere chiamato “fatturato”, però… Il fatturato… A che serve?

Ho trascurato vacanze, amici, vita sociale, peso forma e conseguente linea, figli, moglie, casa ed ora anche il cane.

Ora sono in fase di disintossicazione, insomma, non ho ancora iniziato, l’idea è però questa, provarci. Smettere di lavorare cosi tanto, scendere dal treno e rallentare. Dovremmo forse farlo tutti, però siamo in un loop irreversibile.

Quanti di noi, miei coetanei o giù di li, avevano pensato solo un paio di anni fa, pre Covid intendo: “ok bene o male ciò che avrei dovuto/potuto fare lo ho fatto, ora mi godo i meritati sacrifici”.

La mia generazione è sempre anacronistica, o troppo in ritardo o maledettamente in anticipo. Noi siamo quelli della bolla finanziaria, della svalutazione del mattone…

L’avete mai ascoltata la canzone di Bruno Lauzi, la bella tartaruga? E’ una canzone che vi dedico, è stupenda. Mi accompagna sin da bambino. Questo il testo:

La bella tartaruga che cosa mangerà?
Chi lo sa?
Chi lo sa?

Due foglie di lattuga e poi si riposerà
Ah ah ah
Ah ah ah

La tartaruga
Un tempo fu
Un animale che correva a testa in giù
Come un siluro filava via
Che ti sembrava un treno sulla ferrovia
Ma avvenne un incidente
Un muro la fermò
Si ruppe qualche dente
E allora rallentò

La tartaruga
Da allora in poi
Lascia che a correre pensiamo solo noi
Perché quel giorno, poco più in là
Andando piano lei trovò
La felicità
Un bosco di carote
Un mare di gelato
Che lei correndo troppo non aveva mai guardato
E un biondo tartarugo corazzato
Che ha sposato un mese fa

La bella tartaruga nel mare va perché
Ma perché?
Ma perché?

Fa il bagno e poi si asciuga dai tempi di Noè
Eh eh eh
Eh eh eh

La tartaruga
Lenta com’è
Afferra al volo la fortuna quando c’è
Dietro una foglia
Lungo la via
Lei ha trovato la per là
La felicità
Un prato d’insalata
Un lago di frittata
Spaghetti alla chitarra per passare la serata
Un bosco di carote
Un mare di gelato
Che lei correndo troppo non aveva mai notato
E un biondo tartarugo corazzato
Che ha sposato un mese fa

Fonte: LyricFind

Compositori: Giuseppe Baudo / Pippo Giuseppe Caruso / Bruno Lauzi

Testo di La tartaruga © Universal Music Publishing Group

Artista: Bruno Lauzi

Album: Johnny Bassotto, la tartaruga… e altre storie

Data di uscita: 1976

Che bello poterlo fare dopo, anzi, durante questo maledettissimo Covid che ha cambiato e per sempre le nostre vite, soprattutto quelle dei nostri ragazzi. Hanno vissuto una guerra mondiale, noi semmai, una rivoluzione, ma in entrambi i casi l’effetto è stato devastante.

Mentre durante il lockdown ci occupavamo di fare la pasta fatta in casa e suonare la chitarra sul balcone, ammesso e concesso il balcone e la chitarra li si avessero, in quest’anno abbiamo dovuto ricostruire tutto daccapo. Come quando da adolescenti si sognava il futuro e si facevano progetti su dove andare in treno in vacanza o conoscere la/il ragazza/o dei propri sogni.

Tutto ripreso dall’inizio, con una personale fatica infinita. Non sono certo i risultati economici a farci stare bene. E’ riprendersi la vita in mano.

Mi piace ascoltare i pensieri altrui quando il tempo me lo concede. In tantissimi stiamo cambiando rotta. In parecchi, il desiderio di rallentare come la bella targaruga, inizia a farsi un varco importante nelle priorità terrene.

Tutto qua, ho già scritto troppo, non voglio annoiare nessuno.

L’augurio più grande è che questo Natale e fine Anno possa tornare ad una normalità senza corse ed eccessi, senza preoccupazioni cosi importanti. Con la possibilità di fare qualche progetto a lungo termine e soprattutto tornare ad essere un pochino più spensierati.

In ogni caso, grazie per avere continuato con noi questo impervio percorso e per averci affidato le chiavi di “casa vostra”, abbiamo dedicato moltissimi sforzi per realizzare un piccolo sogno.

Quello di avere una azienda con le persone, fatta di persone, di belle Persone.

Questo mi rende orgoglioso e volevo semplicemente condividerlo. Grazie!

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Alessandro Mozzati

Articolo pubblicato il 24/11/2021 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 27/12/2021.

Un nuovo ospite in casa…

Cani, animali domestici & dintorni

Che dire, dopo una vita passata a deridere a chi parlasse con i cani, in giro per le strade, mi devo ricredere. Impazzito anche io.

Non solo ora parlo al cane, ci faccio ragionamenti, bilanci, budget previsionali e discuto dei problemi familiari. Non risponde, ma dallo sguardo si evincono milioni di risposte. Non sempre quelle che vorremmo sentire, a volte molto dure, a volte critiche polemiche, a volte accondiscendenti. No, no e poi no, non sono risposte dettate dall’essere nutrito, dal lauto pasto conseguente al dibattito.

Il cane vuole stare con te, ti vuole seguire. Farti e farsi compagnia. Vuole imparare, apprendere, rompere… le palle… ed inseguirle!

Ci sta. E’ il suo ruolo.

Sono passato dall’avere una casa sempre perfettamente pulita, profumata, sanificata, ad una sorta di latrina bellica. Non c’è cosa maggiormente rilassante. Prima guardavo in controluce le ditate e gli aloni sul tavolino, ora, se il tavolino non sia stato completamente smangiucchiato. Questa è pet therapy a tutti gli effetti.

E’ stupenda, ma ancor più stupendo è l’avere rigettato ogni mio credo religioso, politico, fede calcistica e considerazioni astrologiche.

Detestavo i barboncini, ora non vedo altre razze. Pensavo abbaiassero e pensavo male. Abbaiano i padroni, non i barboncini.

Pensavo fossero cani “stupidini”, l’articolo lo sta scrivendo lei ed io sto solo abbaiando.

Mi rimangio ogni cosa. Un cane in famiglia è luce, caos, simpatia, risvegli a pulire ogni tipo di deiezione sino a quando cuccioli. Provate ad immaginare un’alzata notturna per mangiare in frigorifero gli avanzi di pasta e gorgonzola e sotto ai vostri piedi, nel percorso che vi separa dalla camera alla cucina… Zaaaaaac… Credetemi, sorriderete.

Poi a pulire per 15 minuti con lei che vi guarderà dicendovi, tuo è il compito di “scendermi”. Scendermi è un moto a luogo canino, ovvero “portarmi giù a fare i bisogni”.

Scherzi a parte, il cane è un grandissimo impegno, cosciente, definitivo, adulto. Non prendiamoli se non disposti ad avere un bambino piccolo in casa per tutta la vita. Non offendiamoli. Sapranno ripagarci di ogni sacrificio.

Io la riporterò in allevamento domani, siamo già esausti. SCHERZO, mai e poi mai lo farei. Ho la fortuna di portarla in ufficio con me ogni giorno, fa team building, credetemi!

Quindi benvenuta a Pollon, dovremo pulire e sanificare casa, ufficio, box, auto e furgoni con una frequenza decisamente maggiore rispetto a prima, ma che soddisfazione!

Che dire, buon cane a tutti!!!

Articolo pubblicato il 24/11/2021 da Alessandro Mozzati. Ultima modifica: 24/11/2021.

I tre livelli del fenomeno dell’isolamento domestico – parte 2

I tre livelli del fenomeno dell’isolamento domestico – parte 2

Se dunque, come visto nella prima parte del nostro articolo, consideriamo l’assenza dei familiari e l’interruzione dei precedenti legami d’amicizia per questi soggetti oramai ai margini, il vicinato resta l’unico vincolo concreto che li congiunga  con l’ambiente umano al di fuori delle mura di casa (se non per qualche fugace acquisto nei negozi) e, anche quando ostile e litigioso, resta spesso l’ultimo presidio di sicurezza rimasto a monitorare anche la semplice esistenza in vita (!!) dei soggetti più fragili e in stato di completo isolamento.

Queste tensioni sono acuite dal fatto che in molti casi questi soggetti oltre a creare preoccupazione per le condizioni igieniche del condominio e disagi per le esalazioni di odori spesso davvero pungenti, abbiano accumulato morosità di vario genere per quanto riguarda le spese condominiali e quasi mai partecipino alle assemblee proprio in virtù della propria problematica.

Gli ostacoli nell’accesso all’abitazione e la precarietà degli ambienti sono infatti condizioni in grado di mettere in serio pericolo l’incolumità e la tranquillità degli altri condomini, considerando anche rischi di incendio, esalazioni di gas e di esplosioni dovute alla pessima manutenzione degli Impianti, in particolar modo se si tratta di anziani.

È frequente che questo conflitto con i vicini di casa prenda una deriva non risolvibile nell’ambito dei rapporti ordinari e che finisca per coinvolgere le autorità; una percentuale significativa di individui con un disturbo di sindrome d’accumulo particolarmente grave sono coinvolti in procedimenti legali di sfratto.

Sottolineiamo il concetto di “povertà relazionale” perchè nel nostro paese è raro che la popolazione anziana si trovi in reali condizioni di indigenza economica e di precarietà abitativa, anzi quasi sempre si tratta di soggetti che vivono in case di proprietà e in una situazione abitativa stabile da decenni, con rischi di sfratto piuttosto contenuti.

 Considerando che più spesso si tratta di soggetti con un titolo di studio medio-alto, e che durante la propria carriera lavorativa hanno di conseguenza ricoperto incarichi qualificati e dispongono di pensioni proporzionate all’attività svolta; per molte di queste persone è proprio la fine dell’attività lavorativa a scatenare l’insorgere o l’acuirsi di un disagio psichico che può trasformarsi in Sindrome di Diogene e isolamento domestico.

Il terzo cosiddetto “livello” è invece quello di carattere medico-sanitario e riguarda la dimensione del disagio psicologico, spesso con connotazioni psichiatriche evidenti ma quasi mai diagnosticate; in molti casi si tratta di situazioni magari già segnalate ai servizi territoriali competenti ma mai effettivamente prese in carico perchè il soggetto colpito ha sempre opposto resistenza ai trattamenti e al supporto psicologico di primo livello.

Tali situazioni sono rese più spinose dal fatto che nel caso degli anziani quasi sempre questi casi siano erroneamente e superficialmente derubricati (anche dagli stessi familiari) ad “Alzheimer e demenza senile”, lasciando in ombra problemi di matrice psichiatrica  con tutti gli effetti immaginabili; I soggetti stessi colpiti da sindrome di accumulo compulsivo non si riconoscono infatti come persone “problematiche”, considerano la malattia mentale qualcosa di avulso ed estraneo alla loro vita e rifiutano dunque di ammettere qualunque valenza psicologica o psichiatrica della loro sofferenza.

 La prima emblematica manifestazione di questo profondo disagio può essere la disposofobia attraverso l’accumulo di oggetti e manufatti di ogni genere, acquistati o raccolti anche per strada o dai bidoni, che riflette una condizione di abbandono e di “vuoto” interiore che queste persone hanno e che provano a colmare riempiendosi di “certezze”, cose ed oggetti sempre e costantemente a disposizione e sulle quali credono di avere pieno controllo (a differenza delle più complesse relazioni umane, compresa quella con se stessi).

La Cmz, che opera nel trattamento e nella soluzione dal punto di vista operativo e logistico dei casi di accumulo compulsivo e barbonismo domestico in Lombardia, Piemonte e Veneto, e a vostra completa disposizione per una prima valutazione senza impegno delle situazioni d’emergenza ; non esitate a contattarci per un preventivo e sopralluogo gratuito.

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