Accumulo incontrollato di rifiuti con conseguenze penali; un recente caso di cronaca in Lombardia
L’accumulo compulsivo di rifiuti, oltre a drammatici risvolti dal punto di vista della saluta fisica e psicologica di coloro che sono colpiti da situazioni di “barbonismo domestico” da noi affrontati a Milano e in Brianza, può avere delle conseguenze anche di profilo civile e penale, come dimostra un recente caso di cronaca riportato da quotidiani.
La nostra impresa si è specializzata negli anni proprio nella gestione di situazioni di isolamento domestico e di accumulo rifiuti in tutta la Lombardia, ma purtroppo la gran parte di questi casi rimangono ignoti fino all’intervento delle forze dell’ordine.
I carabinieri delle Stazioni di Villanterio e della Forestale di Pavia, ad inizio Ottobre, hanno infatti denunciato in stato di libertà per il reato di deposito incontrollato di rifiuti un cittadino italiano residente nello stesso comune della provincia di Pavia nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio in materia ambientale.
Gli agenti si sono trovati davanti ad uno scenario inatteso e di complessa gestione, con oltre 100 metri cubi di rifiuti accumulati, ovviamente senza alcun tipo di autorizzazione o permesso, nel giardino e nel cortile della casa di corte di proprietà dell’uomo denunciato; una incredibile quantità di vecchi mobili, rottami e carcasse di moto ed autoveicoli, parti e ricambi quasi irriconoscibili di elettrodomestici, oltre ad ogni tipologia immaginabile di residuo in materia plastica e metallico, all’interno di un’area verde di oltre 400 metri quadrati interamente posta sotto sequestro.
La nostra società ha avuto modo di gestire, a Monza e nelle province di Como e Lecco, numerose situazioni del genere, e sappiamo quanto sia difficile convincere i diretti interessati ad affrontare un disagio del genere, come l’accumulo compulsivo di rifiuti, prima che diventi un problema insormontabile.
I carabinieri hanno denunciato la presenza di una vera e propria discarica abusiva che, seppure non comportasse problemi per la salute collettiva, ha fatto scattare la denuncia per un reato, come quello di deposito incontrollato di rifiuti (ART. 256, 2° COMMA, D.LGS. N. 152/06), che prevede
a) la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi;
b) la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro se si tratta di rifiuti pericolosi